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Lotta alla violenza di genere: storie di cambiamento e resilienza nella regione del Corno d’Africa

Ogni anno, dal 25 novembre al 10 dicembre, la campagna internazionale dei 16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere rappresenta un richiamo globale all’azione: governi, società civile, organizzazioni internazionali e comunità locali si uniscono per rompere il silenzio, prevenire la violenza e promuovere l’uguaglianza di genere. In questo contesto, la Sede AICS di Addis Abeba rafforza il proprio impegno in Sudan ed Etiopia attraverso due iniziative emblematiche che intrecciano empowerment femminile, inclusione sociale, e protezione dai rischi di violenza: il progetto WE‑RISE! in Sudan e il Programma di prevenzione e risposta a GBV e alle problematiche di salute mentale in Etiopia. 

Sudan – WE-RISE!: dall’emancipazione economica alla leadership femminile 

Il progetto WE-RISE! (Women Empowerment for Resilience, Inclusion, Sustainability and Environment) è un progetto di cooperazione delegata, finanziato nell’ambito del Fondo Fiduciario di Emergenza dell’Unione Europea per l’Africa (EUTF), iniziato a gennaio del 2021 e implementato da AICS in partenariato con UN Women. Con un budget complessivo di oltre 12 milioni di euro e una durata estesa a 59 mesi, l’intervento opera negli Stati del Sudan di Kassala, Gedaref e Mar Rosso, coinvolgendo villaggi e comunità a Gedaref, Kassala, Port Sudan e zone circostanti.

Al cuore dell’iniziativa c’è la volontà di “creare un ambiente favorevole all’emancipazione economica delle donne che vivono nelle situazioni più vulnerabili“. Attraverso attività di formazione, accesso al credito, sostegno all’imprenditoria femminile e campagne di sensibilizzazione sulle norme sociali positive, il progetto invita le donne a diventare protagoniste del cambiamento della società. 

Una delle storie raccontate in questi anni, che ben incarna il valore di AICS riguarda alcune beneficiarie che, grazie al sostegno del progetto, sono diventate “gender champions” all’interno delle loro comunità, proprio per il loro contributo alla lotta contro la violenza di genere e la promozione di  nuove norme sociali. 

Un’altra testimonianza – raccolta nel pezzo “Cultivating Hope in Gedaref”– mostra come, anche in un contesto  di crisi e fragilità per il sanguinoso conflitto che dal 15 aprile 2023 è in corso nel Paese, le donne riescano a costruire percorsi di resilienza, generando un effetto moltiplicatore per le comunità locali.  

Nonostante il conflitto e le emergenze climatiche, WE-RISE! ha ampliato il proprio intervento includendo azioni mirate di prevenzione e risposta alla violenza di genere (GBV). Due attività, realizzate tra il 2024 e il 2025 in collaborazione con Intersos e Bitagdary, hanno offerto supporto psicologico, assistenza economica e spazi sicuri per le donne e le ragazze sopravvissute a violenze, nelle zone di intervento di Kassala e del Mar Rosso. Parallelamente, grazie alla collaborazione con Mercy Corps e Jasmar, il progetto ha promosso un cambiamento sociale più profondo, coinvolgendo leader comunitari e religiosi nella sensibilizzazione contro pratiche dannose e nella promozione dell’uguaglianza di genere. 

Il cuore di queste attività è il sostegno integrato alle sopravvissute: supporto psicosociale, assistenza monetaria diretta, servizi di salute riproduttiva e programmi di empowerment economico, per permettere alle donne di riappropriarsi della propria vita e del proprio ruolo sociale. In un contesto di guerra e sfollamenti interni, questo approccio non è solo umanitario, ma di resilienza. 

L’iniziativa ha raggiunto circa 21.000 beneficiarie e beneficiari con attività che spaziano dalla creazione di fondi rotativi e di associazioni femminili agricole —  associazioni produttive e di lavorazione alimentare — fino all’offerta di percorsi di formazione sulla leadership femminile in contesti lavorativi e sui diritti delle donne sul lavoro e sulla proprietà terriera, culminando nella fondazione di vere e proprie piccole imprese guidate da donne.

In questo scenario, la prevenzione della violenza di genere assume una rilevanza fondamentale: non va intesa unicamente come reazione a episodi conclamati, ma come intervento volto a modificare le dinamiche strutturali che alimentano l’esposizione ai rischi da parte delle donne, anche e soprattutto in contesti lavorativi. A tale scopo, le iniziative hanno posto l’accento sull’empowerment femminile, con una particolare enfasi sul consolidamento dei loro diritti lavorativi, di proprietà terriera e sulla creazione di una solida autonomia economica. 

