16 giorni, infinite storie di consapevolezza e cambiamento
In occasione della Campagna dei 16 giorni contro la violenza di genere, la Sede AICS di Islamabad ha selezionato storie di successo in Afghanistan e realizzato interviste in Pakistan, con l’obiettivo di dare voce alle donne coinvolte nelle iniziative di cooperazione in corso nei due Paesi di competenza, attraverso i canali social della Sede.

Photo credits: UNFPA – Un’ostetrica al lavoro presso la Family Health House di Masyan in Afghansitan, sostenuta dalla Cooperazione Italiana attraverso l’iniziativa “Supporto alle donne e alle ragazze adolescenti attraverso il potenziamento delle Family Health Houses (FHHs) quali hub centrali per la fornitura di servizi sanitari salvavita riproduttivi, materni, neonatali, infantili e adolescenziali” e attuata da UNFPA.
Queste testimonianze mostrano come le figure femminili, siano esse beneficiarie o professioniste locali, coinvolte nella realizzazione dei progetti, sono agenti di cambiamento, capaci di trasformare il ruolo della donna nella società e la sua percezione; capaci di ispirare altre donne e le nuove generazioni; di essere motore di innovazione, resilienza e di sviluppo economico; di raggiungere risultati che loro per prime non immaginavano; di rendersi conto della propria utilità e valore nella famiglia e nella comunità. È un approccio che sta progressivamente coinvolgendo anche quegli uomini che, a partire da una maggiore comprensione dei ruoli di genere e delle dinamiche ad essi connesse, sono interessati a migliorare il ruolo maschile che viene loro tramandato nella società in cui sono cresciuti.
La sede di Islamabad sta approfondendo l’analisi delle attività di gender mainstreaming attraverso il monitoraggio svolto tra agosto e ottobre dell’impegno trasformativo in atto. Sono 21 i progetti e le iniziative (10 in Afghanistan e 11 in Pakistan), del valore complessivo di quasi 48 milioni di euro, su cui è stato richiesto a 23 partner esecutori (141. in Afghanistan e 92. in Pakistan) un lavoro di riflessione tramite l’analisi, guidata da un questionario, di come la promozione dell’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile si realizzano.
Oltre alle sfide, all’attenzione per l’inclusione di persone con disabilità e/o di minoranze, alle raccomandazioni per il futuro e alle storie di successo che stiamo raccontando nei post della Campagna, è stato dato ampio spazio alle buone pratiche attuate.
In Afghanistan, il modello delle Family Health House3. , con ostetriche di comunità e un approccio “dalle donne per le donne”, ha garantito accesso equo ai servizi di salute materno neonatale e riproduttiva. Resta una sfida l’assunzione di personale femminile in tutti gli interventi, alle volte risolta impiegando coppie di coniugi o padre/figlia, per rispondere alla necessità di avere un marham4. . Tra le pratiche replicabili sono state segnalate il coinvolgimento attivo della comunità e dei leader locali per incrementare la fiducia nei progetti e consentire il coinvolgimento delle donne; la realizzazione di infrastrutture inclusive (rampe, spazi accessibili); la raccolta di dati disaggregati e il potenziamento dei servizi di supporto psicosociale per donne e ragazze. Per la resilienza economica, il modello di mezzi di sussistenza domestici (allevamento, orti, trasformazione alimentare) e la distribuzione di kit hanno favorito la creazione di reddito femminile rispettando le norme culturali.

Photo credits: Ibex Productions – Rabia Ali, Business Development Associate presso Ibex Productions, Islamabad, Pakistan, si è occupata della produzione dei contenuti delle lezioni radiofoniche, incluse quelle sulla parità di genere e lo sviluppo sostenibile nell’iniziativa “Radio Education – Promozione dell’apprendimento attraverso la radio nelle aree isolate del Pakistan” sostenuta dalla Cooperazione Italiana e attuata da UNESCO
In Pakistan i progetti esaminati hanno promosso modelli e pratiche per l’inclusione femminile. Tra questi il modello di cooperative agricole di villaggio5. per rafforzare la catena del valore; la formazione tecnica e i relativi collegamenti al mercato e la leadership femminile, per esempio nella produzione di creme idratanti, saponi e conserve, per consentire alle donne di avviare attività redditizie in casa; e il coinvolgimento delle comunità e dei familiari maschi per ridurre le barriere culturali. Sul fronte educativo, l’uso della radio per diffondere servizi educativi ha garantito il raggiungimento di bambine e ragazze in aree remote, mentre la formazione degli insegnanti su pedagogia inclusiva e tematiche relative all’impatto del cambiamento climatico ha reso l’insegnamento più partecipativo e attuale. Inoltre, la creazione di spazi sicuri per donne e ragazze e i meccanismi di feedback comunitario hanno rafforzato protezione e accountability.
Sono esempi di pratiche e comportamenti che, lavorando per la promozione dei diritti delle donne e ostacolando l’erosione delle possibilità di autodeterminazione e sopravvivenza, agiscono alla radice delle cause di violenza. Promuovere uguaglianza, autonomia e rispetto è il primo passo per costruire società libere da ogni forma di abuso.
1. UNFPA, WeWorld – GVC, NOVE ETS, Vento di Terra Onlus, CESVI Fondazione ETS, People in Need, INTERSOS, EMERGENCY, IOM, STFA – Special Trust Fund for Afghanistan (UNODC, ILO, UNDP, WHO, UNFPA), Banca Mondiale
2. UNESCO, UNDP, CIHEAM-Bari, Università Ca’ Foscari di Venezia, ILO, FAO, ISCOS, EAD, UNHCR
3. La Family Health House è un modello adottato da UNFPA e sostenuto da anni dall’Italia in Afghanistan, che è stato incorporato nella Politica Sanitaria Nazionale dell’Afghanistan 2025-2030. Attualmente la Cooperazione Italiana sostiene 27 FHH nella provincia di Herat con l’iniziativa realizzata da UNFPA “Supporto alle donne e alle ragazze adolescenti attraverso il potenziamento delle Family Health Houses (FHHs) quali hub centrali per la fornitura di servizi sanitari salvavita riproduttivi, materni, neonatali, infantili e adolescenziali” e ne sosterrà 26 (16 nella provincia di Herat e 10 in quella di Nangarhar) con l’iniziativa “Servizi salvavita di nutrizione e salute riproduttiva materna, neonatale, infantile e adolescenziale per returnee e popolazioni colpite da crisi” che inizierà a gennaio 2026.
4. Il marham è il marito o un parente stretto di sesso maschile che, secondo l’interpretazione della legge islamica applicata dalle Autorità De Facto, deve accompagnare una donna quando esce di casa.
5. All’interno dell’iniziativa a credito d’aiuto “Cofinanziamento italiano all’Iniziativa di Trasformazione Economica (ETI)” in Gilgit Baltistan (GB)- Pakistan del valore di 133,72 milioni di USD, co-finanziata da IFAD (International Fund for Agricultural Development) (50%), dal MAECI italiano (17%), dal Governo del GB (17%) e dalla comunità (16%).
