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Cooperazione italiana a Loumbila, Burkina Faso ©TAMAT

BURKINA FASO
Co-sviluppare servizi climatici in Niger per l’agricoltura e la riduzione dei rischi idrometeorologici

Un team multidisciplinare italo-nigerino collabora da dieci anni sui servizi climatici nel paese saheliano, dove siccità e inondazioni mettono a rischio lo sviluppo sostenibile

Domenica 19 luglio 2020, ore 9:00, villaggio di Bossey Bangou, Niger sud-occidentale al confine con il Burkina Faso. La stazione idrometrica automatica segnala che il livello dell’acqua del fiume Sirba ha superato i 579 centimetri. Scatta l’allarme. Il Sistema locale di allerta precoce contro le inondazioni della Sirba (Slapis) avvisa in modalità automatica la Direzione dell’Idrologia a Niamey, che a sua volta informa la Protezione civile e i sindaci dei comuni rivieraschi.

Ventiquattrore ore dopo, a Touré, una cinquantina di chilometri da Bossey Bangou, Harouna Moussa constata che l’avviso che ha visto sul suo telefonino era veritiero: l’acqua del fiume arriva a lambire la soglia di colore giallo dell’asta idrometrica installata lungo la riva. Harouna, cellulare nella mano, scatta una foto e la invia tramite una app. La ricevono sia gli altri colleghi osservatori lungo il fiume, sia la Direzione dell’idrologia a Niamey. Il sistema ha funzionato: l’allerta è stata trasmessa 24 ore prima dell’arrivo della piena, autorità e comunità sono state avvertite che il livello della Sirba si stava pericolosamente innalzando e hanno potuto prendere le disposizioni necessarie.

L’allerta durerà ininterrottamente fino al 23 settembre con dei picchi parossistici di livello rosso a luglio, agosto e settembre. Per le popolazioni rivierasche della Sirba, così come per quelle del fiume Niger – in cui la Sirba confluisce – è stata una lunga estate da incubo, quella del 2020. A memoria d’uomo non si era mai vista tanta pioggia e tanta acqua nei fiumi, che straripavano ovunque. Nonostante i danni inevitabilmente subiti dalle infrastrutture e dai campi, Slapis, continuando ininterrottamente a informare le comunità locali e le autorità, ha permesso di ridurre considerevolmente l’ammontare dei danni a persone, bestiame e beni amovibili.

Slapis è un esempio concreto di servizio climatico, sviluppato nell’ambito del progetto Anadia2 cofinanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) in Niger. I servizi climatici sono strumenti di supporto agli individui e alle organizzazioni della società per prendere decisioni informate sul clima e sui rischi connessi (climate-smart decisions).

In Niger, la cooperazione italiana da oltre dieci anni sostiene un approccio collaborativo di ricerca per lo sviluppo nel campo dell’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione dei rischi connessi in agricoltura e più in generale nel mondo rurale. Attraverso le due fasi del progetto Anadia – Adattamento ai Cambiamenti climatici e riduzione del rischio di catastrofe in Agricoltura per la sicurezza alimentare, 2012-2016 e 2017-2021, è stato possibile stabilire e consolidare una partnership strategica tra Servizi Tecnici nigerini (Servizi meteorologico e idrologico nazionali – Dmn e Dh, Direzione delle statistiche agricole – Dsa, Sistema di allerta precoce – Sap tra gli altri), e istituzioni di ricerca italiane (Consiglio nazionale delle ricerche – Ibe/Cnr, Università e Politecnico di Torino-Dist).

Anadia ha promosso un rigoroso ma partecipato processo di valutazione dei rischi climatici nelle regioni di intervento per successivamente identificare i comuni particolarmente a rischio e favorire la definizione, condivisa con gli attori locali, delle strategie di mitigazione d’impatto più adatte. Anadia ha dunque sviluppato servizi climatici dedicati alle popolazioni rurali delle regioni di Dosso e Tillaberi in Niger, adottando un approccio flessibile ed integrato di ricerca per lo sviluppo e la formazione, che ha permesso di co-disegnare, co-sviluppare, co-testare e co-valutare con i partner nigerini e gli attori locali, dei servizi climatici che nella fase finale sono divenuti operativi. Si tratta in particolare di Slapis e dell’assistenza agrometeorologica per i produttori rurali contro le siccità.

Inondazioni

L’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni di inondazione sia fluviale che pluviale in Niger, in particolar modo nella zona sud occidentale, hanno portato già durante la prima fase di Anadia a identificare la necessità di sviluppare un sistema di allerta contro le inondazioni per il fiume Sirba, il principale affluente del fiume Niger nel suo medio bacino. Le piene della Sirba, infatti, sempre più intense e frequenti, hanno causato negli ultimi anni ingenti danni non solo alle popolazioni rivierasche ma anche a quelle che si trovano a valle della confluenza con il fiume Niger fino alla capitale Niamey.

Slapis è un sistema di allerta idrologica basato sulle comunità che fornisce previsioni di impatto delle piene. L’approccio di co-sviluppo del sistema è stato ripagato con il pieno coinvolgimento delle comunità rivierasche a tutti i livelli, dalla conoscenza del rischio, al monitoraggio fino alla comunicazione e risposta alle inondazioni. Il sistema, sviluppato nel 2018, è stato testato e progressivamente migliorato attraverso la collaborazione tra Dist, Ibe/Cbr, Dmn, Dh e autorità locali per diventare operativo nel 2020.