Etiopia –  Programma di prevenzione e risposta a GBV e alle problematiche di salute mentale: risposta integrata alla violenza ed al trauma  

Credits: UNFPA

In Etiopia, AICS promuove un programma che affronta insieme violenza di genere e salute mentale nelle regioni colpite dal conflitto — Tigray, Afar, Amhara — e nella capitale Addis Abeba. Questo intervento riflette la convinzione che la lotta contro la violenza di genere significhi anche costruire istituzioni più inclusive, servizi più forti e comunità resilienti.

In collaborazione con il ministero della Salute etiope e partner internazionali, il programma si basa su due pilastri interconnessi. Il primo riguarda la prevenzione, protezione e risposta alla violenza di genere, attraverso il rafforzamento degli One Stop Centres – centri antiviolenza dove le sopravvissute ricevono in un unico luogo assistenza medica, legale e psicologica, costruendo un modello di risposta che unisce cura, protezione e prevenzione. A questo si affiancano la fornitura di attrezzature e materiale sanitario, la formazione del personale sociosanitario, legale e di polizia, la creazione di reti di riferimento integrate, il rafforzamento delle “safe houses” per garantire rifugio, protezione e percorsi di reinserimento, insieme a iniziative di supporto economico che favoriscono l’autonomia delle donne a rischio. Campagne di sensibilizzazione e formazione coinvolgono comunità, autorità locali e operatori sanitari, aumentando la consapevolezza sui diritti e sulle strategie di prevenzione e risposta.  

Credits: UNFPA

Il secondo pilastro riguarda la salute mentale e il supporto psicosociale. AICS promuove lo sviluppo di unità di salute mentale a livello locale, corredate da attività di sensibilizzazione, formazione del personale sanitario e fornitura di medicinali.  Le nuove unità offriranno sostegno non solo alle sopravvissute ma a chiunque viva gli effetti della violenza e della guerra – donne, uomini, giovani – contribuendo a ricostruire legami, fiducia e senso di sicurezza.  

L’effetto è quello di evolvere da una risposta emergenziale  ad un modello sistemico di prevenzione e protezione: ogni donna che accede al servizio diventa una potenziale agente di cambiamento, nella sua famiglia, nella comunità, nella società. 

Costruire un filo che unisce i due contesti 

La ratio che unisce queste due esperienze — apparentemente diverse per contesto geografico e operativo — è la scelta strategica della Cooperazione Italiana di concentrare l’azione su: 

  • l’empowerment delle donne vulnerabili esposte a rischi e vulnerabilità (economico, sociale, psicologico) 
  • la trasformazione delle norme di genere e della cultura comunitaria che legittima la violenza 
  • l’integrazione tra servizi (economici, psicosociali, legali) e la partecipazione attiva delle beneficiarie come agenti del cambiamento. 

In Sudan, il protagonismo femminile si innesta in un tessuto di fragilità e conflitto, facendo della resilienza un pilastro. In Etiopia, l’obiettivo è rafforzare servizi e istituzioni perché non solo reagiscano, ma prevengano e promuovano contesti protettivi. Entrambe le linee progettuali testimoniano come la violenza di genere non sia un fenomeno isolato, ma intrecciato con la povertà, l’esclusione, i conflitti e la disuguaglianza. 

Una visione italiana per il cambiamento 

La Cooperazione Italiana crede che ogni donna che acquisisce capacità, libertà e riconoscimento non sia solo una beneficiaria di un progetto di cooperazione, ma la protagonista di un cambiamento che riguarda l’intera comunità”.  Queste parole del Direttore AICS Addis Abeba Michele Morana incarnano la visione di interventi che guardano oltre l’emergenza, verso una trasformazione sociale e culturale.  

Un invito all’azione nei 16 Giorni 

Durante questi 16 giorni, la campagna assume un significato ancora più concreto nei contesti di Sudan ed Etiopia. Le donne raggiunte dai progetti WE-RISE! e GBV/MHPSS non sono solo numeri nelle statistiche ufficiali: sono storie di cambiamento, voci che esprimono resilienza e leadership, donne che passano dall’essere “protette” all’essere “protettrici” di comunità più giuste.

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