Bolivia – Turismo comunitario per lo sviluppo locale con il progetto INCAmino

LA PAZ – Si è concluso venerdì scorso, 22 febbraio il workshop “Pianificazione strategica e partecipativa del turismo comunitario”, promosso dall’Istituto di Cooperazione Economica Internazionale (ICEI) nell’ambito del progetto “INCAmino - Sviluppo Economico delle comunità rurali dell'area di influenza del Cammino Inca (Qhapaq Ñan, Bolivia) attraverso la valorizzazione e l’uso sostenibile del patrimonio naturale e culturale e l’applicazione di nuove tecnologie nel settore del turismo comunitario”. L’iniziativa, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo con un contributo di 1,5 milioni di euro e realizzato da ICEI in consorzio con Progettomondo MLAL e le reti boliviane TUSOCO (Turismo Solidale Comunitario) e OEPAIC (Organizzazioni economiche di produttori e produttrici con identità culturale), è diretta a promuovere il turismo rurale e culturale in 11 comunità dell’altopiano boliviano,  attraverso azioni dirette al miglioramento dell’economia delle comunità grazie agli introiti generati dalle attività turistiche.

L’incontro, organizzato in collaborazione con il Viceministero di Turismo della Bolivia, ha previsto tre giornate di lavoro, focalizzate sull’analisi delle esperienze di gestione del turismo comunitario sviluppate nel Paese e la programmazione delle attività turistiche secondo una logica partecipata. Il workshop si è svolto a La Paz, con la partecipazione di 11 Imprese Turistiche Comunitarie (ITC) e dei rappresentanti di altrettante amministrazioni comunali, principali attori del progetto sostenuto dalla cooperazione italiana.

I lavori si sono chiusi con un evento al quale hanno preso parte il Viceministro di Turismo Ricardo Cox Aranibar, la Dott.ssa Serena Bernandini della Sede AICS di La Paz, oltre ai rappresentanti di ICEI e ProgettoMondo MLAL assieme ai partner locali impegnati nell’esecuzione dell’iniziativa. Nell’occasione erano presenti anche i responsabili di un altro importante progetto sostenuto dall’Italia nel settore del turismo e patrimonio culturale, il Programma ‘Qhapaq Ñan’, intervento realizzato da UNDP-Bolivia con il quale il progetto INCAmino ha attivato una collaborazione diretta al rafforzamento delle ITC del Paese. Il workshop ha permesso di realizzare una profonda riflessione sullo stato dell’arte del modello di gestione del turismo comunitario in Bolivia, prendendo in considerazione la visione del governo boliviano, l’approccio della Rete TUSOCO (che raggruppa più di 22 ITC nel Paese e che da 18 anni appoggia e collabora al loro sviluppo) e l’idea di sviluppo turistico proposta dalle comunità coinvolte nel progetto. Durante le tre giornate, il personale di INCAmino ha presentato e discusso con i partecipanti le attività previste, coinvolgendoli nel processo di definizione delle modalità di realizzazione delle iniziative stesse. L’obiettivo principale era quello di delineare le tempistiche e organizzare un calendario comune atto a garantire alle comunità la possibilità di portare avanti le azioni previste nell’ambito del progetto senza interferire con le attività produttive, principalmente agricole (produzione di quinoa, patate, fave e grani alto-andini) e di allevamento (camelidi, ovini e bovini). Con l’attiva partecipazione delle amministrazioni locali sono quindi stati presentati e discussi regolamenti, normative e leggi afferenti il ruolo dei comuni quali enti di coordinamento e punti di riferimento sul territorio in materia di politiche per la valorizzazione e protezione del patrimonio culturale e naturale in chiave turistica. Anche in questa situazione, le attività riguardanti le amministrazioni locali sono state programmate grazie al coinvolgimento diretto e con la piena partecipazione delle amministrazioni partner del progetto.

