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Una bambina dipinge durante l’ora di arte presso la Scuola di Educazione Speciale a Sonsonate, El Salvador

El Salvador: tecnologie digitali per un’educazione inclusiva

La sfida di Aics insieme alla Fondazione Asphi e Save The Children si basa sulla co-progettazione di un percorso di sperimentazione delle migliori tecnologie digitali inclusive a beneficio della comunità

Riuscite a immaginare la scuola come una comunità, dove studenti e insegnanti possano esplorare, ricercare ed esprimersi, ognuno con le sue capacità e talenti? Da anni la Fondazione Asphi lavora affinché ciò diventi realtà, sperimentando forme di apprendimento inclusivo e crescita diverse da quelle tradizionali. In particolare, propone l’uso di tecnologie digitali per stimolare la scoperta di saperi, forme di relazione e comunicazione, che valorizzino le diverse abilità dei bambini.

“Per gli studenti con disabilità, in particolare nell’età evolutiva, la chiave per sostenere l’apprendimento passa dalla possibilità di diversificare i canali di comunicazione e di offrire mediatori non tradizionali di espressione dei propri talenti, desideri e stili di apprendimento” spiega Nicola Gencarelli, responsabile della Ricerca tecnologica per l’innovazione sociale di Asphi “Il digitale, se usato con approccio artigiano e creativo, permette tutto questo. Da un lato facilita la produzione di materiale didattico multimediale accessibile – come ad esempio la produzione di ipertesti che mettono insieme testo scritto, suoni, immagini, video e voce – dall’altro permette di facilitare modalità di espressione e comunicazione da parte di persone con disabilità” tramite “strumenti facilitati per il disegno, per la musica o per il racconto non verbale”.

Le docenti si allenano nell’uso degli strumenti per l’apprendimento inclusivo dati in dotazione dal progetto “La nostra Scuola”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).

Il lavoro che realizza Asphi si basa sulla co-progettazione, insieme agli insegnanti, di un percorso di sperimentazione delle tecnologie digitali migliori per rispondere agli obiettivi di inclusività nella classe. La tecnologia rimane comunque un mediatore tra il mondo fisico e relazionale. Ciò vuol dire che i metodi educativi analogici non sono abbandonati, bensì ibridati con il digitale: “nello sconfinamento, nel dialogo, tra analogico e digitale si moltiplicano le possibilità di scoperta e di meraviglia” continua Gencarelli.

La “ricetta” di Asphi si compone di due elementi principali: da una parte, propone tecnologie assistive adattabili, flessibili e personalizzabili che si prestano a supportare specifiche difficoltà funzionali, per esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa (Caa), screen reader, Click4all; dall’altra, promuove tecnologie digitali educative generali, attraverso strumenti che aiutano gli insegnanti a creare ambienti digitali inclusivi.

Juan Carlos Dell’Occhio, specialista in educazione inclusiva, collega la tecnologia assistiva del Click4All durante la formazione a docenti del Dipartimento di Sonsonate, El Salvador.

Questa metodologia, applicata nei cosiddetti Atelier Materico Digitali, è stata riproposta, con i dovuti adattamenti, all’iniziativa finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) per la diffusione e consolidamento dell’inclusione scolastica in El Salvador, che vede come capofila Save the Children e socia la Fondazione Asphi.

Bambini fanno il pane durante l’ora di cucina della Scuola Speciale di Sonsonate, El Salvador.

Essendo un metodo basato sulla co-progettazione si presta ad adattarsi a contesti molto diversi, ma richiede un impegno e un investimento da parte delle scuole con cui si collabora. “La sfida maggiore è stata creare un equilibrio tra le diverse competenze digitali delle docenti. Nei webinar preliminari, abbiamo monitorato e identificato i possibili referenti, in base alla loro partecipazione e capacità, e durante le formazioni presenziali li abbiamo distribuiti in isole di lavoro equilibrate per stimolare l’apprendimento cooperativo” commenta Veronica Lazzarotto, terapista occupazionale di Asphi. “Abbiamo notato il loro grande interesse e la forte motivazione a mettersi in gioco e applicare questi strumenti nelle loro lezioni”.

Oltre che nell’educazione, Asphi investe nella ricerca e nella sperimentazione del digitale in ambito riabilitativo, nel supporto degli anziani fragili, nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e, recentemente, anche nell’accessibilità dei videogiochi. “Con l’ausilio di un mouse da bocca, un mouse da testa e un software di face tracking, persone con gravi disabilità fisiche riescono a tornare a giocare alla Play Station” commenta Marco Pasquali, Esperto in tecnologia digitale per l’inclusione educativa e sociale di Asphi. “Non è solo una questione di voler giocare, è una questione di creare una community, di legarsi a qualcuno e condividere con persone che vivono la stessa condizione”.

Viviamo un’epoca di grandi trasformazioni, soprattutto nell’ambito tecnologico, il che pone sfide e potenziali opportunità nell’ambito dell’accessibilità di spazi fisici e digitali. Si presenteranno nuove possibilità di personalizzare e adattare l’interazione con il digitale, adattandola quindi anche a esigenze fisiche, sensoriali e cognitive diverse. Tuttavia, bisognerà vigilare su questioni etiche e di sicurezza, soprattutto nell’uso dell’intelligenza artificiale. “Ma a nostro avviso la vera sfida è di tipo sociale e culturale. Esistono già molti strumenti digitali che possono migliorare l’inclusione e la qualità della vita di persone con disabilità o fragilità che però non sono conosciute dagli operatori sociosanitari o da educatori e insegnanti. La vera sfida per il futuro è colmare questo divario di conoscenza e competenza” conclude Nicola Gencarelli.

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