Dichiarazione congiunta dei donatori sugli aiuti umanitari a Gaza

La dichiarazione è stato firmata dai Ministri degli Esteri di Australia, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Data:

20 Maggio 2025

Tempo di lettura:

2 min

Traduzione di cortesia. Per la versione originale in lingua inglese clicca qui.

Pur riconoscendo i segnali di un limitato riavvio degli aiuti, per oltre due mesi Israele ha bloccato l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Cibo, medicinali e forniture essenziali sono esauriti. La popolazione rischia di morire di fame. Gli abitanti di Gaza devono ricevere gli aiuti di cui hanno disperatamente bisogno.

Prima del blocco, le Nazioni Unite e ONG umanitarie hanno consegnato aiuti a Gaza, lavorando con grande coraggio, a rischio della vita e facendo fronte alle grandi difficoltà di accesso imposte da Israele. Queste organizzazioni si impegnano a sostenere i principi umanitari, operando con indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità. Sono dotate delle capacità logistiche, dell’esperienza e della copertura operativa necessarie per fornire assistenza in tutta Gaza a chi ne ha più bisogno.

Secondo le informazioni disponibili, il Gabinetto di Sicurezza israeliano ha approvato un nuovo modello per la consegna degli aiuti a Gaza, che le Nazioni Unite e i nostri partner umanitari non possono sostenere. Hanno chiarito che non prenderanno parte ad alcun accordo che non rispetti pienamente i principi umanitari. I principi umanitari sono importanti per ogni conflitto nel mondo e dovrebbero essere applicati in modo coerente in ogni zona di guerra. Le Nazioni Unite hanno espresso il timore che il modello proposto non sia in grado di fornire aiuti in modo efficace, con la rapidità e l’ampiezza richieste. Questo sistema mette a rischio i beneficiari e gli operatori umanitari, mina il ruolo e l’indipendenza delle Nazioni Unite e dei nostri partner fidati, e lega gli aiuti umanitari a obiettivi politici e militari. L’aiuto umanitario non dovrebbe mai essere politicizzato e il territorio palestinese non deve essere ridotto né sottoposto ad alcuna alterazione demografica.

Come donatori umanitari, abbiamo due chiari messaggi per il governo di Israele: consentire immediatamente la piena ripresa degli aiuti a Gaza e mettere in condizione le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie di lavorare in modo indipendente e imparziale per salvare vite umane, ridurre le sofferenze e preservare la dignità. Rimaniamo impegnati a rispondere ai bisogni urgenti che vediamo a Gaza. Ribadiamo, inoltre, con fermezza che Hamas deve rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi rimanenti e permettere che la distribuzione dell’assistenza umanitaria avvenga senza interferenze. È nostra ferma convinzione che un immediato ritorno al cessate il fuoco e l’impegno per l’attuazione della soluzione a due Stati rappresentino l’unica via per portare pace e sicurezza a israeliani e palestinesi e garantire nel lungo termine stabilità per l’intera regione.

Questa dichiarazione è stata firmata da:

I Ministri degli Esteri di Australia, Austria, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

L’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vice Presidente della Commissione Europea, il Commissario UE per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi e il Commissario UE per il Mediterraneo.

Ultimo aggiornamento: 20/05/2025, 14:56