Profilo e obiettivi

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo è una delle principali novità della legge di riforma della cooperazione (Legge n. 125/2014) e ha iniziato ad operare nel gennaio del 2016 con l’ambizione di allineare l’Italia ai principali partner europei e internazionali nell’impegno per lo sviluppo. L’Agenzia è un modello impiegato in tutti i principali Paesi […]

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo è una delle principali novità della legge di riforma della cooperazione (Legge n. 125/2014) e ha iniziato ad operare nel gennaio del 2016 con l’ambizione di allineare l’Italia ai principali partner europei e internazionali nell’impegno per lo sviluppo. L’Agenzia è un modello impiegato in tutti i principali Paesi europei e deve rispondere all’esigenza di una cooperazione più professionale e innovativa, con il necessario grado di flessibilità degli strumenti in uno scenario che è in continuo mutamento. L’Agenzia ha la sua sede centrale a Roma, una sede a Firenze e 19 sedi all’estero per il monitoraggio, l’implementazione e l’analisi sul terreno delle esigenze di sviluppo dei Paesi partner. Il compito dell’Agenzia è quello di svolgere le attività di carattere tecnico-operativo connesse alle fasi di istruttoria, formulazione, finanziamento, gestione e controllo delle iniziative di cooperazione internazionale. Il Vice Ministro, Edmondo Cirielli, è il titolare della delega in materia di Cooperazione allo Sviluppo, conferita ai sensi dell’articolo 11 comma 3 della legge, e presiede il Comitato congiunto che approva i progetti e le iniziative di sviluppo internazionale.

Strategie

Per l’Italia, la cooperazione non è solo ‘parte integrante e qualificante della politica estera italiana’ (articolo 1 della legge 125) ma, di più, un suo compimento e quasi una nuova e più moderna forma di politica estera. L’orizzonte della cooperazione è quello disegnato nei primi articoli della legge: sradicamento della povertà e riduzione delle disuguaglianze, promozione dei diritti umani e dell’eguaglianza di genere, sostegno alla democrazia liberale e alla costruzione dello stato di diritto. Si tratta di un’agenda non “economica” ma di promozione umana. Il tema del futuro è la distribuzione più equa della ricchezza, la garanzia dell’accesso al diritto alla salute e all’istruzione e la sostenibilità ambientale. Questa è la sfida che la cooperazione vuole proporre e sperimentare, mostrando una nuova forma di “economia della promozione umana” sulla quale far convenire agenti pubblici e privati, unendo cultura, educazione, lavoro, diritti, impresa e comunità secondo il modello europeo e italiano. E’ aiuto concreto a uomini, donne e bambini che altrimenti vediamo morire sulle nostre coste, fuggendo da guerre e sottosviluppo.

La nuova legge ha l’ambizione di modernizzare la cooperazione italiana attraverso la costruzione di quattro pilastri: il primo è la “coerenza delle politiche governative”, garantita dal Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), sede istituzionale di confronto a livello di Ministri (dal Ministro dell’Interno a quello dell’Ambiente, dallo Sviluppo economico alla Cultura) sulle diverse politiche internazionali del Governo, con lo scopo di aumentarne la compatibilità e la coerenza quanto a obiettivi e a risultati raggiunti. Il secondo pilastro è l’istituzione di un Viceministro alla Cooperazione con una delega ampia e specifica sulla materia e che potrà sede al Consiglio dei Ministri, in caso si trattino questioni riguardanti la cooperazione. Il terzo pilastro è la definizione di “un sistema italiano della cooperazione” che vede il coinvolgimento e l’interazione di nuovi attori del non profit (Fondazioni, Onlus, Finanza etica, diaspore dei migranti etc.) e del settore privato. Infine, il quarto pilastro è incarnato dalla nuova Agenzia italiana per la Cooperazione, un’Agenzia che, sotto la vigilanza del MAECI, é dotata di una larga capacità di azione grazie a una personalità giuridica autonoma, un proprio bilancio ed una sua organizzazione. Tutte capacità che dovrebbero consentirle di fungere da vero e proprio hub tra le istituzioni nazionali e locali, il mondo no-profit e quello profit.

