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Due ragazzi passeggiano nel giardino della Likoni Rehabilitation School. © Martina Bolognesi

Kenya: dentro un istituto minorile a Mombasa, dove si riscrive il futuro dei ragazzi

Siamo andati a visitare la Likoni Rehabilitation School di Mombasa, uno degli istituti minorili dove interviene Aics insieme alle Osc Fondazione Albero della Vita e Cefa.

La “Likoni Rehabilitation School” si trova a soli sei chilometri dal centro storico di Mombasa, seconda città del Kenya, e ad una manciata di minuti dalle spiagge bianche e deserte della costa. Si tratta di un istituto per minori entrati in conflitto con la legge – principalmente per attività di delinquenza – o che hanno semplicemente bisogno di protezione perché abbandonati dalle famiglie o perché costretti a fuggire dalle proprie case in seguito a episodi di violenza o abusi. Negli istituti, i ragazzi ricevono accompagnamento psicologico e attività di formazione, e vengono preparati per essere reintegrati nelle proprie famiglie e comunità di origine al termine di un percorso che dura al massimo tre anni.

Una delle aule dove i ragazzi seguono i corsi di alfabetizzazione. © Martina Bolognesi

A visitare la “Likoni Rehab” ci accompagna Safia, giovane assistente sociale del Cefa. “L’età dei ragazzi è compresa tra i 12 e i 16 anni”, mi spiega Safia mentre camminiamo all’interno del grande e soleggiato giardino interno. “Qui dentro i ragazzi hanno la possibilità di seguire corsi scolastici per imparare a leggere e scrivere, dal momento che molti di loro non hanno potuto o voluto frequentare la scuola. Il mercoledì e il giovedì invece seguono i corsi professionalizzanti”. Panetteria, costruzioni e carpenteria sono alcune delle opzioni offerte dalla struttura. “L’istituto rappresenta per i ragazzi un posto sicuro dove dormire, mangiare, vivere. E’ come una casa lontano da casa”, continua Safia. La struttura attualmente ospita 32 ragazzi (si tratta di un istituto maschile): durante la visita, siamo riusciti a incontrarne qualcuno e a scambiare qualche parola grazie all’aiuto dello staff che traduceva per noi dallo swahili, una delle due lingue ufficiali del Kenya, all’inglese.

Quello di Likoni è uno degli istituti dove interviene l’iniziativa “Aprire: Affido Prevenzione Riabilitazione e Reintegro per un futuro ai minori vulnerabili in Kenya”, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e realizzata da Fondazione l’Albero della Vita e Cefa. Secondo Fondazione Albero della Vita, nel 2018 erano 8.600 i giovani ospitati in centri per minori kenioti, ma il 75% di loro non avrebbe commesso nessun reato; semplicemente non ha nessun posto dove andare. Lo staff dell’istituto mi mostra i dormitori, la cucina e le aule dove i ragazzi seguono le lezioni. Mi raccontano che la maggior parte di loro proviene da contesti difficili. “E quali sono le loro storie? Li vedete cambiare?”, mi viene da chiedere a Geoffrey, insegnante del corso di costruzioni.

Da sinistra verso destra: Mohamed, responsabile per il sostegno spirituale ai ragazzi, Geoffrey, insegnante di costruzioni, Fatima, insegnante dei corsi scolastici, e Safia, assistente sociale del Cefa © Martina Bolognesi

“Ci sono storie diverse”, mi dice. “E anche storie di trasformazione. Sharif* per esempio è arrivato all’istituto perché non voleva andare a scuola. Ma qui ha imparato molto, e oggi lavora come reporter nella televisione nazionale”. Mi racconta anche la storia di Simon*, che si rifiutava di partecipare a qualsiasi attività proposta dall’istituto. Col tempo, e durante la sua permanenza a Likoni Rehab, si è avvicinato alla religione, e una volta tornato a casa si è unito alla parrocchia locale, diventando uno dei leader giovanili. “Siamo ancora in contatto”, mi dice Geoffrey. C’è poi la storia di Mark*, restio a seguire le ore di lezione teorica ma molto appassionato dei corsi professionalizzanti, specialmente quello di costruzioni. Grazie al progetto, Mark ha ricevuto alcuni dei materiali necessari per proseguire l’attività di costruttore una volta uscito dall’Istituto. “Oggi è un muratore, è sposato con un figlio. Anche con lui abbiamo mantenuto i contatti”.

La placca apposta sulla struttura riabilitata grazie al progetto Aprire © Martina Bolognesi

In Kenya, ci spiegano, uno dei problemi riguarda l’assenza di mezzi e servizi efficaci all’interno degli istituti. A Likoni, grazie al progetto è stato realizzato un importante intervento di riqualificazione infrastrutturale; lo staff ha ricevuto attività di formazione su tematiche specifiche e necessarie per l’accompagnamento dei minori, e acquistato i materiali necessari per svolgere i corsi professionalizzanti. I minori vengono poi seguiti nella fase critica dei reinserimento familiare. “Aiutiamo i ragazzi a comunicare con le proprie famiglie di origine e stare in contatto”, mi racconta Fatima, 35 anni, maestra impiegata all’interno dell’Istituto. “Per molti di loro siamo quasi come dei genitori. Non c’è paragone rispetto ad un istituto penitenziario: qua l’ambiente è amichevole, e ai ragazzi vengono dati i mezzi per ricostruirsi un futuro”.
Secondo un sondaggio condotto nel 2019 dal ministero del Lavoro e della protezione sociale, in Kenya un giovane adulto su due ha subito violenze da bambino. Il Governo del Kenya ha adottato diverse misure per migliorare la protezione dei minori, ma molti, troppi di loro sono ancora esposti a violenze e abusi. Aics nel Paese è impegnata a fianco delle Osc per difendere i diritti e proteggere i minori vulnerabili, rafforzando i servizi di accoglienza, socio-educativi, di reintegro familiare e professionale. Oltre ad Aprire Aics sostiene altre iniziative come parte del proprio impegno per la tutela e protezione dei minori, con un’attenzione speciale per quelli che si trovano in situazioni di svantaggio (bambini di strada, minori rifugiati, minori con disabilità, bambini negli slum).

*i nomi dei minori sono stati modificati per proteggerne la privacy

 

 

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