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Siria: la storia di Fatima

Nell’ambito dell’iniziativa AID 12469/01/0, il progetto “Darna Fase V – La nostra casa. Sostegno ai servizi sanitari e di protezione per la città di Raqqa e la sua provincia”, finanziato dalla Cooperazione Italiana, e implementato dalla OSC “Un Ponte Per...” in partnership con DOZ International, include una forte componente di contrasto alla violenza di genere. 

Fatima, 34 anni, sfollata da Aleppo e madre di sei figli, di cui uno con disabilità, viveva in condizioni di forte disagio economico a Raqqa. La crescente frustrazione del marito si è trasformata in grave violenza domestica (verbale, fisica e sessuale), portandola a un drammatico peggioramento fisico e psicologico. Temendo una grave malattia e impossibilitata dal marito a cercare aiuto, Fatima si è rivolta allo Spazio Sicuro per Donne e Ragazze (Women and Girls Safe Space – WGSS) di Un Ponte Per e DOZ International. 

La case worker specializzata in violenza basata sul genere (Gender-based Violence GBV) ha immediatamente fornito primo soccorso psicologico e, riconoscendo l’urgenza medica, l’ha indirizzata a uno specialista oncologico attraverso un sistema di rinvio inter-agenzia. I risultati hanno portato sollievo: i noduli erano benigni e sono stati rimossi chirurgicamente. 

Fatima ha continuato a ricevere supporto psicosociale individuale e di gruppo e ha partecipato a sessioni di sensibilizzazione sui diritti e sulla GBV, ricostruendo l’autostima e imparando a vivere libera dalla violenza. Ha ricevuto un dignity kit ed è stata indirizzata per riaprire la sua piccola attività di parrucchiera. 

Alla chiusura del caso, ha dichiarato: “Quando sono venuta qui, aspettavo la morte. Oggi, me ne vado aspettando un domani luminoso per me e i miei figli. La mia fiducia in me stessa è più forte ora e non ho più paura. 

La sua storia dimostra l’impatto trasformativo della gestione integrata dei casi di GBV, del supporto incentrato sulla sopravvissuta e dei meccanismi di rinvio coordinati, essenziali per trasformare la paura in resilienza e l’isolamento in emancipazione. 

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