Nel corso dell’ultima giornata si sono uniti al seminario gli esponenti di altre ITC che operano sul territorio boliviano (per un totale di circa 120 partecipanti), i quali hanno collaborato alla realizzazione di un’indagine conoscitiva dei bisogni delle ITC allo scopo di identificare elementi utili alla definizione del nuovo Regolamento di Turismo Comunitario previsto dalla Legge di Turismo approvata nel 2012. Il workshop, realizzato grazie ad un importante sforzo in termini di organizzazione e logistica, in stretto coordinamento con il Ministero di Cultura e Turismo e con gli attori principali di INCAmino, ha così posto le basi per l’avvio delle attività sul territorio, creando le condizioni necessarie a garantire la partecipazione attiva e informata della popolazione, delle amministrazioni locali e del partner nazionale di riferimento, definendo in maniera puntuale gli impegni e le responsabilità per i prossimi due anni e mezzo di lavoro.

 

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Colombia – Legalità, inclusione e convivenza sul territorio con la FAO

Bogotà – Il 19 marzo scorso, presso il Centro di Informazione delle Nazioni Unite (CINU), si è tenuto il lancio del progetto “Legalità, inclusione e convivenza nella nostra terra – Verso la gestione responsabile della terra e la risoluzione dei conflitti”, che sarà realizzato dalla FAO, grazie al finanziamento della Cooperazione italiana attraverso il sistema di contribuzione volontaria, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale di Terre colombiana (ANT) e l’entità Parchi Nazionali Naturali della Colombia (PNN).

L’iniziativa, che dispone di un budget di circa 1.000.000 di euro, si propone di contribuire all’avvio delle Direttrici Volontarie della Governance della Terra, la pesca e i boschi (DVGT), favorire la legalità dei diritti di proprietà della terra e promuovere l’inclusione sociale e la convivenza nelle zone rurali in Colombia.  Gli alti livelli d’informalità legati alla proprietà della terra, infatti, impediscono alla popolazione rurale di superare la povertà e ostacolano l’accesso a beni e servizi pubblici, incrementando i conflitti tra istituzioni, settore privato e comunità rurali ed etniche sul territorio.  La grande sfida del progetto è per tanto costituita dal rafforzamento dei territori e le sue istituzioni, per consentire un accesso più rapido ai processi di formalizzazione della terra, e dal potenziamento delle capacità della società civile, per agevolare l’utilizzo di metodi innovativi a livello locale che contribuiscano a una migliore convivenza tra gli attori nei territori.  All’evento ha partecipato il Consigliere dell’Ambasciata di Italia a Bogotá, Cesare Bieller, la Rappresentante Regionale Aggiunta della FAO per l’America Latina e i Caraibi e Rappresentante della FAO in Cile, Eve Crowley, il Rappresentante di FAO in Colombia, Alan Bojanic H., la Direttrice della ANT, Myriam Martínez, e la Vice-Direttrice di PNN, Julia Miranda Lodoño.

 

 

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Bolivia – Professione guardaparco, è operativo il nuovo centro di formazione di San Buenaventura

San Buenaventura - Il titolare della sede AICS di La Paz Angelo Benincasa ha partecipato all'inaugurazione del nuovo Centro di formazione per i guardaparco della Bolivia, infrastruttura finanziata dalla Cooperazione italiana nel quadro del programma di formazione dei guardaparco del Sistema Nazionale delle Aree Protette.

Il Centro di formazione è diventato pienamente operativo alla conclusione di un'iniziativa di durata annuale, con un finanziamento di 600mila euro, ed è stato inaugurato alla fine di settembre nella località di San Buenaventura, nel dipartimento di La Paz, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni partner del progetto e di numerosi organi di informazione che hanno dato ampio risalto all’evento.

Accanto alla delegazione della sede AICS di La Paz erano presenti la Viceministra dell’Ambiente, Biodiversità, Cambiamento Climatico e Politiche Forestali, Cynthia Silva, il Direttore del Servizio Nazionale delle Aree Protette, Abel Mamani, la Vicedirettrice per l'Educazione alternativa del Ministero dell'Istruzione, Emma Penalosa, e il Rappresentante FAO in Bolivia Theodor Friedrich.

