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L’AICS ha celebrato la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), ha organizzato un incontro che si è svolto mercoledì 28 novembre presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma.

Secondo gli ultimi dati a disposizione di AICS, la cooperazione italiana destina attualmente circa 23 milioni di euro per progetti e attività di contrasto alla violenza di genere, cifra che rappresenta il 25% del suo portafoglio totale a favore dell’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne (Euro 93 milioni).

L’evento è stato un momento di scambio e di confronto tra rappresentanti delle istituzioni nazionali ed internazionali, esperte del settore ed attiviste, che ogni giorno sono impegnate nella lotta contro discriminazioni e violenza di genere, allo scopo di valutare insieme i risultati e le sfide future per garantire che i diritti di donne e bambine siano realmente rispettati. Se da una parte, infatti, il contesto internazionale, rappresentato dagli impegni ambiziosi dell’Agenda 2030, del Piano d’Azione di Addis Abeba, dal Consenso Europeo per lo Sviluppo e dalla Convenzione di Istanbul, sia particolarmente favorevole, l’espandersi di integralismi religiosi e culturali, trasversali ad ogni società e cultura, rappresenta una minaccia reale alla creazione di una società basata sull’uguaglianza e la tutela dei diritti umani.

I lavori sono stati aperti dal Direttore Vicario Dott. Carmenati, che ha introdotto la Vice Ministra per la Cooperazione allo Sviluppo, Emanuela Del Re.

È seguita una Tavola Rotonda con la partecipazione di: funzionarie governative dalla Palestina e dal Senegal, attive collaboratrici degli Uffici AICS di Gerusalemme e Dakar, la Presidentessa di AIDOS, la più antica ONG italiana specializzata sul sostegno alle tematiche di genere nei PVS, la Presidentessa dell’associazione delle donne immigrate brasiliane in Italia e la ex- rappresentante italiana presso il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW).

 

 

GIORNATA INTERNAZIONALE
PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Sintesi dell’intervento della Viceministra Emanuela C. Del Re

 

 

In occasione della “Giornata delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si è celebrata il 25 novembre, per la prima volta il Palazzo della Farnesina si è colorato di arancione.

Tale iniziativa si è inserita nel quadro della campagna di sensibilizzazione internazionale delle Nazioni Unite “UN Women”: “Orange the World”, caratterizzata appunto dal colore arancione.

Secondo l’ONU, 1 donna su 3 al mondo subisce violenze fisiche o sessuali nel corso della vita, 133 milioni di donne e bambini hanno subito mutilazioni genitali femminili e 700 milioni di donne si sono sposate quando erano ancora bambine, di cui 250 milioni prima di compiere 15 anni.

Gli episodi di violenza contro le donne si verificano, in varia misura, in tutti i Paesi, società e culture, colpendo le donne indipendentemente dal loro reddito, classe, razza o etnia.

Farnesina illuminata nel giorno dell’Orange day – 25 novembre

L’Italia continua ad essere in prima linea nella difesa dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere, per garantire un’efficace tutela di tali diritti e promuovere quel cambiamento culturale necessario a favorire maggiore uguaglianza tra donne e uomini.

L’azione dell’Italia è ispirata dalla convinzione che la promozione dell’empowerment delle donne e delle ragazze e la lotta alla violenza di genere siano strettamente legate.

La violenza di genere, inibendo la capacità delle donne di godere dei propri diritti, rappresenta un forte ostacolo alla loro realizzazione e al loro empowerment. Allo stesso modo, la promozione dell’empowerment femminile, basandosi sul riconoscimento della soggettività politica, economica e sociale delle donne, aiuta a contrastare i fenomeni di violenza.

L’Italia è attivamente impegnata su questi temi, sia sul piano diplomatico-negoziale sia su quello della cooperazione allo sviluppo.

Il tema dell’uguaglianza di genere ed empowerment delle donne continua ad essere una priorità trasversale di tutti i progetti di cooperazione in aggiunta alle iniziative specifiche dedicate a donne, ragazze e minori, in linea con l’obiettivo di sviluppo sostenibile n.5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con la rinnovata priorità di tale settore nel dibattito multilaterale sullo sviluppo.

L’Italia, infatti, è uno dei principali sostenitori dell’inserimento delle donne al centro delle politiche di sviluppo dei prossimi anni e grazie al nostro impegno l’uguaglianza di genere e la promozione dei diritti delle donne sono stati inclusi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nell’Obiettivo n. 5 e trasversalmente in tutti gli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

 

Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze

Traguardi:
5.1 Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze

5.2 Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo

5.3 Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili

 

Nel settembre 2017, l’Italia ha accolto molto favorevolmente il lancio dell’iniziativa contro ogni forma di violenza contro le donne lanciata dall’Unione Europea in partnership con le Nazioni Unite, “EU-UN Gender Initiative”.

La Cooperazione Italiana allo Sviluppo è impegnata da più di 30 anni per la promozione dell’uguaglianza di genere e per l’empowerment delle donne e delle bambine. Già nel 1987, la Legge 49 sulla Cooperazione stabiliva, per la prima volta, un ufficio specifico per la condizione femminile all’interno della struttura governativa, la DGCS. A ciò seguì l’elaborazione delle prime Linee Guida sulle donne del 1988, aggiornate poi nel 1998 e nel 2010, per adeguarle agli accordi internazionali scaturiti nel corso degli anni.

