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16 DAYS CAMPAIGN
In prima linea per le donne durante la pandemia, l’Aics in Myanmar si racconta

Nel mezzo della mobilitazione internazionale per  l'eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze che segue la giornata del 25 novembre, la cooperazione italiana continua a lavorare per combattere e porre fine a tutte le forme di violenza di genere.

Anche in Myanmar, come nel resto del mondo, le donne hanno dovuto affrontare nuove sfide a causa della pandemia di Covid-19, ciò che le ha particolarmente esposte ai rischi di abuso, sfruttamento e violenza. La violenza di genere è una sfida significativa per il Myanmar in circostanze normali, ma le restrizioni dovute alla crisi sanitaria hanno reso più difficile l’attuazione di una risposta coordinata, oltre ad aver riunito, su una scala senza precedenti, una varietà di fattori di stress, quali il blocco e politiche di coprifuoco, l’interruzione delle reti economiche, sociali e di protezione, i cambiamenti improvvisi nel funzionamento familiare, l’aumento dell’abuso di sostanze e la diminuzione dell’accesso ai servizi essenziali.

La presa di potere da parte dell’esercito birmano, avvenuta il 1° febbraio 2021, e la successiva repressione del dissenso hanno causato una battuta d’arresto nel processo di transizione democratica intrapreso dal Paese, con gravi conseguenze anche per le donne e per i loro diritti. Oltre a colpire il percorso di riforme verso l’uguaglianza di genere e i progressi compiuti negli ultimi anni, i recenti sviluppi politici mettono a rischio la sicurezza di donne e ragazze e il loro futuro

In questo contesto Le organizzazioni della società civile e femminili hanno lavorato duramente per rispondere ai crescenti rischi per la sicurezza, la salute e la protezione delle donne, ragazze, giovani e persone di diverse identità di genere e orientamento sessuale, creando anche una coalizione di Women Human Rights Defenders con lo scopo di prevenire la violenza e sostenere le donne sopravvissute alla violenza.

In questo contesto, la sede di Yangon dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) è al fianco delle donne, attraverso il programma “Gewe- Sostegno a donne e ragazze in situazioni vulnerabili nello Stato di Chin: dall’assistenza sociale all’emancipazione economica a lungo termine”, che ha sostenuto il dipartimento dell’assistenza sociale in Myanmar nella creazione di un meccanismo di prevenzione e denuncia della violenza contro le donne e ha fornito dispositivi di protezione individuale per consentire  la continuità dei servizi sociali rivolti a donne maggiormente esposte ai rischi e/o sopravvissute alla violenza, in particolare quella domestica. Inoltre, contribuendo all’iniziativa Women and Girls First (Wgf), realizzata in collaborazione con Unfpa, Aics sostiene l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva nelle zone rurali e per le popolazioni sfollate.

“Si rende sempre più necessario un approccio di gender mainstreaming ( integrazione della prospettiva di genere nelle politiche e nelle azioni a tutti i livelli) che tenga in considerazione la situazione di estrema vulnerabilità per molte donne e ragazze e il rischio di violenza a cui sono esposte. I bisogni delle donne dovranno essere accolti sia in programmi di sviluppo sia, soprattutto, in programmi di emergenza”, spiega Gianpiero Granchelli, esperto genere e diritti umani per Aics Yangon.

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