Nel corso dell'evento sono stati consegnati i certificati di "Tecnico – Livello Base" a 207 guardaparco boliviani, aprendo di fatto le porte al riconoscimento di questa professione nel Paese andino. Grazie all’accordo stipulato tra il ministero dell'Istruzione e il ministero dell'Ambiente - intesa siglata su iniziativa del programma finanziato dall’AICS - oggi la professione del guardaparco è formalmente riconosciuta a livello nazionale in tutta la Bolivia.

Nel suo intervento il titolare della sede AICS ha evidenziato gli importanti risultati raggiunti dalla Cooperazione italiana in Bolivia: con i 196 programmi sostenuti dal 1986 a oggi, la Cooperazione ha contribuito in maniera determinante al rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi.

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Bolivia – Acqua sicura e accessibile sull’altopiano boliviano grazie al credito d’aiuto

La Paz – Venerdì 8 giugno, in una cerimonia ufficiale che ha avuto luogo nel salone Tiwanaku del Ministero degli Esteri, l’ambasciatore d'Italia Placido Vigo e il Cancelliere boliviano Fernando Huanacuni hanno firmato l’accordo per la realizzazione del “Programma Nazionale di Raccolta dell’Acqua per la Vita” finanziato dalla Cooperazione italiana con un credito d’aiuto del valore di 25 milioni di euro.

L’intesa conferma il forte impegno dell’Italia sul tema dell’accesso universale all’acqua, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, e sosterrà un importante intervento nel settore idrico, diretto a garantire l’accesso e la disponibilità di acqua sicura a beneficio di comunità rurali, scuole e centri di salute dei dipartimenti di Oruro e Potosí, che presentano condizioni di estrema povertà e vulnerabilità ai cambiamenti climatici.

In particolare, l'intervento sarà indirizzato verso 25 municipi e 136 comunità dell’altopiano boliviano dove la cronica carenza d’acqua e la scarsità di fonti idriche sicure sono fenomeni che, molto spesso, minacciano la produzione agricola e mettono in pericolo la salute della popolazione. Malattie e infezioni di origine idrica sono diffuse in queste regioni e registrano un’alta incidenza sulle fasce più vulnerabili, quali anziani e bambini.

Attualmente la copertura idrica nelle comunità di intervento si attesta al 4%. Con l’intervento finanziato dalla Cooperazione italiana e realizzato dal Ministero boliviano dell’Ambiente e dell'Acqua si prevede di raggiungere l’84% di copertura e oltre 20mila beneficiari diretti. Il programma lavorerà, nello specifico, sulla costruzione e installazione di sistemi per la captazione, lo stoccaggio e la depurazione dell’acqua piovana attraverso 6mila serbatoi per la raccolta dell’acqua, oltre che su attività di formazione sull’uso e manutenzione dei serbatoi e in materia di educazione sanitaria e ambientale.

Nel suo intervento, l’ambasciatore Vigo ha ricordato l’importanza del contributo italiano per il raggiungimento degli obiettivi settoriali fissati dal Piano Nazionale di Sviluppo 2016-2020, oltre che per incoraggiare un ulteriore rafforzamento delle relazioni bilaterali. Il Cancelliere boliviano ha espresso grande soddisfazione per la firma dell’accordo, ringraziando l’Italia per il sostegno assicurato a un programma di assoluta rilevanza per l’esecutivo boliviano e ritenuto altamente prioritario dallo stesso presidente Morales, per il quale, ha sottolineato il Ministro Huanacuni, l’acqua è “la sangre de la Madre Tierra”, diritto umano universale e inalienabile.

