Donne e Cooperative di Edilizia e Abitazione del centro storico di San Salvador

 

 

L'Agenzia sostiene la "16 Days Campaign"

AICS San Salvador è da tempo impegnata nelle attività di supporto alle cooperative di edilizia, composte prevalentemente da donne, promosse nell’ambito del progetto finanziato con credito di aiuto “Riqualificazione socio economica e culturale del Centro Storico di San Salvador e delle sue funzioni abitative”, iniziato nel 2018 e realizzato dal Ministero degli Alloggi salvadoregno. In un paese come El Salvador, che ha la maggiore densità di abitanti di tutta l’America Centrale e dove trovare alloggi decenti è quasi impossibile per le fasce più svantaggiate, tale attività ha una grande rilevanza per l’uguaglianza di genere. .

Nel paese esistono 25 cooperative conformate per lo più da donne (70%), che nella maggioranza dei casi (48%) sono sole, con figli a carico e lavorano come impiegate domestiche o venditrici ambulanti. Una casa decente aumenta la qualità di vita per sé stesse, i figli e la famiglia. La disponibilità di acqua potabile in casa consente loro di risparmiare tempo, altrimenti necessario per raccoglierla da fonti spesso insalubri. I nuovi modelli abitativi realizzati nell’ambito dell’iniziativa finanziata dalla Cooperazione italiana in fase di avvio prevedono anche aree comuni e sociali, in cui le madri possono garantire ai propri figli uno spazio per studiare e giocare, e soluzioni architettoniche per le persone con disabilità.
Il modello cooperativo per acquisire una casa, quindi, ha importanti risvolti per rafforzare la condizione socioeconomica delle donne, che acquisiscono così autonomia, e per attuare misure di controllo sociale in caso di violenza domestica.
El Salvador ricopre il terzo posto in America Latina per femminicidi. Il 70% delle donne sono state vittime di violenza almeno una volta nella vita e il 48 % ha subito violenza domestica. Durante la pandemia i casi sono aumentati del 70%, dovuti alle strette misure di confinamento e alla crisi economica. Le denunce pervenute sono state all’incirca 1500, meno dei casi reali, poiché le vittime hanno difficoltà a sporgere denuncia, dato che per la maggior parte di casi si tratta di familiari. Anche la violenza economica e patrimoniale è in aumento, registrando circa 7000 denunce dal 2012 al 2020. Alle donne viene tolto il diritto di gestire le proprie finanze, rendendole ancora più vulnerabili e dipendenti dal marito e dalle famiglie di appartenenza. Il fatto che solo il 30% dei beni appartenga alle donne è un altro sintomo dell'esclusione sistematica che esiste nel Paese. Le donne hanno, quindi, trovato all’interno delle cooperative uno spazio di partecipazione, dove possono occupare anche ruoli decisionali, aumentando la loro autostima e sentendosi parte di un ambiente sicuro, in cui si promuove la convivenza e la collaborazione tra vicini.


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