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I cittadini africani vogliono la democrazia consensuale: perchè questa realtà è difficile da accettare?

È diventato comune sostenere che la maggior parte degli africani non è così impegnata a costruire la democrazia. Gli esperti spesso suggeriscono che i cittadini africani si preoccupano più dello sviluppo che della democrazia e che gli elettori, specialmente quelli nelle aree rurali, non capiscono davvero cosa sia la democrazia. Sarebbero quindi felici di barattare i loro diritti politici per un “uomo forte” che può “fare le cose”. Questa narrazione che ha resistito nel tempo, si è rivelata tuttavia sbagliata.

Nel nostro nuovo articolo che abbiamo pubblicato per la serie “Parole chiave” dell’African Studies Review, abbiamo studiato tre aspetti di questo problema. Primo, c’è sostegno per la democrazia in Africa?
Secondo, che tipo di democrazia vogliono gli africani?

Terzo, perché i desideri dei cittadini africani vengono così spesso messi a tacere? Attingendo ai dati dell’indagine raccolti dall’Afrobarometro tra il 2016 e il 2018, dimostriamo che una forte maggioranza pensa che la democrazia sia il miglior sistema politico per il proprio paese. Contrariamente alle affermazioni secondo cui la democrazia “stile occidentale” è “non africana”, troviamo un ampio sostegno a una forma di democrazia consensuale, che combina un forte impegno per la responsabilità politica e le libertà civili con la preoccupazione per l’unità e la stabilità.

Il sostegno alla democrazia rimane forte

Il sostegno alla democrazia in Africa ha subito notevoli pressioni nell’ultimo decennio. La soddisfazione per le performances democratiche è diminuita. Ciò è in parte dovuto al calo della fiducia dell’opinione pubblica nella qualità delle elezioni, ossia quanto effettivamente siano libere, eque e credibili.

Riteniamo tuttavia che ciò abbia avuto solo un impatto modesto sul sostegno al principio del governo democratico, in parte perché i cittadini africani continuano a vedere il governo autoritario come un’opzione peggiore. Nei 35 Paesi in cui si è svolta la ricerca, la percentuale di cittadini che ha suggerito che i sistemi politici non democratici potrebbero essere preferibili ha superato il 20% solo in eSwatini e Malawi.

Ora è probabile che questa cifra sia diminuita in entrambi i paesi. La fiducia nella democrazia del Malawi è stata rafforzata da un pacifico trasferimento di potere nel 2020. E la popolazione di eSwatini ha protestato nelle scorse settimane contro un regime autoritario fallimentare.

Anche negli Stati in cui la reintroduzione della politica multipartitica è stata associata a controversie e conflitti politici, come in Costa d’Avorio, Togo e Uganda, più di tre quarti dei cittadini afferma che la democrazia è preferibile come sistema politico.

Nicholas Cheeseman

Democrazia consensuale

È quindi ora di smettere di dubitare che i cittadini africani vogliano la democrazia e di iniziare a chiedersi che tipo di democrazia vogliano. Riteniamo che vi sia una diffusa richiesta di una forma di democrazia consensuale, in cui il desiderio di elezioni, controlli e contrappesi su chi è al potere vada di pari passo con la necessità di mantenere l’unità nazionale.

La democrazia consensuale ha quattro caratteristiche principali:

Elezioni multipartitiche

L’articolo dimostra che la stragrande maggioranza degli africani sostiene la selezione del proprio governo attraverso elezioni multipartitiche. Tre quarti degli intervistati hanno convenuto che “dovremmo scegliere i nostri leader in questo paese attraverso elezioni regolari, aperte e oneste”.

Quasi il 65% ha anche convenuto che “sono necessari molti partiti politici per assicurarsi che i cittadini abbiano scelte reali su chi li governa”.

La maggior parte degli intervistati ha respinto l’idea di un partito unico.

Responsabilità politica

Il nostro articolo mostra anche che la maggior parte degli africani vuole la responsabilità politica (accountability) e lo stato di diritto. Oltre tre quarti degli intervistati hanno convenuto che: “la costituzione dovrebbe limitare il presidente ad essere in carica per non più di due mandati”.

Solo il 34% ha convenuto che un governo autoritario che “fa cose” sia preferibile ad un governo che deve rendere conto del proprio operato ai cittadini.

Libertà civili e diritti politici

Gli intervistati vogliono avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni e impegnarsi in attività politiche. Oltre tre quarti (76%) hanno convenuto che la libertà di un cittadino di criticare il governo fosse “importante” o “essenziale” affinché una società essere definita democratica.

Questo si estende al diritto di associazione, con oltre il 60% degli individui che crede che “devono poter essere in grado di aderire a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal fatto che il governo approvi o meno”.

Sishuwa Sishuwa

Politica consensuale

Il forte sostegno ai diritti, alle elezioni e alla responsabilità va di pari passo con la preoccupazione di prevenire l'”eccessiva” libertà e competizione, per timore che portino alla disunione e all’instabilità.
Molti cittadini si preoccupano della violenza intorno alle elezioni; vogliono che i partiti mettano da parte le loro differenze e lavorino per il bene comune.

La maggior parte degli intervistati era quindi contraria all’uso delle proteste di piazza per risolvere le controversie, anche se spesso simpatizzava con gli obiettivi dei manifestanti.

Le eccezioni che confermano la regola

Ci sono ovviamente delle variazioni nel modo in cui le persone percepiscono questi problemi, sia nel continente che all’interno dei Paesi.

Gli intervistati di eSwatini, Lesotho, Madagascar, Malawi e Mozambico si sono dimostrati meno interessati alle elezioni, ma solo in Lesotho questa percentuale è scesa al di sotto del 50%.

I namibiani e i sudafricani erano più disposti a scambiare la responsabilità con l’efficienza, forse a causa del sostegno della maggioranza al partito al governo.

Tuttavia, ciò che colpisce è la coerenza del sostegno ai quattro pilastri della democrazia consensuale in tutto il continente. Cosa significa questo per la politica africana? Perché questa realtà non viene accettata?

Un’argomentazione “pigra”

L’argomento che la politica multipartitica è incompatibile con gli stili di vita africani risale ai funzionari coloniali razzisti. È stato utilizzato anche dai leader nazionalisti per giustificare la creazione di stati a partito unico dopo l’indipendenza. Ma non è vero, ed è diventato una pigra scusa per regimi autoritari che non sono né popolari né legittimi.

In un decennio in cui gli attivisti hanno rischiato la vita per portare avanti cause democratiche in Algeria, Angola, Burkina Faso, Camerun, eSwatini, Etiopia, Gambia, Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe, è tempo di riconoscere che la maggior parte degli africani non vuole un governo autoritario.

È sia fuorviante che paternalistico suggerire che la democrazia sia stata in qualche modo imposta dalla comunità internazionale contro la volontà della gente comune. Invece, è stato richiesta e combattuta dal basso.

Per leggere la versione originale dell’articolo, si veda il seguente link:
https://theconversation.com/africans-want-consensual-democracy-why-is-that-reality-so-hard-to-accept-164010?utm_medium=ampemail&utm_source=email

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