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Bolivia – “Amazonía sin Fuego”, programma sulla riduzione degli incendi, in un libro fotografico

Si è tenuta nei giorni scorsi a La Paz, nell’ambito di un evento organizzato dal Ministero dell’Ambiente della Bolivia, la presentazione del libro "Amazonía sin Fuego", racconto fotografico dell’iniziativa promossa dalla Cooperazione italiana che, attraverso la formazione tecnica e la promozione di alternative all’uso del fuoco nelle attività agricole e produttive, punta alla riduzione degli incendi forestali nella regione amazzonica boliviana. Il volume, impreziosito dagli scatti della giornalista Rai Liza Boschin, raccoglie le esperienze del programma Amazonía sin Fuego (PASF), una delle best practices in materia di conservazione ambientale e sviluppo sostenibile in ambito rurale che, dopo gli eccellenti risultati ottenuti in Brasile (1999-2009), è stato attivato dapprima in Bolivia e, a partire dal 2016, in Ecuador.

L’evento, che ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti istituzionali dei Paesi e delle agenzie che sostengono il programma Amazonía sin Fuego (PASF), si è aperto con la presentazione dei risultati raggiunti nelle prime due fasi dell’iniziativa (2012-2016), a cui ha fatto seguito l’introduzione delle linee strategiche della terza fase, di prossima attivazione.

Sul fronte dei risultati, va segnalato l’impatto altamente positivo dell’iniziativa in termini di riduzione dei focolai di incendio (-70%), diminuzione della superficie boschiva bruciata (-80%) e delle emissioni di CO2, scese del 65% nelle aree d’intervento del PASF. Importanti risultati sono poi quelli legati alle attività di formazione, la componente principale del programma, con la realizzazione di 1.100 moduli formativi in quattro anni e un totale di oltre 35.000 partecipanti ai corsi. Questi elementi – assieme alle collaborazioni istituzionali e accademiche sviluppate e agli importanti contributi offerti in materia di definizione di politiche pubbliche – hanno fatto del PASF uno strumento centrale nell’ambito delle politiche di sviluppo nazionali.

A testimonianza dell’ampio consenso istituzionale maturato attorno all’iniziativa, la presenza all’evento della Ministra dell’Ambiente della Bolivia, Alexandra Moreira, dell’Ambasciatore d’Italia a La Paz, Placido Vigo, del Direttore della sede AICS di La Paz, Vincenzo Oddo, oltre ai rappresentanti della Banca di Sviluppo dell’America Latina (CAF) e della Cooperazione Tecnica dell’Ambasciata brasiliana in Bolivia, partner che, assieme all’Italia, finanziano l’intervento.

La Ministra Moreira, oltre a sottolineare gli importanti risultati raggiunti in termini di riduzione degli incendi, ha auspicato che le attività di formazione e sensibilizzazione promosse dal PASF possano, nella terza fase, essere estese a ulteriori aree e, soprattutto, che la proposta metodologica del programma possa essere assorbita dalla Bolivia, in maniera tale da costituire il punto di partenza per tracciare una nuova politica pubblica settoriale. Opinione condivisa anche dall’ambasciatore Vigo che, nel suo intervento, ha richiamato l’importanza della prossima fase nell’ottica dei principi di efficacia e ownership dell’aiuto, elogiando gli sforzi delle diverse istituzioni coinvolte e riconoscendo il valore di un’iniziativa con carattere e visione regionale, che oltrepassa i confini politici per diventare un punto di riferimento a livello internazionale in materia di sviluppo sostenibile.

È stato infine sottolineato il valore del libro fotografico, strumento che rimane a testimonianza di un lavoro così importante come quello svolto nell’ambito del progetto e che, al contempo, permette di capitalizzare gli sforzi dell’Italia su temi centrali per l’agenda di sviluppo, quali la tutela dei boschi, la gestione sostenibile delle risorse forestali e la mitigazione del cambiamento climatico.

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Bolivia – Azioni e strategie per la popolazione vulnerabile: il contributo della Cooperazione italiana

Si è tenuto il 15 e 16 dicembre a La Paz un seminario internazionale sulle strategie di approccio alla popolazione vulnerabile organizzato dal Ministero della Giustizia boliviano e dalla Ong Munasim Kullakita, con la partecipazione della Cooperazione italiana, Conferenza Episcopale Italiana, Vuela Libre, Ecpat, Educo e del Ministero federale tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo (BMZ).

