Il lago che scompare. Tramonto sul Lago Ciad. Incastonato in uno dei luoghi più aridi della Terra, il bacino del Ciad rende fertili le terre circostanti, crea un ecosistema unico al mondo e offre risorse vitali a venti milioni di persone in fuga dalla guerra e dalla fame. È un ambiente fragile, minacciato dai cambiamenti climatici. Negli ultimi sessant’anni questo grande “mare interno” ha perso il 90% della sua estensione: si è passati dai 20.000 chilometri quadrati di superficie ai 1.500 attuali. «Entro qualche decennio potrebbe sparire tra le sabbie», avvertono gli scienziati.
Foto di Marco Gualazzini, parte della mostra Terra Madre realizzata dalla Rivista Africa e da Internationalia e presentata a Milano il primo aprile 2022. La mostra approderà a Roma, dal 18 al 20 maggio, alla Fiera Codeway Expo.Fiumi di plastica. Giovani ambientalisti recuperano bottiglie da un canale intasato di Douala, capitale economica del Camerun. Fanno parte di Madiba & Nature, una startup che ricicla rifiuti abbandonati, e ogni settimana ripuliscono i corsi d’acqua invasi dalla plastica, con cui poi realizzano canoe e manufatti. Nel mondo ci sono almeno 9 miliardi di tonnellate di imballaggi plastici. Ogni minuto, tutti i giorni, finisce nei fiumi e nei mari l’equivalente di un camion pieno di plastica, provocando la morte di tartarughe, uccelli, pesci, mammiferi.
Foto di Alessio Perboni, parte della mostra Terra Madre realizzata dalla Rivista Africa e da Internationalia e presentata a Milano il primo aprile 2022. La mostra approderà a Roma, dal 18 al 20 maggio, alla Fiera Codeway Expo.L’uomo che ferma il deserto. Yacouba Sawadogo, classe 1946, lavora la terra da quando era bambino in una delle aree più aride del Sahel. In cinquant’anni ha piantato più di diecimila alberi, creando foreste dove un tempo non c’era nulla. Durante la stagione secca prepara il terreno scavando buche che poi riempie di foglie e letame. Attira così le termiti che, digerendo la biomassa, contribuiscono ad arricchire il suolo di minerali. La sua tecnica di coltivazione –mutuata dalla tradizione – è stata studiata ed elogiata dalla Fao.
Foto di Marco Garofalo, parte della mostra Terra Madre realizzata dalla Rivista Africa e da Internationalia e presentata a Milano il primo aprile 2022. La mostra approderà a Roma, dal 18 al 20 maggio, alla Fiera Codeway Expo.Le ultime carovane. In Dancalia, regione desertica del Corno d’Africa, l’economia tradizionale basata sull’estrazione e il trasporto del sale è stata sconvolta dalla costruzione di strade asfaltate che hanno facilitato l’approvvigionamento e fatto precipitare il prezzo del cloruro di sodio. Nella piana assolata e accecante, che fu il fondo di un mare ormai evaporato, le carovane di nomadi afar sono sempre più rare e il loro destino appare quanto mai incerto, anche a motivo degli effetti dei cambiamenti climatici nella regione.
Foto di Andrea Frazzetta, parte della mostra Terra Madre realizzata dalla Rivista Africa e da Internationalia e presentata a Milano il primo aprile 2022. La mostra approderà a Roma, dal 18 al 20 maggio, alla Fiera Codeway Expo.
L’Earth Day, il Giorno della Terra che si celebra ogni 22 aprile, rischia quest’anno di essere offuscato dalla guerra che si sta prolungando in Ucraina. Complici gli orrori ai quali assistiamo da settimane la percezione pubblica sul tema della salvaguardia del pianeta potrebbe affievolirsi. Questa giornata ci ricorda però che la conservazione del nostro pianeta, insieme alla lotta al cambiamento climatico, sono le sfide più grandi e urgenti che il mondo deve affrontare. La difesa dell’ambiente, non può essere considerata un lusso nemmeno in un momento segnato da un conflitto così vicino a noi come questo.
La consapevolezza che le guerre rappresentano la negazione dell’ambiente naturale e di quello umano, deve invece ricordarci ancora con più forza l’importanza di conservare i nostri ecosistemi e il pianeta nella sua interezza. I conflitti come quello ucraino avranno infatti conseguenze a lungo termine sull’ambiente, la biodiversità, la produzione agricola e l’approvvigionamento. Allo stesso modo la salvaguardia della Terra e del suo clima sarà fondamentale negli anni a venire perché in alcune parti del mondo la scarsità di risorse potrebbe diventare un catalizzatore di scontri.
Il 95% della produzione alimentare globale dipende dal suolo e della sua capacità di fornire elementi nutrienti come fosforo e azoto, ma pratiche agricole non sostenibili, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e una popolazione in crescita stanno esercitando una pressione sempre maggiore. Un terzo è già degradato e gli esperti stimano che l’erosione del suolo potrebbe portare a una perdita del 10% della produzione agricola entro il 2050, mentre l’acqua inizia già a scarseggiare.
Gli eventi estremi e gli shock a cui la Terra è periodicamente esposta e che minacciano biodiversità e risorse esigono una riposta unica, univoca e solidale, dal momento che il pianeta è solo uno (One Planet) e non ce n’è uno di riserva. Questo approccio comprensivo è quello che deve attraversare anche la cooperazione internazionale allo sviluppo nelle sfide che ogni giorno si trova davanti e che spesso sono l’effetto di cambiamenti climatici. Il Giorno della Terra richiama dunque l’attenzione non solo e non tanto sul generico rispetto dell’ambiente, ma ad una visione geopolitica unitaria del mondo a cui le iniziative di cooperazione possono dare un seguito concreto.
A questo proposito anche l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) sta lavorando avendo come faro l’Agenda 2030 sugli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. In particolare l’Ufficio V dell’Agenzia – Ambiente e uso del Territorio – si sta occupando di sostenibilità ambientale e sono circa 200 iniziative di propria competenza attualmente in corso.
Nel decennio delle Nazioni Unite che si è appena aperto, dedicato al recupero degli ecosistemi, un’attenzione particolare viene rivolta al progetto ManGrowth, che prevede la riforestazione delle coste del Mozambico con le mangrovie, piante fondamentali per tutelare le aree costiere dall’erosione e dagli impatti dei cicloni tropicali. Alla cura delle risorse litoranee ed alla loro valorizzazione economica, è dedicato l’impegno della cooperazione delegata dell’Unione europea in Kenya con l’iniziativa Go Blue di cui l’Italia è parte importante, mentre con il progetto Secosud, oggi in fase di finalizzazione, Aics ha finanziato la ricerca, la mappatura e l’inventariazione della biodiversità nei principali parchi naturali dell’Africa australe.
Aics sarà poi prossimamente parte della delegazione italiana alla Cop15 della Convenzione sulla lotta alla desertificazione (Uncdd) che si svolgerà dal 9 al 20 maggio ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Questo tema cruciale, che lega scienza e politica, non potrà essere affrontato se non tenendo assieme tutta la complessità dei processi in corso a livello globale. Anche in questo caso, maggiore sarà la consapevolezza, più grande sarà la capacità di rispondere alle sfide.