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EGITTO: la Cooperazione non promuove solo lo sviluppo, ma migliora la qualità della vita

I racconti di Nawal e Afef testimoniano che i progetti di cooperazione in realtà, non solo promuovono lo sviluppo della dimensione produttiva, ma contribuiscono a un reale cambiamento della vita delle persone in termini di maggiore autostima, protagonismo, riconoscimento sociale, realizzazione personale e felicità


Il racconto di Nawal: “Vengo da un piccolo villaggio rurale. Ho studiato in una scuola islamica. Mia madre è morta e mi sono sposata con il figlio di mio zio. Sono rimasta dieci anni in casa. Mio marito non mi permetteva di fare nulla. Mi occupavo delle faccende domestiche e uscivo solo per portare i miei figli dal dottore. Mio marito mi maltrattava. Ero praticamente una morta vivente! Nella mia vita non c’era mai nulla di nuovo. La mattina era uguale alla sera. Ero come un animale chiuso in casa. Volevo andare a lavorare, ma mio marito non me lo permetteva. Poi ho iniziato ad andare di nascosto ai corsi di formazione di Tally del progetto, grazie ai quali ho potuto iniziare a lavorare da casa. Mi concentravo sul lavoro dimenticandomi del resto e ho iniziato a contribuire economicamente alle spese familiari. Grazie a Dio, sono diventata parte attiva dell’economia familiare e potevo quindi decidere di comprare alcune cose extra per i miei due bambini. In questo modo è cambiata anche la relazione con mio marito, che ha iniziato a lasciarmi un po’ più libera. Adesso va meglio anche con la famiglia e con mio fratello. Ho iniziato a uscire un po’di più, a incontrare altre persone. A un certo punto mi sono accorta che non ero più sola. Sono molto grata al progetto e a Naglaa, la coordinatrice del progetto che mi è stata vicina. Ho imparato molte tecniche di artigianato e spero ci siano altri corsi di formazione che mi diano poi la possibilità di accedere al programma di micro credito. Il futuro è nelle mani di Dio, non dipende da me, ma mi piacerebbe diventare un’insegnante e fare un progetto tutto mio. Alcune ragazze del villaggio mi hanno chiesto di insegnare alcune tecniche e quindi ho regalato loro un po’di stoffa e abbiamo iniziato a lavorare.”

 

Il racconto di Afes: “Ho avuto un figlio e una figlia. Poi mio marito è morto e mi ha lasciato dei debiti. Ero sempre triste, piangevo in continuazione e mi sembrava di non avere speranze. Nel Sud abbiamo la tradizione che quando il marito muore, la moglie sposa il fratello del marito. Grazie al progetto ho capito che dovevo rispettare me stessa, ascoltare i miei bisogno, non lasciarmi andare e soprattutto che nessuno doveva mettermi i piedi in testa. Ho capito che non dovevo necessariamente prendere di nuovo marito e che avrei potuto lavorare. Così ho fatto: non mi sono risposata e ho iniziato a lavorare. Ho preso due micro crediti, ho comprato la stoffa e ho iniziato il mio progetto. Ho conosciuto altri artigiani e in particolare una produttrice di borse di nome Nura. Sono andata a lavorare con lei, al Cairo. Era la prima volta che uscivo dalla mia regione e andavo al Cairo. Avevo la sensazione di trovarmi di fronte a una cosa molto difficile, ma poi da dentro tutto è diventato molto più semplice. Da quel momento è nata anche la mia voglia di viaggiare, non desideravo più tornare a casa e vendere i prodotti da lì. Ho conosciuto un amico che partecipava a delle fiere e ho iniziato a frequentarle anch’io, come quella del Ministero delle Finanze. Ho provato la sensazione di successo e quella di avere un po’di soldi in mano. Prima non ero considerata, anzi ero considerata una “poco di buono”. Poi hanno iniziato a invitarmi alla televisione e ne sono molto orgogliosa. Adesso sento nel mio palazzo la gente che dice: qui vive Afes, quella che va in televisione! I miei figli sono molto orgogliosi di me. A una di queste fiere abbiamo fatto una fotografia che mostrano ai loro amici!”

 

 

Promuovere lo sviluppo, tutelare i diritti delle donne :
in Egitto la Cooperazione italiana che migliora la qualità della vita

Come Nawal e Afes altre 540 donne della regione hanno intrapreso un nuovo progetto di vita. Grazie anche allo staff di MAIS, COSPE e alle organizzazioni locali che svolgono con professionalità e passione quotidianamente il loro lavoro. Per quanto riguarda i diritti delle donne in Egitto, negli ultimi anni sono stati raggiunti importanti risultati quali l’introduzione di nuove norme penali contro l’abuso sessuale, la mutilazione genitale femminile, il matrimonio precoce e nuovi articoli per regolare il matrimonio, il divorzio e la custodia dei figli.
Nonostante un significativo miglioramento dei tassi di mortalità infantile e di accesso al sistema educativo, desta grande preoccupazione la situazione delle donne per quanto concerne la violenza.
Ogni anno si registrano 7.9 milioni di casi di violenza, di cui 5.6 milioni commessi dal marito o fidanzato. Numerosi i matrimoni infantili : il 21% delle donne tra i 20 e i 24 anni si sono sposate prima dei 18 anni. La mutilazione genitale femminile riguarda il 92% delle donne tra i 15 e 49 anni. Infine la partecipazione delle donne alla vita economica è ancora bassa: le donne rappresentano solo un quarto del totale della forza lavoro. …. E politica ?