Obiettivi

La nuova legge indica gli obiettivi della cooperazione nello sradicamento della povertà, nella riduzione delle disuguaglianze, nell’affermazione dei diritti umani e della dignità degli individui – compresa l’uguaglianza di genere e le pari opportunità -, nella prevenzione dei conflitti e nel sostegno ai processi di pacificazione. È prevista l’adozione di un Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo di ogni anno.
Sul fronte domestico, la politica di cooperazione contribuisce, anche per il tramite delle comunità di immigrati presenti sul territorio nazionale, alla delineazione di politiche migratorie condivise mentre, sul versante esterno, l’appropriazione (ownership) dei processi di sviluppo da parte dei Paesi beneficiari è indicata nella nuova legge come uno dei presupposti per l’efficacia degli aiuti, che non possono, neppur in forma indiretta, essere utilizzati per finalità militari. Il provvedimento afferma, quanto al canale multilaterale, il principio di armonizzazione delle politiche nazionali di cooperazione con quelle dell’Unione europea mentre, per il partenariato territoriale, riconosce alle Regioni ed agli altri Enti territoriali la possibilità di attuare iniziative di cooperazione allo sviluppo con organismi di analoga rappresentatività territoriale. Nell’ambito dell’aiuto pubblico allo sviluppo rientrano anche gli interventi di emergenza umanitaria.

Strumenti e risorse

Essendo la cooperazione definita come ”parte integrante e qualificante della politica estera”, toccherà al Vice Ministro delegato, coadiuvato dalla Direzione generale per la cooperazione del Ministero, il compito di tirare le fila di questo esercizio unitario e coerente. Le risorse economiche destinate complessivamente dal Governo a politiche di cooperazione, fino a ieri disperse nei diversi capitoli dei Ministeri, saranno facilmente leggibili attraverso l’Allegato al bilancio. La legge 125 ha assegnato il ruolo di “Banca italiana per lo sviluppo” alla Cassa Depositi e Prestiti, il cui knowhow nonchè la rete di alleanze e di rapporti nel mondo delle Istituzioni finanziarie internazionali possono consentire un salto avanti notevole alla Cooperazione Italiana per lo Sviluppo. La riforma attribuisce inoltre un importante ruolo di indirizzo e controllo al Parlamento e al Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo, organo di discussione e di consultazione che assicurerà la partecipazione di tutti gli attori del Sistema Italia, pubblici e privati, profit e no profit, rafforzando un legame permanente e aperto di confronto tra i vari stakeholders.

Sistema della cooperazione italiana

L’articolo 23 della legge 125/2014 introduce una importante novità: il sistema italiano della cooperazione internazionale. I diversi e numerosi attori della nostra cooperazione, pubblici e privati, sono chiamati a lavorare insieme e promuovere azioni più coerenti, con maggiore impatto e maggiore efficacia. Si tratta di mettere insieme le amministrazioni dello stato, le Università, i soggetti della cooperazione decentrata, tutto il mondo no profit – descritto all’art. 26, dalle organizzazioni non governative alle fondazioni private, dalle associazioni delle diaspore al mondo della finanza etica e del commercio equo e solidale – coinvolgendo a pieno titolo le imprese e il mondo profit, attori questi ultimi essenziali per la nuova cooperazione. Quello di fare Sistema e promuovere la coerenza tra le politiche e le iniziative di cooperazione è uno degli aspetti più importanti della nuova legge. Significa assicurare uno scambio di informazioni e favorire un’azione di rete a livello locale tra i soggetti che operano nei vari Paesi grazie agli uomini e alle donne dell’Aics presenti sul campo, vuol dire premiare e favorire i progetti di intervento promossi da consorzi o in partnership tra più attori, in particolare profit e no profit, significa valorizzare accordi, convenzioni, intese tra i soggetti pubblici anche attraverso il ruolo di Agenzia esecutiva specializzata che l’AICS si vede riconosciuto dalla legge. Si tratta di un cambio di paradigma importante in termini di rafforzamento della “coerenza” dell’azione di cooperazione e di una sua maggiore rispondenza ai principi internazionali di efficacia. Un cambiamento che va anche nella direzione di coinvolgere tutte le risorse disponibili per investire nella cooperazione, stimolando un effetto leva tra risorse pubbliche e private e così realizzando quell’aumento del volume finanziario – passare dai billions ai trillions, come è stato detto alla conferenza di Addis sul Finanziamento per lo sviluppo – necessario per far fronte ai nuovi, ambiziosi Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Articoli