Attualmente la Cooperazione Italiana (DGCS e AICS) sta lavorando all’aggiornamento delle Linee Guide sull’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e il contrasto alla violenza di genere è ritenuto uno dei pilastri fondamentali.

Già nelle linee guida del 2010, la violenza contro le donne veniva definita come una violazione dei diritti umani fondamentali e richiedeva il pieno sostegno, da parte della Cooperazione Italiana, ai centri antiviolenza, intesi come luoghi deputati alla prevenzione, alla protezione delle vittime e all’empowerment delle donne; e alla realizzazione di accordi tra Governi e iniziative internazionali per accelerare l’abbandono della pratica delle mutilazioni genitali femminili.

La Legge 125/2014, recante la nuova “disciplina sulla Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo”, conferma, nell’art.1, tra le sue finalità principali, la promozione dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità insieme alla tutela e all’affermazione dei diritti umani, della dignità dell’individuo, e dei principi di democrazia e dello Stato di diritto. Questo impegno è presente anche nel Documento Triennale di Programmazione della Cooperazione Italiana per il periodo 2017-2019.

L’Italia è uno dei maggiori donatori impegnati nella lotta all’eradicazione delle mutilazioni genitali femminili. I primi interventi della Cooperazione Italiana a sostegno delle ONG risalgono alla fine degli anni ’80 – inizi anni ‘90.

L’impegno italiano è stato accompagnato da una erogazione di fondi pari a circa 20 milioni di Euro solo nel periodo 2004-2015. Inoltre, l’Italia ha finanziato a partire dal 2004 un fondo fiduciario UNICEF che è stato alla radice dell’azione multilaterale e che ha dato origine in seguito alla collaborazione tra UNICEF e UNFPA, nello specifico il programma congiunto “Female Genital Mutilation Cutting: accelerating change”, che prevede azioni da realizzare in 17 Paesi africani. A maggio del 2017 l’Italia ha rifinanziato il Fondo con un ammontare di 1 milione 800 mila euro.

Secondo i dati OCSE/DAC, l’APS Italiano a favore di iniziative per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (gender policy marker significativo e principale), rappresentava già nel 2016 il 38% (240 Mln di dollari) del totale generale, nel 2015 era del 33%.

Attualmente l’AICS gestisce un portafoglio dedicato a programmi specifici per la promozione dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne pari a circa 96 milioni di euro, di cui il 25% alla lotta contro la violenza di genere per un ammontare totale di circa 24 milioni di euro

In Senegal e in Palestina, paesi in cui la Cooperazione Italiana ha una lunga esperienza in sostegno a programmi a favore dell’uguaglianza di genere, sta adottando un approccio multidimensionale all’empowerment delle donne, supportando i governi e la società civile per: l’uguale accesso all’istruzione (primaria e secondaria) per le bambine e le adolescenti; uguale accesso alla salute, a cominciare dai servizi sanitari di base di salute materno-infantile ma anche tutela e promozione dei diritti sessuali; protezione e sostegno delle donne vittime di violenza di genere, con grande enfasi sui matrimoni e gravidanze precoci e forzate; miglioramento dell’accesso, della gestione e del controllo delle risorse naturali per le donne, con particolare attenzione alla terra e all’acqua; sostegno all’imprenditoria femminile, soprattutto quella rurale.

A febbraio 2018, il Comitato Congiunto della Cooperazione Italiana ha approvato il programma regionale denominato “Assistenza ed Empowerment delle donne e bambine rifugiate siriane e delle donne e bambine vulnerabili delle comunità ospitanti in Egitto, Giordania e Libano” per un importo di Euro 6.000.000. L’iniziativa si inquadra nell’ambito della risposta della cooperazione italiana alla crisi siriana e mira a contribuire in maniera più sistematica e omogenea al miglioramento delle condizioni di vita delle donne e bambine rifugiate siriane, che costituiscono ormai la parte maggioritaria della popolazione rifugiata siriana in tre Paesi ospitanti: Egitto, Giordania e Libano. La strategia di intervento prevede che il programma sia composto da diversi progetti gestiti mediante i canali multibilaterale e bilaterale, in modo da poter rispondere in maniera efficace ai diversi bisogni identificati nel corso della formulazione dell’iniziativa:

  • Progetto multibilaterale regionale di sostegno ai servizi di salute sessuale e riproduttiva delle rifugiate siriane e di contrasto alla violenza di genere, affidato all’ UNFPA;
  • Progetto multibilaterale regionale finalizzato alla promozione della partecipazione delle donne siriane al processo di pace e alla fase di ricostruzione della Siria nel quadro dell’agenda internazionale Women, Peace and Security, affidato alla “United Nation Economic and Social Commission for Western Asia (ESCWA)”;
  • Progetto bilaterale finalizzato all’empowerment economico e sociale delle donne (rifugiate siriane e delle comunità ospitanti), composto da due iniziative a carattere regionale i cui enti esecutori sono due ONG italiane, OXFAM ed ARCS, in partenariato con Organizzazioni della Società Civile locali e siriane.
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