I progetti sono localizzati nelle regioni con i più alti indici di povertà del Paese e caratterizzate da una mentalità ancora fortemente conservatrice, che limita di fatto l’emancipazione femminile. Le iniziative hanno offerto nuovi strumenti per promuovere una maggiore partecipazione delle donne nella vita economica della regione.
Attraverso i progetti sono state introdotte diverse innovazioni, quali nuovi design, nuovi prodotti e il miglioramento delle tecniche di produzione, delle forme organizzative e delle strategie di commercializzazione e marketing. In questo modo sono aumentate le vendite, si sono trovati nuovi mercati, sono incrementate le entrate ed è stato valorizzato il patrimonio culturale a partire dai saperi tradizionali.

* Esperto in progetti di sviluppo nel settore Diritti Umani

 

Programma Italo – Egiziano di Conversione del Debito sulle iniziative COSPE (Progetto Hope) e MAIS (Progetto Becoming Leaders)

Egitto, Governatorato di Sohag e Assiut – Dal 2 al 4 novembre 2019 lo staff di AICS Cairo e il team dell’Unità Tecnica di Supporto del Programma Italo – Egiziano di Conversione del Debito hanno effettuato una missione congiunta di monitoraggio a due iniziative realizzate dalle ONG COSPE (Progetto Hope) e MAIS (Progetto Becoming Leaders) finanziate attraverso lo stesso Programma Italo – Egiziano di Conversione del Debito. Le iniziative mirano a promuovere e a migliorare le attività produttive di alcuni gruppi di artigiane attraverso la formazione e l’assistenza tecnica, servizi di micro credito e la creazione di una rete territoriale di sostegno all’artigianato locale.
La Cooperazione italiana è impegnata in Egitto a promuovere i diritti dei gruppi più vulnerabili, quali bambini in situazione di rischio (in situazione di strada, orfani e privi di cure genitoriali, soggetti alle peggiori forme di lavoro infantile, in contatto con la legge), persone con disabilità e donne, così come a rafforzare il ruolo della società civile. In particolar modo la Cooperazione Italiana sta stanziando circa 10 milioni di euro in iniziative che mirano a promuovere i diritti delle donne. A tal riguardo anche all’interno del Programma Italo – Egiziano di Conversione del Debito un ruolo particolarmente importante è ricoperto dalle iniziative promosse dalla società civile e dalle ONG italiane nella promozione dei diritti delle donne.

 

 

DIVENIRE LEADERS – OPPORTUNITA’ PER LE DONNE DELL’ALTO EGITTO

Ente esecutore MAIS ONG
Durata Gennaio 2018 – Dicembre 2019
Budget 5.000.000 EGP (280.000,00 Euro)

 

Obiettivo Generale
Contribuire al miglioramento delle condizioni socioeconomiche delle comunità dell’Alto Egitto, in particolare delle donne, rafforzando le loro competenze e supportando le loro strategie economiche.
Obiettivo Specifico
Rafforzare la competitività nel mercato del nuovo gruppo di artigiane “Banat el Sa3eed” e dei produttori locali di Sohag attraverso il potenziamento delle loro capacità economiche e legali e creando un ampio network di artigiani locali
Risultati
R1: Un Comitato dell’Artigianato, formato dal gruppo di artigiane “Banat el-Sa3eed” e dai 5 CDA è stato istituito ed ha acquisito le capacità per salvaguardare le associazioni di artigiani locali.
R2: “Banat el-Sa3eed” ha acquisito le capacità tecniche, manageriali e legali necessarie per essere competitive nel mercato.
R3: Un network tra il Comitato dell’Artigianato e i produttori dell’area di Sohag è stato creato.
R4: Il Comitato e i produttori del network hanno migliorato le loro performance a livello economico e legale.
R5: Un marketing Plan è stato disegnato e reso operativo per assicurare la sostenibilità economica al Comitato e ai membri del network.
Stato In corso

 

 

Ente esecutore MAIS ONG
Area d’implementazione Governatorato di Sohag
Budget 5.000.000 EGP (280.000,00 Euro)

 

Obiettivo Generale
Contribuire a combattere la povertà tra i piccoli produttori agricoli in Egitto
Obiettivo Specifico
Supportare i piccoli produttori agricoli e artigiani ad accedere a servizi socioeconomici a livello locale, nazionale e internazionale attraverso il rafforzamento dell’Associazione Kheir we Baraka.
Risultati
R1. Opportunità economiche per i piccoli produttori potenziate e ampliate.
R2. Condizioni di vita e di sicurezza dei piccoli produttori migliorate.
R3. Competenze della fondazione Kher w Baraka per operare come piattaforma di rappresentanza dei piccoli produttori a livello nazionale migliorate.
Stato In corso

Tally: arte tradizionale praticata dal XVIII secolo nell’Egitto del Sud, in particolare nei Governatorati di Sohag e Assiut. Ciascun disegno ha un significato particolare e si rifà alla tradizione faraonica e copta. È facilmente riconoscibile poiché il ricamo è fatto con fili metallici color oro o argento da uno a tre millimetri, in passato veniva utilizzato vero oro e argento.

 

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