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Tra passato e futuro, Palestina ospitale

Il villaggio di Betania (in arabo Al-Azariya) si trova a pochi chilometri da Gerusalemme, sulle pendici orientali del Monte degli Ulivi. Sin dai primi secoli del Cristianesimo sono stati tramandati i racconti di diversi soggiorni di Gesù nel villaggio, quando fu ospite degli amici Lazzaro, Marta e Maria, e quando resuscitò.

Il luogo è diventato così un importante centro di pellegrinaggio e fino a tempi recenti ha ospitato centinaia di migliaia di turisti ogni anno. Con la costruzione del Muro di Separazione, Betania è stata divisa dal Monte degli Ulivi e da Gerusalemme, causando una sensibile diminuzione del numero di turisti, che visitano il sito rapidamente e non portano benefici alla comunità locale, non si fermano per shopping o per sostenere gli esercizi commerciali.

Grazie al Progetto Betania ospitale: sviluppo sostenibile a sostegno della comunità locale, finanziato da AICS con un contributo di oltre un milione di euro (pari al 74% del valore totale), interventi restaurativi e formazione del personale porteranno quei benefici tanto attesi, necessari a migliorare l’offerta turistica e a rilanciare un ruolo attivo della società civile, in diverse forme partner dell’iniziativa. Capofila del progetto è ATS pro Terra Sancta, che lavora nel villaggio dal 2014.

Ayman Nafee ha 28 anni e alle spalle una lunga storia di sacrificio e riscatto professionale. Seduto tra alcuni splendidi capitelli crociati e i resti dell’antico monastero nel sito di Betania racconta la sua storia di caduta e rinascita, anche e soprattutto grazie al progetto Betania Ospitale.

“Dopo la laurea in archeologia nel 2010, presso la Al-Quds University, sono stato impiegato per brevi collaborazioni con alcune compagnie israeliane ma presto ho dovuto affrontare la disoccupazione, e mi sono ritrovato in strada, a trascinare un carretto di bibite per campare” confessa Ayman. Ma una persona del suo passato, grazie ad un incontro insperato, lo ha riportato sulla strada dell’archeologica. Stiamo parlando di Osama Hamdan, che ha studiato in Italia, dove ha conseguito una laurea in architettura e nel 1994 la specializzazione in valorizzazione del patrimonio culturale e naturale. Osama abbraccia Ayman, si guardano, prende la parola per raccontare la sua storia, che poi è la storia contemporanea del patrimonio culturale palestinese e delle azioni di recupero e valorizzazione – spesso targate Italia – che da anni in molti contribuiscono a realizzare. “Dopo la specializzazione ho deciso di tornare qui. Non era facile allora, ma c’erano moltissime possibilità, eravamo tutti fiduciosi. Il desiderio di cambiare la società era grande e questo mi dava, ci dava, una grande forza”. Quando nel 1996 Osama incontra Padre Michele Piccirillo, archeologo francescano di fama mondiale, il suo impegno e la sua consapevolezza aumentano e lo avvicinano ad ATS – Associazione Pro Terra Sancta, con cui collabora tanto sul fronte delle attività restaurative quanto su quello della formazione. “La nostra principale preoccupazione era allora e sarà sempre che i ragazzi e le ragazze palestinesi possano imparare, che prendano coscienza del bello, dell’arte, che diventino insomma persone complete,” dichiara Osama con profonda convinzione. “Anche qui a Betania, molte sono le aree recuperate e già rese accessibili ai visitatori grazie al coinvolgimento del prof. Ibrahim Abu Amr e i suoi studenti della Università Al-Quds. È una situazione di beneficio reciproco: gli studenti hanno l’opportunità di migliorare le proprie capacità tecniche e allo stesso tempo contribuiscono al recupero e alla valorizzazione del luogo”.

Dopo aver ritrovato Osama, per Ayman è cominciato un periodo di lavoro intenso e gratificante, che dai siti archeologici di Sabastya e Nisf Jubeil lo ha condotto fino a Betania. Oltre agli scavi, ora Ayman ha anche il compito di tenere le relazioni con gli altri partner coinvolti, tra cui il Mosaic Centre, responsabile delle attività di restauro e sensibilizzazione della comunità locale, e l’associazione femminile Shouroq Society, che sostiene attività micro-imprenditoriali. Il progetto infatti tenta di far dialogare le risorse culturali con l’economia delle famiglie, sostenendo i prodotti artigianali locali da mettere in vendita per i turisti. Centinaia di bambini e bambine delle scuole locali partecipano inoltre a diverse attività di progetto, ai laboratori artistici e alle visite guidate.

“Cultura e storia sono la principale risorsa della Palestina. La ricchezza del patrimonio di Betania può svolgere un ruolo chiave per il miglioramento economico, sociale e ambientale della comunità locale, per una crescita inclusiva e sostenibile” conclude Osama con un bel sorriso.

 

 

SETTORE D’INTERVENTO SETTORE D’INTERVENTO PRIORITARIO
Sviluppo economico e rafforzamento socialeALTRI SETTORI: valorizzazione dei beni culturali, turismo sostenibile
TITOLO DEL PROGETTO Betania ospitale: sviluppo sostenibile a sostegno della comunità locale
Codice Progetto 10958/ATS
Località d’intervento (Città/Regione/Paese) Al Azariah (Betania) Governatorato di Gerusalemme
Durata e periodo di attuazione N. 36 mesi
Data di inizio (o firma disciplinare se applicabile): 10/04/2017
Data conclusione attività: 10/04/2020
Parti locali coinvolte Mosaic Center
Shorouq Charitable Society for Women – Betania
Al Quds University – Gerusalemme Est
Altri partner Università Cattolica di Milano – Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS) Italia
Valore Complessivo in € € 1.385.000
Finanziamento AICS in € € 1.024.000
Obiettivi specifici del progetto Obiettivo: Rafforzare le capacità delle organizzazioni della società civile (OSC) nel promuovere e sostenere attività lavorative legate al turismo coinvolgendo le parti più vulnerabili della società quali donne e giovani. Attivare la società civile e le istituzioni locali nella valorizzazione e protezione delle risorse culturali del territorio.

Descrizione Indicatore, Valore di baseline, Valore target: 2 OSC (Mosaic Center e Shorouq) rafforzate nella capacità di promuovere iniziative legate al turismo ed avvio lavoro. Almeno 55 giovani, donne e commercianti formati e sostenuti nel rafforzamento o nell’avvio di attività produttive o commerciali. Circa 20 OSC, istituzioni pubbliche, civili e religiose, per un bacino di oltre 3000 beneficiari coinvolti, motivate ed attivate sulla valorizzazione dei beni culturali locali come patrimonio e risorsa anche economica. Almeno raddoppiato il flusso dei visitatori al sito di Betania. Servizi legati al turismo migliorati ed incrementati.

Beneficiari del progetto I beneficiari diretti sono donne e giovani (circa 180) che beneficeranno di attività formative volte ad avviare e sostenere piccole attività imprenditoriali e opportunità d’impiego e gli studenti (circa 2.400) ed insegnanti (circa 150) delle scuole primarie e secondarie che beneficeranno di attività di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale. I beneficiari indiretti saranno i turisti che troveranno un luogo accogliente e l’intera popolazione di Betania che trarrà vantaggio da questa ripresa culturale ed economica.
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