  1. La Repubblica riconosce e promuove il sistema della cooperazione italiana allo sviluppo, costituito da soggetti pubblici e privati, per la realizzazione dei programmi e dei progetti di cooperazione allo sviluppo, sulla base del principio di sussidiarietà.
  2. Sono soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo:

a) le amministrazioni dello Stato, le università e gli enti pubblici;

b) le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali;

c) le organizzazioni della societa’ civile e gli altri soggetti senza finalità di lucro di cui all’articolo 26;

d) i soggetti con finalità di lucro, qualora agiscano con modalità conformi ai principi della presente legge, aderiscano agli standard comunemente adottati sulla responsabilità sociale e alle clausole ambientali, nonché rispettino le norme sui diritti umani per gli investimenti internazionali.

  1. L’Italia promuove la partecipazione alla cooperazione allo sviluppo delle organizzazioni della società civile e di altri soggetti senza finalità di lucro, sulla base del principio di sussidiarietà.
  2. Sono soggetti della cooperazione allo sviluppo le organizzazioni della società civile e gli altri soggetti senza finalità di lucro di seguito elencati:

a) organizzazioni non governative (ONG) specializzate nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario;

b) organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) statutariamente finalizzate alla cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale;

c) organizzazioni di commercio equo e solidale, della finanza etica e del microcredito che nel proprio statuto prevedano come finalità prioritaria la cooperazione internazionale allo sviluppo;

d) le organizzazioni e le associazioni delle comunità di immigrati che mantengano con le comunità dei Paesi di origine rapporti di cooperazione e sostegno allo sviluppo o che collaborino con soggetti provvisti dei requisiti di cui al presente articolo e attivi nei Paesi coinvolti;

e) le imprese cooperative e sociali, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, le fondazioni, le organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, e le associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383, qualora i loro statuti prevedano la cooperazione allo sviluppo tra i fini istituzionali;

f) le organizzazioni con sede legale in Italia che godono da almeno quattro anni dello status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).

Patrocinio AICS

Modalità Richiesta Patrocinio

Il patrocinio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo è concesso a titolo gratuito per iniziative o manifestazioni che abbiano carattere culturale, sociale, umanitario, scientifico, artistico, turistico, economico, sportivo ecc. organizzate nel territorio nazionale o all’estero.

Ultimo aggiornamento: 29/01/2024, 15:13

Cooperazione delegata UE

L’Unione Europea e i suoi Paesi membri, a livello aggregato, rappresentano la fonte principale di Aiuto Pubblico allo Sviluppo su scala globale (OCSE-DAC). Nel 2017 l’Unione Europea ha fatto propri gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e li ha posti alla guida della propria azione di cooperazione attraverso il “Nuovo Consenso Europeo sullo Sviluppo” […]

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Comitato Unico di Garanzia

Il Comitato Unico di Garanzia - CUG - nell’ambito del lavoro pubblico, esercita le proprie competenze al fine di assicurare parità e pari opportunità a tutti i dipendenti, la valorizzazione del benessere lavorativo e, rimane attento a qualsiasi forma di discriminazione.

Comitato Unico di Garanzia
Leggi di più Il Comitato Unico di Garanzia - CUG - nell’ambito del lavoro pubblico, esercita le proprie competenze al fine di assicurare parità e pari opportunità a tutti i dipendenti, la valorizzazione del benessere lavorativo e, rimane attento a qualsiasi forma di discriminazione.

Struttura

Nello schema è presentata la composizione del management AICS articolata in base alle diverse aree di competenza.

Struttura
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Direttore

Marco Riccardo Rusconi ha assunto l’incarico di Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo dal 12 dicembre 2023

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