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Antonio Guterres alla Conferenza sull'acqua di New York 2023

UN Water Conference 2023: la nuova Agenda per l’acqua è un buon inizio, ma non abbastanza per evitare la crisi globale

Quarantacinque anni dopo l'ultima, la conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua di New York, alla quale Oltremare ha assistito, ha lanciato un piano con un solo obiettivo: fare presto

Ridurre il rischio di una crisi idrica globale e garantire accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Questa la mission della Water Action Agenda, un’agenda di azioni da intraprendere quanto prima che vede le Nazione Unite rimettere la questione idrica al centro della diplomazia e cooperazione globale.

Il 24 marzo, nel Palazzo di Vetro di New York circa 10mila delegati hanno concordato questo piano di azione durante la UN Water Conference 2023 con l’obiettivo di contrastare il rallentamento sull’obiettivo di sviluppo sostenibile (Sdg) numero 6, quello sull’acqua, gli impatti sulla risorsa legati a clima e biodiversità, l’emergere di nuove tensioni geopolitiche sulla gestione e controllo della risorsa più importante. Nell’Agenda sono contenute attualmente 709 azioni globali e locali (ma nuove possono essere aggiunte), che devono essere implementate entro la fine del decennio. Azioni di ampio respiro o molto locali, alcune molto incisive, altre più simboliche e di principio, che vanno da piani di ricerca e realizzazione di infrastrutture di controllo, depurazione, desalinizzazione, estrazione da falde ultra-profonde, fino alle riforme di gestione e controllo della risorsa, fino alle nature-based solution per i corsi fluviali.

Per le Nazioni Unite la conferenza è stata un successo, 45 anni dopo l’ultimo incontro di alto livello sul tema idrico, la conferenza di Mar de La Plata. “Gli impegni presi in questa conferenza spingeranno l’umanità verso un futuro di sicurezza idrica di cui ogni persona sul pianeta ha bisogno”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres durante la cerimonia di chiusura a cui ha assistito Oltremare.

Co-ospitata dal Regno dei Paesi Bassi e dalla Repubblica del Tagikistan, la UN Water Conference ha visto la partecipazione di (pochi) leader mondiali, mondo della cooperazione, società civile, numerosi imprenditori (come l’Ad di Suez, Sabrina Soussan), scienziati (tra gli altri Mariana Mazzucato e Johan Rockström), che hanno animato decine di panel e side event, oltre i lavori nella sala dell’assemblea generale.

Non erano attese risoluzioni, proposte di nuovi trattati o altri strumenti legalmente vincolanti. L’Agenda infatti è una “mera” raccolta di azioni da intraprendere con rapidità per portare la questione idrica all’interno di altri processi negoziali, diplomatici e di cooperazione e sviluppo. Dalla Cop28 sul cambiamento climatico di Dubai al vertice sugli Sdg di settembre all’Onu, fino agli incontri di primavera delle banche multilaterali e i nuovi indirizzi di cooperazione allo sviluppo dei paesi Ocse.

L’inviato speciale per l’acqua olandese, Henk Ovink, una delle menti dietro la conferenza, ha dichiarato che “mentre l’Agenda da sola non è sufficiente per risolvere i problemi derivanti da una governance globale dell’acqua frammentata e dalle scarse risorse finanziarie in tutto il mondo, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua è in ogni caso l’inizio di un effetto a cascata a livello globale”, che porterà ad una rinnovata attenzione ed azione sul tema.

Acqua in azione

Una delle azioni più importanti incluse nella Action Agenda è la creazione di un inviato speciale delle Nazioni Unite per l’acqua (UN Water Special Envoy), un “superdiplomatico” per trattare le questioni idriche più complesse e per rappresentare la questione idrica all’interno di negoziati e summit internazionali, oltre che un riferimento per svolgere uno stock-taking ogni due-tre anni per tenere traccia di tutte le azioni intraprese dai vari paesi per sostanziare la Water Action Agenda. L’inviato avrà un ruolo politico ben più forte rispetto al UN Right to Water and Sanitation Rapporteur, incarico attualmente ricoperto da Pedro Arrojo-Agudo, che ha il compito di “informare” le Nazioni Unite sulle questioni di diritto inerenti all’acqua.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha stabilito l’organizzazione di un dialogo globale multilaterale sul possesso idrico per affrontare l’allocazione dell’acqua in scenari di diminuzione delle risorse di acqua dolce a causa del cambiamento climatico, rafforzando così il processo di trasformazione dell’agricoltura in ottica di resilienza e rigeneratività. L’Organizzazione meteorologica mondiale lavorerà ad un’iniziativa per garantire che ogni persona sulla Terra sia protetta da sistemi di allerta precoce (early warining) entro cinque anni, e in generale si è stabilito di aumentare le iniziative di monitoraggio e studio, con l’ambizione di avere sempre più centri di conoscenza e analisi interdipendenti.

