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Si è conclusa il 14 dicembre a Riyadh COP16-desertificazione, il terzo negoziato ONU di un anno intensissimo per la diplomazia ambientale. Il summit della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (UNCCD) è stato un successo di partecipazione con più di 20.000 presenze (un record assoluto), di cui circa 3.500 membri della società civile, con più di 600 eventi nell'ambito della prima Agenda d'azione per gli attori non statali. Bene anche gli impegni finanziari per sostenere progetti di rigenerazione dei suoli e lotta alla siccità: i pledge hanno superato complessivamente i 12 miliardi di dollari, un segnale importante che vede crescere il sostegno pubblico e privato.

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Nuovo piano per finanziare la cooperazione globale per il clima approvato a COP29 a Baku. Entro il 2035 si dovranno mobilitare 1.300 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi i via di sviluppo a mitigare ed adattarsi al cambiamento climatico, in particolare i Least Development Countries (LDC) e gli stati insulari in via di sviluppo (SIDS). L’impegno dei paesi industrializzati però si ferma a 300 miliardi all’anno da arrivare ad erogare entro 11 anni, da fonti pubbliche e private o attraverso le banche per lo sviluppo. Partendo peraltro dalla base attuale di già oltre 100 miliardi. Dopo due settimane di negoziato durissimo il testo più atteso e discusso sulla finanza climatica, sui cosiddetti New Collective Quantified Goal (NCQG), è stato adottato, nonostante l’opposizione di vari LDC e di paesi come l’India che hanno cercato all’ultimo di bloccare l’approvazione.

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L’Italia sostiene il processo di riforma del Paese, anche grazie al lavoro dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) che per il solo Vietnam gestisce progetti per un valore complessivo di 70 milioni di euro, essenzialmente concentrati nella gestione delle risorse idriche, igiene, la sanità, la statistica e gli effetti del cambiamento climatico.

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In un biennio che vedrà il Brasile guidare prima il G20 e poi presiedere alla 30° COP sui cambiamenti climatici, a dieci anni di distanza dall’Accordo di Parigi, il presidente Lula punta a ristabilire il prestigio della più grande nazione dell’America Latina.

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Oltremare intervista in esclusiva il presidente della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) per spiegare l’importanza della “COP dimenticata”.

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Continua il percorso verso la giustizia climatica nell'avvicinamento alla Cop29 di Baku

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