Ultimi articoli

  /  Voci dal campo   /  Mozambico. Ciclone Idai: l’AICS risponde all’emergenza umanitaria
©LUIGI CARTA

Mozambico. Ciclone Idai: l’AICS risponde all’emergenza umanitaria

In Mozambico il ciclone Idai ha causato alluvioni ed allagamenti. La sede dell’AICS di Maputo si è messa immediatamente al lavoro con le numerose ONG italiane attive nel paese.

Il ciclone Idai è nato da una depressione tropicale al largo della costa orientale del Mozambico, che si è gradualmente trasformata in tempesta. Ha acquisito nel giro di pochi giorni sempre maggior vigore, finché non è arrivata ad infrangersi sulla città portuale di Beira, portando con sé violente alluvioni e raffiche di vento, che hanno raggiunto anche i 175 km orari, e seminando una scia di distruzione. I danni provocati sono in corso di stima, ma appaiono ingenti. Secondo gli ultimi dati a nostra disposizione, a quasi un mese dal passaggio del ciclone, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) afferma che il numero delle vittime si attesti a 603, cifra che potrebbe continuare ad aumentare nei prossimi giorni. Oltre ai gravissimi danni infrastrutturali (edifici pubblici, scuole, ospedali danneggiati o scoperchiati, strade distrutte), l’impatto sull’agricoltura è stato forte, con oltre 715 mila ettari di colture danneggiati, ovvero il 13% del totale nel Paese. Gli oltre 73 mila sfollati sono momentaneamente sistemati in diversi centri di accoglienza nelle province di Manica, Sofala, Tete e Zambezia, quelle maggiormente colpite dal ciclone. A questo si aggiunge l’emergenza sanitaria: a metà aprile, sono quasi 5.000 i casi di colera registrati.

Il Mozambico è stato colpito al cuore dal ciclone Idai, e nonostante la pronta reazione degli abitanti e delle autorità al disastro ambientale, che abbiamo potuto testimoniare coi nostri occhi, il ritorno alla normalità appare ancora lontano.

La nostra Sede ha potuto accompagnare e contribuire attivamente e da subito alle operazioni di assistenza, organizzando diverse missioni del personale AICS che ha potuto testimoniare la portata disastrosa del passaggio del ciclone, partecipando alle riunioni di coordinamento settoriali insieme ai principali partner internazionali, e mettendo a disposizione dei fondi per realizzare interventi di prima emergenza. Insieme all’Ambasciata, abbiamo curato l’organizzazione delle pratiche logistiche e amministrative collegate all’arrivo degli aiuti umanitari e dell’ospedale da campo della Protezione Civile inviati dall’Italia. L’aeroporto di Beira infatti si è trasformato in un gigantesco hub logistico e organizzativo, dove ogni giorno e fino a tarda sera i rappresentanti delle numerose organizzazioni internazionali, delle agenzie di cooperazione e del governo mozambicano si riuniscono per coordinare gli aiuti, organizzare le presenze, gestire gli atterraggi e i decolli dei voli umanitari e degli elicotteri impegnati nelle operazioni di search and rescue dei dispersi.

 

 

La Cooperazione Italiana ha organizzato un volo che ha trasportato fino a Beira 12 tonnellate di beni di primo soccorso e assistenza umanitaria (tende, generatori, potabilizzatori di acqua). Durante una delle ultime missioni nella città, abbiamo potuto visitare uno dei due campi di accoglienza, installato in un vasto terreno messo a disposizione dalla diocesi di Beira. Insieme all’IOM e alla Croce Rossa spagnola, le centinaia di famiglie sono state sistemate nel campo, dove in tempi record è stato messo a punto anche un sistema idrico e igienico-sanitario.

Impressionanti anche gli sforzi per far arrivare dall’Italia al Mozambico in tempi rapidi l’ospedale da campo inviato dal Dipartimento della Protezione Civile: le 40 tonnellate di attrezzature mediche e i 60 tra medici, infermieri e tecnici sono arrivati a Maputo a bordo di due voli di un vettore pesante KC-767, e sono poi stati trasferiti a Beira con diversi voli di un altro vettore dell’Aeronautica (un trasporto tattico C-130J appositamente inviato dall’Italia). La struttura ospedaliera è stata allestita all’interno dell’ospedale centrale di Beira, gravemente danneggiato dal passaggio del ciclone (quasi tutte le sale operatorie sono infatti inagibili), e le attrezzature mediche verranno poi donate al Governo del Mozambico. Diversi Ministri mozambicani hanno visitato l’ospedale, compresa la Ministra della Sanità, che si è complimentata per i tempi rapidissimi in cui l’ospedale è stato montato e per la tenacia e la passione con cui il personale medico e tecnico ha lavorato a fianco del personale mozambicano per occuparsi dei casi più gravi, che l’ospedale di Beira non riusciva a gestire.

Moltissime, poi, le ONG italiane che si sono attivate immediatamente in risposta all’emergenza ciclone: dalla somministrazione di vaccini per il colera, alla distribuzione di cibo e beni di prima necessità, dallo smaltimento dei rifiuti alle attività di animazione presso i campi di accoglienza, la rete di solidarietà si è attivata nei settori più disparati.

Idai potrebbe essere il peggior ciclone tropicale mai registrato ad aver colpito l’Africa e l’emisfero australe. Qualcuno dice che aprirà gli occhi all’opinione pubblica sui drammatici effetti del cambiamento climatico, effetti che sono stati particolarmente devastanti in un paese vulnerabile come il Mozambico.

You don't have permission to register