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Una nuova generazione di restauratori giordani con il sostegno dell’Italia

Fondata nel IV secolo a.C., Jerash fiorì sotto il dominio romano come Gerasa, una delle città più importanti dell’Impero, che conserva ancora oggi un’estensione di 80 ettari in condizioni straordinarie. È qui che prende vita il primo dei due cantieri didattici organizzati nel cuore del sito archeologico dall’Università degli Studi Roma Tre, nell’ambito del progetto finanziato da AICS, Establishment of a Regional Center for Conservation and Restoration (RCCR) - Jerash, di cui l’ateneo è ente esecutore.

Sotto il sole implacabile di mezzogiorno, tra elmetti gialli e camici bianchi, quindici giovani restauratori lavorano alacremente. In piedi sui ponteggi, si concentrano su un solido pilastro in pietra, arricchito da eleganti nicchie a forma di conchiglia. Questo basamento, nell’antica Jerash romana, sorreggeva quattro maestose colonne di granito rosa, oggi scomparse. Altri tre pilastri identici formavano il cosiddetto Tetrakionon, un complesso di quattro elementi angolari ciascuno costituito da quattro colonne, situato all’intersezione tra il Cardo e il Decumano, le due vie principali della città.

Sito archeologico di Jerash. Cantiere didattico del Tetrakionon

A soli 50 km a nord della capitale Amman, Jerash è il secondo sito archeologico più importante della Giordania dopo Petra, e attira ogni anno milioni di turisti. La Giordania, con i suoi sette siti iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, custodisce uno dei patrimoni archeologici più ricchi del Mediterraneo: luoghi biblici, castelli nel deserto e preziosi mosaici bizantini e omayyadi punteggiano i suoi suggestivi paesaggi desertici. Tuttavia, preservare questa eredità rappresenta una sfida.

Per questo motivo, le autorità giordane si sono rivolte all’Italia, nota per la sua eccellenza nella formazione di restauratori e conservatori. Una collaborazione che affonda le sue radici nel tempo: la Missione Archeologica Italiana è presente in Giordania dal 1928 e opera a Jerash dal 1977. Questo rapporto di fiducia ha portato, nel 2017, alla creazione del progetto RCCR, sostenuto da AICS e realizzato con il Department of Antiquities (DoA) della Giordania. Dopo una prima fase conclusa nel 2022 e coordinata dall’UNOPS, nel novembre 2023 è iniziata la seconda fase, dedicata alla formazione di una nuova generazione di restauratori giordani.

Il RCCR si trova in un edificio restaurato e allestito dall’UNOPS, un’ex stazione di polizia trasformata in un moderno centro di formazione. Con 800 metri quadrati di laboratori all’avanguardia, ospita corsi su biologia, chimica e geologia applicate al restauro. I 15 partecipanti sono stati selezionati con cura dal DoA per garantire un alto livello di competenze: restauratori di mosaici, ceramica, vetro, metalli, pietra e materiali decorativi, oltre a ingegneri, storici ed epigrafisti.

Esercitazione didattica di pulitura con laser nei laboratori del Regional Center for Conservation and Restoration (RCCR) di Jerash

Il programma, coordinato dal professor Mario Micheli dell’Università Roma Tre, prevede due anni di formazione intensiva. “Nel primo anno abbiamo affrontato corsi paralleli: uno sui manufatti, come ceramica, vetro e metalli, e uno dedicato ai materiali architettonici, pietre e mosaici,” spiega il professor Micheli. Nel secondo anno, i partecipanti metteranno in pratica le competenze acquisite nei cantieri didattici, restaurando uno dei pilastri del Tetrakionon e un importante mosaico pavimentale bizantino. L’obiettivo finale del progetto è l’autonomia del RCCR, che si raggiungerà grazie al metodo del Training of Trainers (ToT), trasformando i partecipanti in formatori. “Questo richiederà tempo,” sottolinea il professor Micheli, “ma il sostegno dell’Italia non mancherà. Lavoriamo per garantire che il RCCR diventi un riferimento regionale per la conservazione del patrimonio culturale.

Il direttore generale del DoA, professor Fadi Bala’awi, conferma: “L’Italia è stata la nostra prima scelta. Abbiamo una lunga storia di collaborazione e condividiamo valori culturali comuni. Il RCCR diventerà un hub regionale, capace di trasferire conoscenze a Paesi colpiti da conflitti, come Siria e Iraq.

26 giugno 2024 – Cerimonia di consegna dei certificati alla fine del primo anno di formazione

La dottoressa Roxane Weber, direttrice di AICS Amman, sottolinea il ruolo strategico del progetto: “Il RCCR può diventare un modello di eccellenza, rafforzando il ruolo della Giordania come leader regionale nella conservazione del patrimonio culturale.” Nonostante le sfide economiche legate alla dipendenza dal turismo, la creazione di un centro come il RCCR rappresenta un investimento cruciale per il futuro del Paese. Lo scorso settembre, il centro è stato inaugurato da Re ‘Abd Allāh II di Giordania alla presenza dell’ambasciatore italiano e dei partecipanti. Con determinazione ed entusiasmo, i giovani restauratori giordani stanno costruendo le basi per una nuova era di conservazione, in cui cultura e cooperazione diventano strumenti di sviluppo sostenibile e di pace. Domani mattina si ricomincia: l’eredità di Jerash continua a vivere.

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