Dalla blockchain nell’immobiliare all’online counseling negli slum: il Kenya abbraccia la rivoluzione digitale
Le storie di Robert e Tabitha, due giovani imprenditori di Nairobi, rivelano il potenziale delle tecnologie digitali come nuova frontiera dello sviluppo inclusivo e globale.
A soli 29 anni, Robert ha fondato una sua startup che fa uso delle più avanzate tecnologie digitali, e vanta, grazie a questo, premi e riconoscimenti ottenuti grazie alla partecipazione a competizioni prestigiose, come la “Techpreneur of the Year” e la “Global Legal Hackathon”. La sua “My Shamba Digital”, creata nel 2021, ha l’obiettivo di ridurre frodi e risolvere controversie nel settore immobiliare. Robert parla di tokenizzazione delle proprietà e blockchain, mentre il suo collaboratore di 26 anni, che in passato ha lavorato nelle sedi keniane di Microsoft e Amazon, ci mostra la piattaforma creata e spiega come intendano integrarla con sistemi di intelligenza artificiale. Non siamo nella Silicon Valley, ma a Nairobi, capitale del Kenya, precisamente nel quartiere Upper Hill, dove attività commerciali e uffici si inerpicano tra le colline verdi solcate dal traffico disordinato della capitale.
Secondo le stime, in Kenya oltre 2 milioni di persone all’anno sono vittime di frodi immobiliari, complici la mancanza di un sistema di registrazione dei titoli di proprietà centralizzato e sicuro, episodi di corruzione, e la scarsa conoscenza della legislazione da parte dei cittadini. “Si tratta di un problema che tocca tutti i segmenti della società; ricchi, poveri, classe media, perché riguarda anche temi come eredità famigliari e successioni”. Una delle truffe più comuni riguarda la vendita di proprietà inesistenti o le vendite multiple, ovvero la vendita della stessa proprietà a più acquirenti. I truffatori, spesso con la complicità di funzionari corrotti, creano documenti falsi per vendere immobili che non esistono o per vendere più volte la stessa proprietà a persone diverse, causando infinite dispute legali e immani perdite finanziarie.
“La tokenizzazione degli asset immobiliari proposta da My Shamba Digital permette che ad ogni proprietà venga attribuito un codice univoco, trascritto poi sulla tecnologia blockchain: in questo modo, ogni proprietà diventa “unica”, difficilmente modificabile o preda di hacker”, ci spiega Robert. Una volta registrato su blockchain, infatti, il codice attribuito con il token digitale rende l’asset facilmente tracciabile e meno vulnerabile a frodi, poiché le informazioni registrate su blockchain sono difficilmente modificabili. Oltre a questo, la start up garantisce accesso a un pool di professionisti (avvocati, geometri, valutatori, pianificatori, architetti) e mette a disposizione, tramite il suo ‘hub’ informativo, una serie di informazioni fondamentali per aiutare i clienti ad essere aggiornati sulle disposizioni vigenti nel campo immobiliare e quindi sui propri diritti.
Robert è un giovane ambizioso e ha intenzione di rafforzare My Shamba Digital; per farlo, ha anche partecipato al Programma di accelerazione offerto dal Centro di Incubazione e di Accelerazione di Imprese E4Impact, nato a Nairobi grazie al supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Il programma è completamente gratuito e personalizzato; supporta gli investitori keniani attraverso formazioni e servizi professionali, mettendoli in rete con potenziali investitori e con altri imprenditori, organizza visite studio e partecipazioni a fiere dedicate. “Nel 2021 sono venuto a conoscenza del programma attraverso LinkedIn; da allora abbiamo ricevuto moltissimo supporto, un supporto che prosegue fino ad oggi. Ci ha migliorato in termini di visibilità, aiutandoci ad accedere a varie competizioni, e ha migliorato la nostra strategia di marketing. Siamo entrati in contatto con altri imprenditori, esperti, e potenziali partner, che mi hanno anche aiutato a definire il concetto di blockchain che ho poi introdotto in My Shamba”.
Il mio viaggio prosegue; lascio Upper Hill e parto alla volta di Mukuru Kwa Njenga, tutt’altro quartiere: si tratta di una baraccopoli di lamiera nella periferia di Nairobi, dove trovano casa almeno 100.000 persone – in verità, nessuno sa quante siano davvero. Sono venuta qui per incontrare Tabitha di ResQ247, altra startup che fa uso di tecnologie digitali, questa volta nel settore sanitario. Anche ResQ247 è tra le compagnie che ha usufruito dei corsi al Centro di E4Impact, e grazie ai quali ha creato un solido network e migliorato la propria presenza digitale.
ResQ247 ha creato un’app di assistenza sanitaria virtuale che, tra le altre cose, consente di contattare un’ambulanza, organizzare evacuazioni di emergenza in caso di disastri, e realizzare consulenze online con professionisti sanitari, tra cui Tabitha, che si occupa di psicologia e salute mentale all’interno della start up. Insieme, siamo andate a visitare una scuola secondaria nel cuore dello slum, con cui Tabitha vorrebbe cercare una collaborazione. Sono infinite, profonde e impossibili da immaginare, le problematiche che riguardano la grande fetta della giovane popolazione suburbana che abita gli insediamenti informali: matrimoni giovanili, gravidanze precoci, abusi, violenza domestica e uso di stupefacenti, conseguenze dirette della povertà e vulnerabilità di chi vive ai margini.
“È evidente che queste problematiche abbiano un impatto sulla salute mentale delle persone”, mi spiega Tabitha. Mi racconta anche dello stigma che ancora colpisce chi senta la necessità di confidarsi con uno specialista per cercare aiuto, specialmente nel caso in cui si tratti di uomini. “Vengono considerati deboli. In questo, le tecnologie digitali aiutano, perché i clienti si sentono più liberi di esprimersi se lo fanno da casa loro, oppure da un’aula in disparte messa a disposizione dalla scuola”.
Mentre lascio Mukuru Kwa Njenga, penso a Robert e alla tokenizzazione e alle aule scolastiche di Mukuru, e mi viene in mente che la vera rivoluzione non è solo nelle tecnologie utilizzate, ma nella determinazione e nella visione di giovani imprenditori come Robert e Tabitha.