Il 2020 è stata un’annata idrologicamente eccezionale, in cui sono stati registrati i massimi livelli idrologici mai osservati, sia sulla Sirba che sul fiume Niger, che ha permesso di dimostrare pienamente il potenziale di Slapis: durante la stagione di monitoraggio, Slapis ha generato 18 avvisi automatici riguardanti i cambiamenti della soglia di rischio di inondazione e 22 bollettini prodotti semi-automaticamente con le integrazioni dei tecnici Dh per le autorità locali, al fine di dare l’allerta alle popolazioni. Slapis ha anche permesso di prevedere l’onda di piena che ha raggiunto la città di Niamey il 12 Agosto, monitorare i livelli del fiume Niger e mappare le zone inondate. Slapis ha suscitato notevole interesse tanto a livello nazionale che internazionale ed una sua estensione a tutto il bacino transfrontaliero della Sirba è stata richiesta dal Governo del Burkina Faso. La piattaforma d’informazione Slapis è accessibile all’indirizzo www.slapis-niger.org. Il sistema adotta una politica di dati e codici aperti ed è stato progettato per ricevere e scambiare dati idrologici osservati e previsti.

Siccità

L’agricoltura pluviale in Niger assicura il sostentamento di gran parte della popolazione ma è estremamente vulnerabile alla variabilità ed ai cambiamenti climatici. Le siccità, ma anche gli eccessi idrici, hanno un impatto devastante sulla produzione, soprattutto a causa della scarsa resilienza dei sistemi produttivi e dell’incapacità strutturale di adottare strategie di mitigazione da parte dei piccoli produttori. Fin dalla sua prima fase, Anadia, adottando l’approccio promosso dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) Climate smart agriculture, ha sviluppato un servizio di assistenza agrometeorologica al fine di sostenere i piccoli agricoltori nel far fronte al rischio di siccità, permettendo di ottimizzare le risorse disponibili e migliorare il rendimento delle colture. Il servizio è stato avviato dalla Dmn in tre comuni pilota nel 2014 per poi estendersi ad otto, in stretta collaborazione con i servizi tecnici comunali e le radio rurali.

Adottando un approccio di apprendimento sociale iterativo, negli anni sono stati messi a punto procedure di analisi e di previsioni agrometeorologiche adatte all’uso locale, un meccanismo di formazione ed informazione degli agricoltori, che dal 2018 al 2021 ha interessato 35 seminari locali, 700 villaggi e 1469 agricoltori capo-famiglia, nonché un efficace dispositivo di comunicazione basato su canali multipli, dalle radio rurali, ai messaggi di testo, messaggi vocali e social network. Nel 2015, alla conclusione della prima fase di Anadia, lo studio di impatto realizzato su un numero ridotto di utilizzatori aveva dimostrato come, nell’ambito delle attività di produzione, gli agricoltori facessero ampio uso di previsioni ed informazioni agrometeorologiche, ricevute direttamente o indirettamente attraverso il servizio di divulgazione agricola. Inoltre, l’utilizzo degli avvisi agrometeorologici risultava ridurre sensibilmente le perdite ed aumentare i rendimenti di circa il 20%. Nel 2020, una seconda valutazione di impatto è stata affidata ad un ente terzo, l’Istituto nazionale di ricerca agronomica del Niger, su un campione molto maggiore rappresentativo degli otto comuni pilota. I risultati hanno confermato sostanzialmente quelli del 2015, mostrando che i contadini formati e che utilizzano i servizi forniti hanno incrementato i rendimenti in media del 20%. I buoni risultati ottenuti e l’importante ritorno economico a fronte di un investimento modesto hanno fatto sì che il Governo del Niger abbia richiesto una estensione del servizio all’intera zona agricola del Niger.

Anadia e Anadia2 sono una testimonianza concreta del valore della ricerca tecnico-scientifica nella cooperazione allo sviluppo e delle sue applicazioni nel processo di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni dei paesi partner – missione fondamentale della presenza di Aics e dei suoi partner in Niger. In condizioni particolarmente avverse, come quelle del Niger, innovazioni anche minime nel sistema possono dimostrarsi incredibilmente concrete ed efficaci se concepite e sviluppate attraverso un processo partecipativo. La logica di “servizio” fa infatti da ponte tra il mondo della ricerca e gli utenti, a qualunque livello decisionale essi si trovino. Per produrre un servizio innovativo e perché questo sia utilizzato e dia dei risultati sul terreno occorre una forte sinergia tra competenze tecniche e conoscenze locali, instaurando così un rapporto reciproco di collaborazione e fiducia tra le parti. Tale simbiosi tra gli attori si costruisce con il tempo, attraverso attività di trasferimento di conoscenza e processi inclusivi, basati sull’interazione continua tra ricerca, tecnici e società civile. Iniziative di Cooperazione di questo tipo meritano di essere diffuse come buone pratiche della Cooperazione Italiana nel mondo, che si fa polo aggregatore di partenariati strategici volti all’innovazione per lo sviluppo sostenibile.

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