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“La mia Quelimane agricola”: Teodora e il suo cammino con Mani Tese

Teodora è una contadina che vive nella comunità di Eduba, situata nel distretto di Quelimane, nella Provincia della Zambezia, in Mozambico. È sposata da 25 anni e madre di 7 figli: 2 ragazzi e 5 ragazze. Il più grande ha 24 anni, il più piccolo ne ha 11.
In questo momento Teodora vive con quattro dei suoi figli e con suo marito. Le ragazze più grandi sono già sposate e risiedono in comunità vicine o si sono trasferite in città per cercare fortuna e condizioni di vita migliori.

Teodora possiede e gestisce oltre un ettaro di terra, per lo più frammentata tra Eduba e Nangoela, da cui produce cibo agroecologico che vende nella città di Quelimane e che le consente di mantenere la propria famiglia. Un’ernia al disco limita le sue azioni ma non frena la sua forza e l’energia per sostenere lo studio dei figli attraverso il proprio lavoro.

 

 

“È la prima volta che faccio parte di un gruppo di produzione comunitaria e che sono la beneficiaria di un progetto di cooperazione internazionale” racconta Teodora. Il progetto a cui si riferisce è “Quelimane Agricola”, promosso da Mani Tese e cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Si propone di rafforzare il sistema agroalimentare locale e i suoi principali attori: produttori, settore privato e autorità locali.

“Durante quest’ultimo anno” prosegue Teodora “abbiamo imparato nuove tecniche di coltivazione legate all’agroecologia molto utili per diversificare la nostra dieta e aumentare il reddito familiare e abbiamo ricevuto materiale agricolo che ci consente di aumentare la superficie coltivata e di rendere più efficiente il nostro lavoro”.

Nel mese di marzo il ciclone tropicale IDAI ha purtroppo sommerso numerosi villaggi in Mozambico, allagando i campi e compromettendo le produzioni agricole in tutte le comunità in cui lavoriamo della provincia della Zambezia. Nonostante gli eventi piovosi intensi e gli allagamenti dei terreni, Teodora è riuscita a produrre 500 kg di patata dolce, 250 kg di riso, 10 kg di sesamo ed ha iniziato a coltivare ortaggi.

“Dopo la vendita dei primi prodotti, sono riuscita a comprare 21 fogli di zinco per sistemare il tetto della casa dei miei figli che, con enormi sforzi, stanno cercando di proseguire gli studi a Quelimane” ci dice, soddisfatta.

 

 

Il lavoro di Teodora è un duro lavoro quotidiano supportato dall’equipe tecnica di Mani Tese sia nei campi personali che nel CDR (campo dimostrativo dei risultati) dove, insieme ad altri 30 beneficiari, Teodora riceve una formazione “on the field” costante con pratiche di produzione agroecologica e di difesa biologica delle colture.

“Grazie al progetto ‘Quelimane Agricola’, i nostri mariti hanno costruito una cisterna di raccolta d’acqua piovana” continua a raccontare Teodora. “Non avendo un pozzo vicino, infatti, prima buona parte delle nostre giornate le passavamo a raccogliere acqua in secchi, che utilizzavamo anche per bere”.
Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) dell’Università di Firenze, oggi Teodora ha una cisterna nella sua casa con acqua a portata di mano. Gli impianti di captazione di acqua piovana realizzati nell’ambito del progetto, chiamati localmente SRAT, consentono infatti di avere acqua piovana a disposizione per le necessità delle famiglie. L’acqua viene raccolta all’interno di cisterne attraverso un sistema di grondaie e tubi, della dimensione di circa 7.000 m3 di acqua, e può essere così utilizzata sia per fini domestici che per dissetarsi.

 

 

In questo periodo il campo di Eduba è in piena produzione orticola e Teodora, con il suo enorme entusiasmo, motiva il suo gruppo e contribuisce all’economia della propria famiglia e di tutta la comunità. Sa benissimo, infatti, che, senza l’aiuto di tutti, il duro lavoro nei campi non può dare frutti soddisfacenti.
In questi giorni, in particolare, i campi di Teodora sono pieni di fiori di fagiolo “nhemba”, una varietà consumata localmente come fagiolino, con baccello verde, che ha un ottimo prezzo di mercato. “Dovrei riuscire a produrre 50 kg di fagiolini e vari cespi di insalate e cavoli”, dichiara Teodora.
Siamo convinti che, grazie alla sua grande forza di volontà e all’appoggio dell’equipe di progetto, raggiungerà il suo obiettivo.

*Capo Progetto, ONG Mani Tese – Mozambico

LA COOPERAZIONE ITALIANA E LO SVILUPPO AGRICOLO

Lo sviluppo agricolo è uno dei settori prioritari per l’AICS in Mozambico, ed è riconosciuto come prioritario dal governo locale per lo sviluppo del paese.
In Mozambico l’agricoltura di sussistenza rappresenta la principale attività, e la maggior parte delle famiglie sono impiegate nel settore informale. L’industria agroalimentare è ancora poco sviluppata, e i principali prodotti alimentari vengono importati dai paesi vicini (in particolare dal Sudafrica) a causa della mancanza di strutture di trasformazione alimentare e imballaggio. Il ciclone tropicale Idai, che nel mese di marzo ha devastato le province centrali del Mozambico, ha provocato seri danni: con più di 715 mila ettari di terreni coltivati inondati e migliaia di sfollati, sviluppo agricolo e sicurezza alimentare si confermano come settori chiave sui quali concentrare gli sforzi per la ricostruzione post-ciclone e per garantire uno sviluppo sostenibile del paese nei prossimi anni.
L’AICS ha in corso un vasto programma di sviluppo agricolo nelle province centrali del paese, considerate particolarmente vulnerabili a fenomeni climatici estremi, uno di ricerca ambientale e tutela della biodiversità in partenariato con l’Università “La Sapienza” di Roma, e due vasti programmi regionali per dare impulso allo sviluppo agricolo e promuovere la resilienza delle comunità colpite dai cambiamenti climatici. Nel nord del Paese è inoltre in partenza un programma sulle filiere agricole e sul caffè con UNIDO e in partenariato con Illy. Oltre a questi, sono in corso 11 progetti promossi da OSC nel settore dello sviluppo agricolo, per un valore di quasi 14 MEUR.

 

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