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Formazione sui tatuaggi all’henné presso la Maison de la Femme. Comune VI, Bamako – Maggio 2025 ©Niccolò Rastrelli/WeWorld

ALIS a Bamako: portare al centro il lavoro giovanile per rafforzare il futuro in Mali

La Cooperazione Italiana promuove inclusione sociale e lavoro per giovani e persone sfollate, unendo sostenibilità ambientale e opportunità economiche nella Comune VI di Bamako.

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Il Mali vive dal 2012 una crisi multidimensionale segnata da conflitti armati e instabilità politica, che compromette gravemente la coesione sociale e lo sviluppo economico. In un tale contesto e con il 60% della popolazione che ha meno di 25 anni, la mancanza di accesso a formazione e lavoro non è più solo una questione sociale, ma una vera emergenza strutturale.

Costruire futuro nei margini urbani

La strada principale del Marché des condiments di Bamako – Maggio 2025 ©Niccolò Rastrelli/WeWorld

In questo scenario complesso, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ha investito su formazione professionale, imprenditoria giovanile e ambiente come leve di cambiamento sostenibile. Il progetto ALIS – Accesso al Lavoro e Inclusione Sociale per i giovani maliani si inserisce in una strategia più ampia della Cooperazione Italiana, volta a rafforzare la resilienza delle comunità in condizioni di maggiore vulnerabilità, promuovendo l’autonomia economica e sociale dei giovani, delle donne, delle persone sfollate e dei migranti di ritorno.

L’iniziativa è realizzata da un partenariato articolato: WeWorld – come capofila -, LVIA (Associazione Internazionale Volontari Laici), CISV (Comunità Impegno Servizio Volontariato) e Hydroaid (Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo) collaborano con due attori istituzionali maliani chiave – APEJ (Agenzia per la Promozione dell’Impiego dei Giovani) e COGEVAD C VI (Comitato di Gestione e Valorizzazione dei Rifiuti nel Comune VI del Distretto di Bamako) – rafforzando così la localizzazione e sostenibilità degli interventi.

In Mali, offrire opportunità di lavoro e di impresa significa mettere in moto processi di cambiamento duraturo, capaci di trasformare il futuro e ridurre le spinte alla migrazione forzata. La sinergia tra WeWorld e la Cooperazione Italiana, in un approccio nexus che integra aiuto umanitario, sviluppo e pace, crea occupazione dignitosa, stimola l’innovazione locale e rafforza la resilienza delle comunità, con iniziative per la tutela ambientale e la gestione sostenibile dei rifiuti, per uno sviluppo realmente inclusivo e rispettoso delle risorse naturali. Il nexus emergenza-sviluppo è incarnato dai giovani che dai campi sfollati si impegnano in un percorso di crescita,” sono le parole usate da Viviana Bianchessi – Rappresentante Paese per WeWorld in Mali per raccontare l’approccio usato.

La formazione professionale come chiave di accesso al lavoro

Formazione sull’elettronica nel Centre de Formation Professionelle Missabougou, partner di WeWorld nel progetto ALIS. Quartiere di Missabougou, Comune VI, Bamako – Maggio 2025 ©Niccolò Rastrelli/WeWorld

L’impegno sull’accesso al lavoro dell’iniziativa passa dal rafforzamento di 18 Centri di Formazione Professionale, migliorandone infrastrutture, curricula e capacità del personale. L’obiettivo non è solo tecnico, ma sociale: formare giovani spesso ai margini – anche attraverso borse di studio – in settori ad alta occupabilità come il cucito, le costruzioni, l’elettricità e la trasformazione alimentare.

Per supportare la sostenibilità di queste attività, è stato creato un servizio di orientamento professionale pensato per seguire le persone lungo tutto il percorso, dalla formazione all’inserimento lavorativo, fino all’accompagnamento all’imprenditoria.

Imprenditoria e storie di riscatto

Giovani come Coulibaly, oggi titolare di una microimpresa di carne alla brace su una delle strade principali di Bamako, o ancora Mahamané, che distribuisce acqua potabile, dimostrano come un “piccolo” sostegno possa trasformarsi in un’opportunità reale. Grazie a finanziamenti imprenditoriali, formazioni su contabilità, marketing e strumenti digitali, il progetto favorisce la creazione di microimprese resilienti, capaci di generare reddito e rafforzare il tessuto sociale.

Ambiente e lavoro: due sfide, una risposta

Hawa, Batoma e Fati vivono nel sito per persone sfollate di Faladié, situato sopra una discarica di rifiuti. Si occupano di raccogliere e dividere i rifiuti di plastica per colore. Comune VI, Bamako – Maggio 2025 ©Niccolò Rastrelli/WeWorld

Il progetto interviene in un settore spesso trascurato ma cruciale: la gestione dei rifiuti solidi urbani. Le migliaia di famiglie che fuggono dagli scontri nelle aree settentrionali del Paese si riversano nelle regioni centrali e nella capitale. Questi arrivi massicci pesano sull’urbanizzazione, sempre più incontrollata, con forti ripercussioni sulla gestione dei rifiuti, che diventa in tal modo una sfida ambientale urgente, ma anche un potenziale volano occupazionale.

In quest’ottica, oltre 31 Gruppi di Interesse Economico sono stati attivati o potenziati per svolgere raccolta porta a porta, con l’ambizione di raggiungere 480.000 utenti. In questo modo, l’intervento genera lavoro, migliora le condizioni igienico-sanitarie e contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle discariche abusive. Parallelamente, sono state realizzate opere idrauliche comunitarie per gestire le acque piovane e reflue, riducendo l’esposizione a malattie e migliorando la resilienza urbana ai cambiamenti climatici.

Protezione e inclusione per le persone sfollate

A Bamako, la maggior parte delle persone sfollate risiedono nel Comune VI, in siti precari senza accesso a servizi pubblici od opportunità economiche. In un tale contesto, attraverso un approccio integrato che affronta anche le dimensioni migratorie e di protezione sociale, l’iniziativa della Cooperazione Italiana promuove servizi comunitari e individuali che permettano a migranti di ritorno e persone sfollate interne di ricostruire legami, reti di supporto e una vita dignitosa. Inoltre, il progetto facilita il dialogo tra autorità locali e cittadini, ponendo le basi per politiche migratorie più inclusive e radicate nel territorio.

Lavoro, dignità, futuro

Coulibaly. Comune VI, Bamako – Maggio 2025 ©Niccolò Rastrelli/WeWorld

Nella terra rossa di Bamako, tra il frastuono del traffico e il luccichio del fiume Niger, migliaia di giovani maliani e maliane stanno reinventando il proprio futuro. C’è chi cuce, chi intreccia, costruisce, pianta, cuoce, ripara e separa. Negli uffici e nelle aule si progetta, si insegna, si cura. Il progetto ALIS rappresenta molto più di un intervento tecnico: è una visione di sviluppo che rimette al centro il lavoro come strumento di autonomia e coesione, riconoscendo nei giovani e nelle persone sfollate non solo beneficiari, ma protagonisti del proprio cambiamento e di quello della loro collettività.

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