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KENYA
Aics Nairobi lancia la rassegna “Sprouts – storie di cambiamento ed emancipazione”

Questo spazio è stato pensato e creato dalla sede keniana dell'Agenzia per raccontare storie d’impatto del sistema di cooperazione italiano.

Ogni volto è una storia. Lavorare in cooperazione significa lavorare con persone, entrare nelle loro vite, ascoltare le loro storie. Significa avere un piccolo ruolo nella vita di altre persone, camminare assieme a loro e fare in modo che queste persone possano realizzare il proprio potenziale. E questi volti, queste storie, è importante che vengano raccontati non solo per ispirare il nostro lavoro, ma soprattutto invece perché mostrano come sia possibile lavorare assieme ai propri partner per rendere il mondo un posto migliore.

Qui ad Aics Nairobi, abbiamo l’opportunità di conoscere tante persone e il privilegio di poter ascoltare le loro storie in prima persona, e abbiamo deciso di condividerne alcune, non attraverso le nostre parole ma attraverso le persone stesse, che si raccontano per noi. È così che è nata la rassegna Sprouts – Storie di cambiamento ed emancipazione, una rassegna in cui diamo voce a persone con cui l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo o la Cooperazione Italiana hanno condiviso una parte di percorso. L’aspetto che si vuole sottolineare non è però il ruolo dell’Aics, ma il fatto che queste persone, questi protagonisti sono riusciti ad emanciparsi e hanno poi deciso di mettersi al servizio della propria comunità e diventare, a loro volta, agenti di cambiamento.

Il titolo scelto, Sprouts (in italiano letteralmente “germogli”), vuole proprio indicare questo: la Cooperazione Italiana ha contribuito a piantare un seme, che poi è germogliato, cresciuto e sta dando i suoi frutti. La prima storia di questa rassegna è la storia del dottor Washington Njogu, direttore sanitario dell’ospedale Ruaraka Uhai Neema Hospital, localizzato nella periferia di Nairobi.

Il dottor Washington Njogu

Il dottor Washington Njogu nel suo studio. © Aics Nairobi

Njogu ci accoglie con un gran sorriso. È una persona carismatica, con gli occhi vispi e pieni di curiosità, energia. Da circa 15 anni lavora al Neema Hospital, che ha visto nascere con i suoi occhi. Njogu si è laureato in medicina nel 1998, all’Università di Perugia, e ha deciso di tornare nel suo Paese, il Kenya, per mettere al servizio della sua comunità le abilità apprese grazie alla borsa di studio ricevuta dalla Cooperazione Italiana. Una volta rientrato a Nairobi, ha conosciuto World Friends, organizzazione della società civile con cui ha iniziato a lavorare nelle periferie della città con progetti di prevenzione, educazione sanitaria e formazione.

Come ci racconta Gianfranco Morino, chirurgo e coordinatore di World Friends in Kenya, nonché vice-direttore del Neema Hospital che, possiamo dire, ha visto crescere Njogu, dalle attività di campo emergeva chiaramente il bisogno di avere un ospedale di riferimento in cui le persone più svantaggiate potessero accedere a servizi sanitari di qualità. È proprio questo bisogno a dare il la alla fondazione del Ruaraka Uhai Neema Hospital, nato da una collaborazione tra l’Arcidiocesi di Nairobi, il Cisp e World Friends, un posto in cui la sanità è al servizio del paziente e la salute è considerata un diritto.

Njogu insieme al dottor Gianfranco Morino, chirurgo e coordinatore di World Friends in Kenya. © Aics Nairobi

L’ospedale, che accoglie in media 10.000 pazienti al mese, è diventato nel tempo un punto di riferimento per gli ambulatori situati all’interno degli insediamenti, spesso privi di personale ed attrezzatura adeguati.  Il forte legame con il territorio e con le strutture locali rappresenta il punto di forza della struttura, ed è uno dei motivi per cui, nel 2023, l’ospedale è stato scelto fra 70 altre strutture sanitarie da esperti del governo keniano come miglior progetto innovativo ai “Quality Healthcare Awards” del ministero della Salute del Kenya, evento in cui è stato premiato anche il dottor Njogu come miglior direttore sanitario.

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