Nei due giorni di workshop sono state affrontate tematiche molto sensibili per la regione, operando un esercizio diretto a declinare le diverse metodologie praticate a livello internazionale, con particolare riferimento all’area Latino-Americana, in materia di riduzione del danno a favore di persone in situazioni critiche, dal consumo di sostanze stupefacenti al traffico di esseri umani, dallo sfruttamento sessuale minorile all'emarginazione e alla vita di strada.

Di assoluto rilievo è stato il contributo della Cooperazione italiana che, attraverso gli  interventi degli esperti Roberto Merlo e Vincenzo Castelli, ha presentato un’analisi su aspetti inerenti il lavoro di comunità, le reti sociali, la sicurezza urbana e i modelli di sviluppo urbano. Le conoscenze e le esperienze maturate, frutto delle molteplici azioni sviluppate in Italia negli ultimi decenni, sono state raffrontate ai principali modelli latinoamericani, con cui i nostri esperti si sono misurati per anni.

La partecipazione dei relatori italiani, con esperienza trentennale in materia di strategie di intervento sociale nelle dipendenze, fa seguito al contributo offerto nell’ambito dell’incontro sul trattamento comunitario del 17 e 18 novembre scorsi, promosso dal Municipio di La Paz, durante il quale era stata sviluppata una riflessione sul ruolo e l’apporto della comunità locale per la riduzione di situazioni di disagio sociale nel territorio, attraverso la disamina di alcuni modelli di intervento sul trattamento comunitario realizzati in Italia e in America Latina (Banco del Tempo, Clinica Comunitaria, impresa di strada).

Si chiude in questo modo la missione dei due esperti in Bolivia, le cui attività si inseriscono nel quadro del programma di assistenza tecnica al Ministero della sanità, iniziativa finanziata dall’Agenzia che si concentra sul rafforzamento delle politiche pubbliche relative all’implementazione del Sistema Unico di Salute, la generazione di strategie operative di riabilitazione per le malattie sociali (alcoolismo, tossicodipendenza, tabagismo...) e per persone diversamente abili, riaffermando l’assoluta centralità dell’aiuto allo sviluppo italiano nel settore salute in Bolivia.

 

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Bolivia: Pam, Italia e Svizzera insieme per rafforzamento sicurezza alimentare

Il Programma alimentare mondiale (Pam), l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics) e la Cooperazione svizzera (Cosude) hanno presentato i risultati dei progetti realizzati attraverso lo strumento del trasferimento di denaro contante, una delle modalità più innovative in termini di assistenza alimentare e sempre più utilizzata a livello globale. Durante l’evento, che ha visto la partecipazione del viceministro boliviano della Difesa, Oscar Cabrera, è stato presentato il rapporto “Sistematizzazione delle esperienze Cbt del Pam Bolivia 2013-2016”, che raccoglie le esperienze, “best practice” e i risultati delle iniziative eseguite dal Pam a sostegno della sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili dei dipartimenti di Santa Cruz, Pando, Chuquisaca e Tarija.

I progetti, finanziati delle agenzie di cooperazione di Italia e Svizzera, hanno ottenuto eccellenti risultati sul piano dell’assistenza alimentare alle famiglie (10 mila beneficiari in totale) attraverso il “cash based transfers”, metodologia che in Bolivia è stata adottata in risposta a situazioni di emergenza e post-emergenza, progetti di sviluppo comunitario e interventi diretti alla riduzione del rischio disastri e al rafforzamento delle capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.

L’analisi formulata dal Pam ha rilevato che i trasferimenti di denaro – realizzati attraverso sms, contanti, coupon cartacei o elettronici – oltre a risultare particolarmente efficaci in termini rafforzamento della sicurezza alimentare delle comunità, hanno generato un impatto positivo sulle economie locali, dal momento che i fondi messi a disposizione dei beneficiari sono stati utilizzati per acquistare generi alimentari, merci e prodotti utili alla sussistenza familiare presso le attività commerciali locali convenzionate con il programma.

