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Modeste
La signota Modeste. © Valentina Morini

BURUNDI
Rinnovabili per lo sviluppo: Aics in Burundi punta sull’energia solare. La storia di Modeste

La donna, agricoltrice, grazie al progetto finanziato dall'Agenzia e messo in campo da Lvia, è diventata venditrice di kit solari per le comunità rurali come quella in cui vive

Il deficit energetico del Burundi, la debolezza della produzione di elettricità e la sua inaffidabilità costituiscono importanti ostacoli allo sviluppo del Paese: le energie rinnovabili possono rappresentare una svolta importante per le molte comunità rurali non ancora raggiunte dalla rete elettrica nazionale.

“In Burundi, dove il cui settore delle energie rinnovabili non è sviluppato come quello dell’Africa orientale, la scelta di puntare sull’energia solare è centrale per assicurare un reale accesso all’elettricità”, ci dice Valentina Morini, rappresentate Paese di Lvia, Associazione Internazionale Volontari Laici. “Evitiamo così la ripetizione automatica di formule di larga scala che hanno avuto successo altrove, ma che potrebbero avere un impatto limitato in Burundi”.

Commerciante in attività durante le ore serali, grazie all’impiego di un kit solare distribuito dal progetto. L’accesso all’energia favorisce il commercio e le attività generatrici di reddito, e permette la continuità delle attività dopo il calar del sole. © Marco Simoncelli

Lvia in Burundi sta realizzando un’iniziativa per aumentare l’accesso all’energia nelle aree rurali di Bujumbura Rural, Ruyigi e Rutana in Burundi, migliorare e rafforzare la filiera produttiva agricola, la filiera commerciale delle energie rinnovabili e la qualità dei servizi sanitari di base grazie ad una fornitura sicura, economica e durevole di energia solare. L’iniziativa è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), che opera nel Paese tramite la sua sede di Nairobi, in Kenya. Il progetto è stato recentemente premiato durante una cerimonia organizzata dalla Delegazione dell’Unione Europea in Burundi e dedicata alle donne. Durante questo evento, Modeste Barakambikiye, diventata venditrice ‘modello’ di kit solari proprio grazie all’iniziativa, ha ricevuto un riconoscimento.

Le abbiamo fatto qualche domanda.

Modeste, ci potresti raccontare qualcosa sulla tua storia?

Mi chiamo Modeste Barakambikiye, ho 64 anni e vivo a Muriza, un villaggio nella provincia di Ruyigi nell’est del Paese. Ho perso mio marito e mio figlio maggiore, sono stati uccisi durante i conflitti del 1993. Da quel momento sono diventata la capo famiglia e ho preso in carico i miei sette figli.

Di cosa ti occupi?

Sono una coltivatrice e mi occupo quotidianamente di agricoltura. Sono anche impegnata nella vendita di kit solari grazie alla mia costanza e determinazione e grazie al lavoro collettivo con le altre donne venditrici: l’unione fa la forza e ci aiutiamo a vicenda. L’energia solare è una necessità nella vita quotidiana, soprattutto per le comunità rurali come quella in cui vivo, che non è ancora raggiunta dalla rete elettrica nazionale e non rientrerà nel piano di elettrificazione fino al 2030.

Grazie ai sistemi solari possiamo avere la luce nelle nostre abitazioni, ridurre gli incidenti, ci sentiamo più sicuri e i nostri figli possono studiare e fare i compiti grazie all’illuminazione. Anche la commercializzazione dei nostri prodotti agricoli è più semplice, e possiamo ricaricare il telefono per favorire le vendite nei mercati e le relazioni con i commercianti. Grazie agli incentivi che ricevo sulle vendite posso garantire uno stile di vita migliore alla mia famiglia e ai miei figli, tanto che ho potuto permettermi di pagare a mia figlia il liceo a Bujumbura, la capitale del Burundi.

Donne venditrici durante una campagna di vendita di kit solari in sella alle biciclette donate dal progetto per favorire gli spostamenti in zone rurali. Nella cultura Burundese non é solito che le donne utilizzino la bicicletta e quindi questo aspetto é stato utile a rinforzare l’ugualianza di genere. © Marco Simoncelli

Cosa farai con il premio ricevuto da Team Europe?

‘Molte famiglie nel mio villaggio non hanno accesso all’energia, e capitano parecchi incidenti domestici a causa degli incendi causati dai fuochi che vengono altrimenti utilizzati per l’illuminazione. Con i soldi ricevuti dalla Commissione Europea vorrei acquistare altri kit solari per aumentare il numero di famiglie che possono avere accesso all’energia.’

Che cosa speri per il tuo futuro?

Vorrei estendere questo progetto anche ad altre zone d’intervento per ampliare l’elettrificazione rurale ad altre comunità. Inoltre, mi piacerebbe costruire un hangar di stoccaggio per i prodotti agricoli e agro-alimentari con accesso all’energia.

L’importanza e la sicurezza dell’illuminazione nei lavori domestici. © Marco Simoncelli

Che messaggio vorresti mandare ai giovani e ai leader?

Ai giovani che sono l’avvenire e il futuro dico di salvaguardare il loro pianeta e proteggerlo, prevenendo il riscaldamento climatico e le catastrofi naturali, iniziando da sistemi sostenibili come l’impiego dell’energia solare a basse emissioni di gas serra. Li invito anche a lavorare in cooperative per sviluppare il loro spirito e le loro conoscenze, promuovere la cultura del risparmio e dell’imprenditoria. Ai leader mondiali vorrei dire di pensare maggiormente allo sviluppo dei Paesi più poveri e favorire l’accesso al credito per la popolazione ed a fondi di rotazione rimborsabili senza tassi di interessi. Privilegiare lo sviluppo rurale e dare delle reali possibilità alle comunità di svilupparsi attraverso la creazione d’impiego.

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