Risorse economiche

L’evento ha svolto anche la funzione di raccogliere impegni finanziari nuovi (e anche riciclati). Csaba Kőrösi, presidente dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, ha riferito che “gli impegni assunti durante la Conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite del 2023 ammontano a oltre 300 miliardi di dollari che potrebbero generare oltre mille miliardi di guadagni socio-economici”. Solo gli Usa hanno annunciato un impegno fino a 49 miliardi di dollari in investimenti per sostenere infrastrutture e servizi idrici e igienico-sanitari resilienti ai cambiamenti climatici a casa e nei paesi più vulnerabili. Il Giappone ha dichiarato in Assemblea che contribuirà in modo proattivo alla soluzione dei problemi sociali legati all’acqua affrontati dalla regione Asia-Pacifico sviluppando “infrastrutture di qualità”, fornendo assistenza finanziaria per un valore di circa 3,65 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Numerosi capi di stato africani hanno voluto fare la loro parte definendo impegni di fondi statali o presidenziali. Come il Mozambico, che si è dato l’obiettivo di movimentare investimenti per 9,5 miliardi di dollari per l’Sdg 6.

Importante l’impegno dell’Europa che, secondo la capo-delegazione dell’Unione europea, la vicepresidente della Commissione Dubravka Šuica, finanzierà il miglioramento dell’accesso all’acqua e ai servizi igienici per 70 milioni di persone in tutto il mondo; investirà per rafforzare la disponibilità di acqua di rubinetto negli spazi pubblici, le norme di risparmio idrico per i prodotti e lo sviluppo di forniture non convenzionali, come il riutilizzo dell’acqua trattata per l’irrigazione agricola o la desalinizzazione; aumenterà il ripristino dei fiumi nell’Ue. Allocherà inoltre oltre 1,1 miliardi di euro per la gestione transfrontaliera delle acque in Africa e in Asia centrale, per 47 Paesi e 18 grandi bacini idrici transfrontalieri. Va notato anche il rafforzamento dei rapporti tra società civile e mondo delle grandi imprese, che lavoreranno sempre di più in ottica di sinergia, cercando però di evitare la privatizzazione delle risorse idriche. Un tema su cui è bene tenere sempre alta l’attenzione, hanno sottolineato numerosi intervistati della società civile, dato che per molte imprese side-event e eventi off sono stati l’occasione per siglare importanti accordi privati con governi e fondazioni.

L’Italia alla Water Conference

Presente per l’Italia ai lavori della Water Conference 2023 il ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha avuto una serie di incontri bilaterali legati soprattutto ai temi di cooperazione internazionale. Il Ministro ha ricordato l’intensa attività di cooperazione internazionale portata avanti dal Mase e dal ministero degli Esteri, sottolineando che nel solo 2022 l’Italia ha finanziato con 69 milioni di euro iniziative di cooperazione sull’acqua con oltre cinquanta progetti bilaterali in Africa, America Latina e Asia. Durante l’incontro con Csaba Kőrösi, Fratin ha ribadito lo stanziamento di 840 milioni di euro l’anno fino al 2026 di finanza climatica già ribadita a Cop27 in Egitto, sottolineando l’importanza dei progetti per la lotta alla desertificazione, in Burkina Faso, Ghana e Niger, soprattutto in ottica di contenimento dei fenomeni migratori. Il ministro in conferenza stampa ha ripetuto quanto già dichiarato nel corso del suo intervento in Assemblea generale, ovvero “che gli impegni assunti dai Paesi sono mirati ad evitare che intere popolazioni siano costrette a spostarsi in cerca di acqua e di condizioni di vita accettabili”. Altri bilaterali hanno incluso incontri con il ministro tunisino dell’Agricoltura, acqua e pesca, Abdelmonaem Belaati, per definire un memorandum in tema di sviluppo sostenibile; una nuova intesa con la Repubblica Democratica del Congo per “la lotta al cambiamento climatico” e “l’accesso a energia rinnovabile in aree remote del Paese”; l’accordo tecnico di intesa con la ministra dell’ambiente del Cile, Maria Heloisa Rojas oltre che la ricerca di sponde nei Caraibi con i protocolli d’intesa con Dominica, Guyana, Saint Vincent an the Grenadines, Suriname e Haiti.

Biografia
Emanuele Bompan
Giornalista ambientale e geografo. Si occupa di economia circolare, cambiamenti climatici, green-economy, politica americana. E’ Direttore della rivista Materia Rinnovabile, collabora con testate come La Stampa, Nuova Ecologia e Oltremare. Ha scritto l’Atlante geopolitico dell’Acqua (2019),Water Grabbing – le guerre nascoste per l’acqua nel XXI secolo (2018) “Che cosa è l’economia circolare” (2017). Ha vinto per quattro volte l’European Journalism Center IDR Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship, una volta la Google DNI Initiative ed è stato nominato Giornalista per la Terra nel 2015.

 

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