
La diplomazia dell’incontro di Leone XIV
Una vita missionaria e un impegno per il mondo. Cominciando dalla pace, con al fianco anche le organizzazioni della società civile italiana, già pronte a collaborare
Aperti al mondo, senza mai sentirsi “superiori” e mai chiudersi nel proprio “piccolo gruppo”. Capaci così di valorizzare la “storia di ciascuno” e la “cultura sociale e religiosa di ogni popolo”. È il cammino possibile indicato da Leone XIV, nell’omelia inaugurale del suo pontificato, domenica 18 maggio, di fronte a 156 delegazioni giunte da più continenti. Ed è la stessa biografia del papa, cittadino degli Stati Uniti e però anche del Perù, dove è stato missionario e vescovo tra il 1985 e il 2023, a interrogare e alimentare speranza. Anche nel mondo della cooperazione, presso chi resta impegnato in progetti di emergenza o di sviluppo, spesso in contesti di svantaggio e vulnerabilità.
“Le sue prime parole hanno richiamato con forza il valore universale della pace, da costruire con umiltà, perseveranza e fiducia nel dialogo” il commento di Link 2007, rete della società civile che rappresenta 15 organizzazioni, da Amref a Medici con l’Africa Cuamm. Di “valori universali che accomunano”, rispetto alla dignità della persona, alla solidarietà, alla giustizia e alla “convivenza pacifica tra i popoli”, riferiscono i responsabili di Cini, coordinamento di 11 ong parte di un network globale, come ActionAid o Save the Children. Con Oltremare condivide spunti e riflessioni Silvia Stilli, portavoce di Aoi, l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale. “Incoraggia anzitutto”, questa la prima lettura, “l’esperienza missionaria in Perù, in un Paese difficile, segnato anche da violazioni dei diritti e povertà”. Leone XIV, primo papa della storia nato negli Stati Uniti, ha acquisito la cittadinanza latino-americana nel 2015, unendo nella propria biografia idealmente nord e sud. E poi c’è la scelta del nome, con l’omaggio a Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, il pontefice dell’enciclica Rerum Novarum. “Fu il pontefice della Chiesa pastorale”, sottolinea Stilli, “con un impegno sociale che ci fa sperare in una sensibilità per il mondo della cooperazione e verso i Paesi più svantaggiati”.
Riecheggiano le parole di Leone XIV dopo l’habemus papam, dalla loggia centrale della basilica di San Pietro. “Non solo ha pronunciato tre volte la parola ‘pace’”, evidenzia Stilli, “ma ha anche citato l’ultima omelia di Francesco, a Pasqua, che aveva messo al centro le sofferenze dei popoli e l’urgenza della pace”. Secondo la portavoce, il nuovo pontefice “sembra vicino al pensiero di Jorge Mario Bergoglio nelle questioni globali e nei temi dell’Agenda 2030, ossia diritti, partenariati, lotta alla fame e a tutte le forme di povertà”.
Di “gioia” e di “fiducia” dice a Oltremare Ivana Borsotto, presidente di Focsiv, federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, con i suoi 97 soci al lavoro in circa 80 Paesi, Perù compreso. “Il Signore ci ha donato un papa vicino alla gente, sapiente e semplice, di intensa esperienza missionaria e di profonda dottrina”, la prima riflessione. “Un papa che si commuove e ci commuove. Un papa per una Chiesa aperta, che costruisce ponti. Un papa dell’accoglienza e della pace, che ci benedice con l’Ave Maria”. Una benedizione che abbraccia subito Chiclayo, la città del nord del Perù dove l’allora monsignor Robert Francis Prevost è stato vescovo. La sua cattedrale è divenuta luogo di incontro e di festa, con un susseguirsi di reportage giornalistici e dirette tv. “Condividiamo la gioia e la fiducia delle donne e degli uomini di Chiclayo”, dice Borsotto, “e preghiamo per il papa, preghiamo con lui”. Leone XIV è stato missionario anche nelle regioni andine e amazzoniche, a Chilucanas, Iquitos e Apurímac.
Un passato che ritorna nel presente e guarda al futuro, subito dopo la benedizione Urbi et Orbi. È l’8 maggio. “Permettetemi una parola, un saluto a tutti”, dice il papa, passando dall’italiano allo spagnolo, “e in modo particolare alla mia cara diocesi di Chiclayo, in Perù, dove un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha condiviso la sua fede e ha dato tanto, tanto per continuare a essere Chiesa fedele di Gesù Cristo”. Fedeltà e impegno interrogano oggi anche la politica. “Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre”, è ancora Leone XIV a parlare, sul sagrato di San Pietro. “A Gaza, i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame; nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti; la martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.
La prospettiva è quella della “diplomazia dell’incontro”, che vuol dire “ascolto con umiltà”, “compassione” e “bene comune”, come ricordato dal segretario di Stato Pietro Parolin durante un incontro alle Nazioni Unite dopo l’elezione papale. Riprende Stilli, convinta che con le ong italiane ci saranno “dialogo proficuo” e collaborazione: “In questi giorni le frasi forti di Leone XIV per la fine del conflitto a Gaza, denunciando l’orrore delle morti, e la disponibilità a mettere a disposizione la Santa Sede per far sedere a discutere di pace Russia e Ucraina, denotano un papa che vuol esercitare un ruolo nella diplomazia internazionale”. L’impegno è quello indicato nel discorso agli ambasciatori accreditati, ricevuti in udienza in Vaticano il 16 maggio. “È necessario”, evidenzia Leone XIV, “ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese che potessero insorgere in seno alla comunità internazionale”.
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
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