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Città intermedie come volano di sviluppo in Africa: Aics in prima linea ad Africities

Grazie alla partecipazione al summit pan africano di Africities, Aics ha contribuito al dialogo di alto livello sulla tematica dello sviluppo urbano sostenibile in Africa e sul ruolo delle città secondarie

L’Africa è il continente della resilienza e può diventare un modello per le altre regioni del mondo, e il motore di questo sviluppo può venire dalle città intermedie, se a queste viene concesso un posto di rilievo nella pianificazione territoriale strategica. Si è concluso con questo messaggio, e con l’impegno a potenziare governi locali e municipalità in tutto il continente africano, che sindaci, leader e delegati africani, hanno chiuso il nono summit Africities, tenutosi in Kenya nel mese di maggio.

Con il tema “Il ruolo delle città intermedie in Africa nell’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana’’, per la prima volta l’evento si è realizzato in una città secondaria, Kisumu. Con i suoi 344.487 abitanti (Censimento 2019), si tratta della terza città del Kenya, preceduta solo da Nairobi e Mombasa, e grazie ad Africities ‘è stata riportata sulle cartine geografiche’, come è stato riconosciuto entusiasticamente dai quotidiani locali.

L’evento viene organizzato sin dal 1998 su base triennale da United Cities and Local Government of Africa (Ucgla), per favorire il dialogo tra autorità, organizzazioni della società civile, esponenti del settore privato e partner di sviluppo su decentralizzazione e pianificazione urbana. Se è vero, infatti, che i grandi centri urbani africani in crescita sono anche motori di innovazione e impresa, è pur vero che l’urbanizzazione non controllata può avere conseguenze dirette sulla performance economica, dal momento che il 60% del PIL in Africa viene prodotto nella città.

L’Oecd allerta che entro il 2035 metà della popolazione africana sarà concentrata in aree urbane, con oltre 380 milioni di africani che si riverseranno nelle città – esercitando pressioni su servizi pubblici e mercato del lavoro, e con evidenti conseguenze in termini di inquinamento, insicurezza, e sovrappopolamento. Si prevede inoltre che entro il 2100, 13 delle più grandi megalopoli del mondo si troveranno in Africa. La crescita frenetica delle megalopoli in alcuni casi mette in crisi governi locali e nazionali, che non sempre riescono a realizzare una pianificazione urbana efficace e di conseguenza a garantire standard di vita adeguati ai cittadini; ne è un esempio la capitale del Kenya, Nairobi, dove migliaia di residenti vivono ammassati in insediamenti informali e con scarso accesso ai servizi. Queste sfide diventano ancora più urgenti alla luce della rapidità con cui il processo di urbanizzazione sta interessando il continente, che rischia di tradursi velocemente in flussi migratori massicci diretti verso i paesi più sviluppati, nel caso in cui non vengano sviluppate policy adeguate per garantire il diritto alla città a vecchi e nuovi abitanti.

Crediti: Aics Nairobi

I centri urbani di dimensioni ridotte possono invece rappresentare poli di sviluppo economico inclusivo ed equilibrato, assorbire i flussi migratori in maniera più organizzata e generare una crescita sostenibile. E proprio le città intermedie sono state al centro del dibattito e degli scambi portati avanti durante i cinque giorni di kermesse, con focus sulla creazione di città sicure, promozione di mobilità verde, adozione di sistemi circolari e generazione di posti di lavoro. La sede di Nairobi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), in coordinamento con la Sede di Roma e d’intesa con l’Ambasciata d’Italia a Nairobi, ha partecipato ad Africities con un proprio stand dove i visitatori hanno potuto visualizzare sulla mappa dell’Africa alcune delle iniziative chiave sostenute dalla Cooperazione Italiana in Africa per lo sviluppo urbano, e accedere ad approfondimenti a materiali media attraverso codici Qr specifici per ogni iniziativa. Dalla rigenerazione urbana degli slum in Kenya tramite interventi infrastrutturali, alla riqualificazione di un antico complesso religioso in disuso nel cuore della Medina di Tunisi; dagli sforzi fatti in Mozambico per la regolarizzazione della proprietà della terra in aree informali, al sostegno verso l’adozione di sistemi circolari nelle città del Sudan, il viaggio interattivo ha portato i visitatori alla scoperta delle iniziative dell’Aics in tema di rigenerazione urbana, riqualificazione di insediamenti informali, miglioramento dei servizi sociali, costruzione di infrastrutture, creazione di occupazione e conservazione del patrimonio culturale.

Crediti: Aics Nairobi

‘’Ad Africities abbiamo avuto un’opportunità unica non solo di interagire con la leadership di municipalità, governi locali e partner di sviluppo, ma anche di mostrare l’impegno italiano al fianco delle autorità per promuovere città più inclusive, verdi, sostenibili e resilienti nel continente africano’’, afferma Giovanni Grandi, titolare della sede Aics di Nairobi. ‘’L’Italia dopotutto è diventata un paese dall’unione di diverse città-stato, e vantiamo dunque una lunga tradizione di città secondarie importanti, che possono essere ottimi esempi di buon governo per i paesi partner’’, aggiunge.

Ad Africities, Grandi ha presenziato al dialogo di alto livello dedicato ai partner di sviluppo, dove ha partecipato al dibattito sull’efficacia della governance locale e il decentramento –un tema importante per il Kenya, che nel 2010 ha approvato una riforma costituzionale in tema di devolution –, e contribuito alla dichiarazione congiunta dei partner sulla crescente rilevanza delle città intermedie in Africa. È stato inoltre realizzato un incontro con il segretario generale di Ucgl Africa, Jean Pierre Elong Mbassi, per identificare eventuali sinergie e possibilità di collaborazione nel settore del decentramento.

‘’La partecipazione all’evento è stata strategica: abbiamo avviato dialoghi importanti con nuovi partner volti ad identificare azioni per il rafforzamento degli enti locali, oltre che aver presentato come le nostre iniziative intervengano a favore di uno sviluppo urbano sostenibile’’, dice Paolo Damato, coordinatore del settore sviluppo urbano della sede Aics di Nairobi. Damato ha partecipato come speaker ad una sessione organizzata da UN Habitat sul nesso tra economia blu e città intermedie, presentando l’iniziativa di cooperazione delegata Go Blue, finanziata dall’Unione Europea e realizzata dall’Aics con il Ciheam di Bari, che interviene infatti a sostegno dello sviluppo economico delle città costiere attraverso il rafforzamento delle filiere dell’economia blu.

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