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SENEGAL
Ad alt(r)a voce. Donne e radio per migliorare la salute sessuale e riproduttiva nel sud del Senegal  

Qui, come in molti Paesi africani, le stazioni comunitarie danno voce e informano i cittadini. Grazie a loro Cospe, nell'ambito del progetto Essere Donne, ha lanciato una campagna di sensibilizazzione

Il segnale di alcune di loro non va al di là di qualche chilometro, altre invece si spingono al multimediale con dirette Facebook e primi video. Le radio comunitarie in Senegal, come in molti altri Paesi africani, danno voce alle comunità. È dai microfoni di queste radio, più di 200 in tutto il Paese, che i cittadini comuni discutono di questioni che li riguardano da vicino, come le relazioni di genere, la salute, l’accesso all’istruzione per i figli e altro ancora.

Nella regione di Sedhiou, a sud del Senegal, i gruppi di donne coinvolte nel progetto Essere Donna, realizzato da Cospe con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), hanno deciso di lanciare una campagna di comunicazione per informare e allargare la partecipazione di altre donne e ragazze alle attività di sensibilizzazione e mobilitazione sui temi della salute sessuale e riproduttiva che hanno elencato come prioritari attraverso delle agende.

La campagna di comunicazione è stata realizzata tra il 2022 e i primi mesi del 2023 con una carovana, un forum in varie località dei tre dipartimenti e trasmissioni su sette radio comunitarie e una di dimensione regionale. I forum sono stati seguiti anche da tre televisioni regionali e dalla stampa online tramite un lavoro di ufficio stampa che ha permesso di dare risonanza agli eventi.

“Mi ricordo ancora nella puntata in cui si davano informazioni sulle procedure e l’importanza di registrare i bambini e i matrimoni all’anagrafe. La trasmissione non era ancora finita e ho visto correre ed entrare nel cortile della radio un anziano. Ci ha raccontato di sua figlia che non riusciva a ottenere il divorzio perché non aveva il certificato di matrimonio. L’ho invitato a entrare, ad attendere la fine della trasmissione e a chiedere direttamente all’avvocata che Cospe aveva coinvolto”. Così Moussa Dramé racconta l’esperienza di Gabou Radio, che dirige dal 2009. Nata per contribuire alla pacificazione della Casamance. Il conflitto nella regione senegalese della Casamance è tra i più tristemente longevi del continente. Iniziato nel 1982, esso affonda le sue radici sulla rivendicazione da parte dei ribelli della Casamance della loro identità etnico-culturale e di una più egualitaria distribuzione delle risorse all’interno del Paese.

 

Gabou Radio

Gabou Radio

 

Moussa insieme a Yaya Ndiao, che segue il ciclo di trasmissioni per Radio Kambeng a Bounkiling, confermano l’interesse per il format scelto – la diretta con microfono aperto – e il taglio utilizzato nelle trasmissioni: medico scientifico da un lato e legale dall’altro. I riscontri del pubblico sono evidenti sia nella partecipazione in diretta che per le visite alle radio di ascoltatori e per i commenti raccolti sulle pagine facebook da Gabou Radio.

Le tematiche che hanno suscitato ad oggi maggior dibattito (le trasmissioni sono ancora in corso) sono quelle legate alle mutilazioni genitali femminili, alle violenze sulle donne, allo stato civile. Molte le chiamate di uomini che in diretta contestavano le informazioni e affermavano la supremazia della dimensione culturale, sulla legge e la scienza. “Sappiamo che è difficile denunciare queste violazioni ma lo dobbiamo a noi stesse e alle generazioni future. Bisogna denunciare le violenze, gli stupri anche se avvengono in ambito domestico e le pressioni familiari per salvare la reputazione della famiglia sono tante. Serve dare un segnale forte di non impunità e di giustizia per le vittime” afferma Mariama Goudiaby, coordinatrice del progetto Essere Donna.

L’associazione Casades, coinvolta dalla Regione medicale, ha sperimentato dal 2019 strategie diversificate per sensibilizzare il maggior numero di donne possibili. A fianco di momenti collettivi, chiamati “Spazi di dialogo comunitari”, si fa un vero e proprio porta a porta: visite dirette nella case delle donne. Parlare in pubblico di salute sessuale e riproduttiva può non essere e soprattutto fare domande davanti a tutti in un contesto in cui non è socialmente accettato, figuriamoci poi su questi argomenti. Ecco allora che le animatrici di Casades si recano nelle case, familiarizzano, cercano di conquistarsi la fiducia delle donne e di rispondere alle loro domande. “Una di queste”, racconta Hawa Dramé, la coordinatrice, “in casa non rispondeva, diceva che doveva aspettare il marito per rispondere alle loro domande, ma ascoltava le informazioni che davamo. Qualche giorno dopo mi ha telefonato e mi ha fatto moltissime domande e dopo qualche settimana ho saputo che stava meglio e che stava lei stessa dicendo ad altre donne di rivolgersi ai centri salute o a noi per avere informazioni e stare meglio”.

Casades cerca anche di coinvolgere gli uomini in confronti di coppia sulla pianificazione familiare e sensibilizzando sulla mascolinità positiva e sull’importanza del supporto del marito alla vita domestica. Di sicuro il percorso avviato con Essere Donna ha moltiplicato il numero di donne coscienti dei propri diritti, la conoscenza e quindi la voglia di contribuire al miglioramento della propria condizione. Le azioni di comunicazione hanno moltiplicato e amplificato i messaggi e le informazioni. Le radio in particolare sono stati megafoni ma anche nuovi spazi conquistati dalle donne. Onde che si propagano per l’affermazione dei propri diritti.

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