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PALESTINA: in agricoltura e pastorizia la tradizione incontra lo sviluppo grazie a AICS e OXFAM. Le storie di Aref e Shafeeqa

Shafeeqa Manasrah, Presidente e cofondatrice del Wadi Fukin Women’s Club, ha sperimentato sulla propria pelle cosa significa scardinare dei pensieri consolidati e modificare comportamenti assodati. “Le donne in Palestina possiedono un potenziale con cui potrebbero aiutare le proprie comunità e generare reddito per le proprie famiglie. Non abbiamo spazi né strumenti, nessuno ci supporta, su di noi gravano la cura dei figli e tante responsabilità”. Quando le attività del progetto “Oltre le barriere. Promozione di uno sviluppo rurale gender sensitive e sostenibile per assicurare la sicurezza alimentare e la resilienza” hanno coinvolto il Club, qualcosa di concreto è avvenuto: “Al principio eravamo spaventate, come avremmo fatto a gestire due grandi serre senza competenze o strumenti? Non ci siamo tirate indietro però e, grazie al supporto del progetto, abbiamo affittato il terreno, costruito con le nostre mani le serre e piantato pomodori e cetriolini, una completa novità in questa zona”.

 

Rendersi produttive, emanciparsi dal controllo economico maschile ma soprattutto contribuire al sostentamento della famiglia: questi gli obbiettivi intrapresi dal Club, attraverso sessioni di awareness su argomenti economici e sanitari, scambio di conoscenza con le altre donne della comunità, con l’obiettivo di diventare breadwinners. “Le donne hanno cominciato a interessarsi e occuparsi delle terre come se fossero le proprie. Altri contadini sono venuti a spiegarci come coltivare, e quando abbiamo raccolto il prodotto del nostro lavoro è stato come trovare l’oro! Rapidamente l’intera comunità ha iniziato a ordinare i cetriolini sotto-aceto, di cui abbiamo subito esaurito le scorte. Il tam-tam sui social media è stato fondamentale”.

 

Questa piccola esperienza ha significato molto per le donne del villaggio, tanto quanto per Aref Al Zire’ è stata la fornitura di foraggio per il pascolo, insieme ai corsi di formazione, i test veterinari e la somministrazione di vaccini. La pastorizia ha un ruolo centrale nelle attività produttive delle popolazioni marginalizzate palestinesi. La maggior parte delle difficoltà sono legate al regime di occupazione militare che queste comunità devono affrontare, con restrizione di uso della terra e difficolta di spostamenti, ma anche a un isolamento culturale che impedisce l’adozione di tecniche di pastorizia e cura degli animali aggiornate.
“I pascoli ci tengono legati alla terra, si tratta di un tesoro che non possiamo perdere altrimenti perdiamo tutto”, confessa Aref. “Una volta avevamo abbondanti raccolti e sapevamo come cibare le 600 pecore di ogni gregge. Mio padre vendeva una sola pecora per una tonnellata di mangime e gli restavano soldi per la famiglia. Oggi non c’è mercato, né spazio di movimento. I mangimi costano molto e siamo perennemente indebitati. Inoltre i pastori non vogliono cambiare abitudini e rivolgersi ai veterinari per prevenire le malattie nel gregge”. Le attività del progetto sono intervenute a supporto di questi pastori e delle loro famiglie, si parla di oltre 560 nuclei, fornendo formazione e informazioni, test veterinari e vaccini.

 

“Quest’anno abbiamo avuto solo due casi di aborto nel gregge e due morti naturali. Grazie al progetto, abbiamo potuto determinare la causa delle morti e curare gli animali ammalati. Riducendo il numero di morti nel gregge, riduco le perdite e riesco a risparmiare per la mia famiglia. Pochi giorni fa, ho potuto pagare le spese scolastiche per la mia bambina”.
Il Dott. Abu Dayah, veterinario, conclude spiegando come il progetto stia intervenendo per correggere comportamenti radicati: “Solo mostrando concretamente che con metodi scientifici si riesce a proteggere anche le greggi di altri allevatori, possiamo convincere le persone a fidarsi di noi”.

 


Scheda progetto

“Oltre le barriere. Promozione di uno sviluppo rurale gender sensitive e sostenibile per assicurare la sicurezza alimentare e la resilienza”
Il progetto mira a rafforzare le capacità endogene e l’abilità di fare rete delle comunità di pastori ed agricoltori che vivono nell’Area C e nella Seam Zone, al fine di proteggere e sviluppare le risorse ed i mezzi di sostentamento comunitari con particolare attenzione all’empowerment economico e sociale delle donne. Finanziatore: AICS; esecutore: OXFAM ITALIA, ONG, ONLUS. € 1.799.918 impegnati; € 1.293.209 utilizzati. Obiettivi significativi: uguaglianza di genere, aiuto all’ambiente, sviluppo partecipativo e buon governo, sviluppo del commercio

 

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