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Esperti boliviani e italiani disegnano il nuovo Centro di Conservazione del Patrimonio Culturale a La Paz

Lo scorso 7 giugno, nella prestigiosa cornice dell’auditorium del Museo Archeologico Nazionale di La Paz, gli esperti della Cooperazione Italiana hanno presentato la bozza di piano programmatico per l’istituzione di un Centro di Conservazione dei Beni e del Patrimonio Culturale. Alla presentazione hanno partecipato più di 50 esperti e studiosi di spicco dei vari settori coinvolti nella conservazione e restauro del patrimonio culturale boliviano. La lunga attività di analisi tecnico-scientifica, sviluppata nell'arco di oltre un anno da parte degli esperti della Cooperazione italiana nel quadro di un’iniziativa di rafforzamento istituzionale del Ministero boliviano di Cultura e Turismo, si è conclusa con la prima definizione organica di progetto per la creazione del Centro di Conservazione, ritenuta fondamentale per la tutela dei Beni Culturali del Paese.
Si tratta del "Centro Plurinacional de Preservaciòn del Patrimonio Cultural Boliviano", la cui struttura e organizzazione tecnico-amministrativa è stata definita in un progetto di fattibilità che passerà ora al vaglio dell’esecutivo boliviano. Il Centro è concepito per dare soluzione agli attuali problemi in materia di conservazione del ricco patrimonio materiale e immateriale della Bolivia, relativo alle identità dei popoli nativi indigeni, le comunità afro-boliviane, le comunità interculturali e meticce, curando l'identità nazionale e latino-americana. L’obiettivo principale è quello di raggiungere l’autonomia necessaria per assicurare la conservazione e restauro dei beni culturali, istituendo una scuola boliviana sostenibile per la conservazione del patrimonio e la produzione di risorse per la conservazione di ogni espressione culturale esposta a fattori di deterioramento, realizzando piani di manutenzione adeguati e rafforzando una politica di conservazione preventiva.

L’evento di presentazione, aperto dal direttore della Sede AICS di La Paz, Felice Longobardi, ha visto gli interventi della direttrice generale del Patrimonio del Ministero di Cultura e Turismo boliviano, Sonia Aviles e del direttore del Laboratorio di Restauro di La Paz, Carlos Rua. Sono quindi intervenuti gli esperti italiani che, congiuntamente al personale della Sede AICS di La Paz, lavorano sul Programma di Assistenza Tecnica al Ministero di Cultura e Turismo finanziato dalla nostra Cooperazione. Simona Piras, esperta in gestione culturale e turistica, ha illustrato i tratti principali di tale programma, le cui attività stanno fornendo un importante contributo per il rafforzamento istituzionale della controparte ministeriale; Renzo Carlucci, esperto in tecnologie applicate ai Beni Culturali, ha quindi presentato la proposta tecnica, finanziaria e concettuale per la creazione del centro, che potrebbe diventare il punto di riferimento per l’articolazione di iniziative, esperienze e conoscenze degli strumenti adottati per la salvaguardia e la conservazione. In questo modo, tutti gli apporti conoscitivi andrebbero a confluire su di un unico polo centrale, per poi essere opportunamente scambiati e diffusi su più livelli: internazionale, nazionale, regionale, locale e delle comunità indigene.

Sul piano della localizzazione del Centro è stato individuato uno spazio di 800 m² nella zona della vecchia stazione ferroviaria di La Paz, area attualmente oggetto di interventi di recupero tesi alla creazione del Parco della Cultura. Considerato l’alto potenziale dell’area, che nel futuro prossimo sarà interamente dedicata alla cultura, ci si augura che il Centro possa sorgere proprio su questi terreni, attualmente di proprietà di Mi Teleferico, società statale responsabile della gestione dell’impianto a fune che permette il trasporto via cabinovia nell’area urbana di La Paz.


Bolivia - Rassegna Stampa

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