Ultimi articoli

  /  Rubriche   /  Storie di cooperazione   /  In Niger la migrazione è ‘on air’ con le radio comunitarie di Zinder

In Niger la migrazione è ‘on air’ con le radio comunitarie di Zinder

Un seminario organizzato dall' Unesco cui hanno partecipato associazioni locali che contribuisce a rafforzare le competenze dei professionisti della informazione delle radio comunitarie della regione nel nord est del paese, crocevia a due passi dall'Algeria


Era il 2 ottobre 2013. A pochi chilometri dalla frontiera con l’Algeria, 92 migranti furono ritrovati morti in pieno deserto nigerino. Facevano parte di un convoglio di 112 persone, in maggioranza donne e bambini. Molti di loro provenivano dal dipartimento di Kantché, nella regione di Zinder (centro-est del Niger). All’epoca i media nigerini diedero grande risalto a questa tragedia umanitaria, contribuendo assieme ai forum sociali alla diffusione dell’espressione “fenomeno Kantché”. Lo sostiene l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in un rapporto pubblicato nel 2016: “Donne e bambini di Kantché sulla rotta verso l’Algeria”, il cui sottotitolo – “Analisi socio-antropologica di un fenomeno misconosciuto” – illustra quanto la migrazione femminile e minorile in Niger sia una problematica poco nota nell’opinione pubblica. Negli ultimi anni, i media e la comunità internazionale hanno prestato più attenzione alle tragedie di migranti, molto più numerose, lungo le rotte tra Agadez e i paesi del Nord Africa.

A sette anni di distanza, incontriamo a Zinder Maimouna Neino, migrante tornata dalla Libia nella sua città natale. “Sono emigrata in Libia per trovare lavoro e guadagnare soldi, ma ho provato solo dolore e sofferenza. Ho lavorato come una schiava dalla mattina alla sera senza sosta, perdendo perfino una gravidanza. Adesso sono ritornata a casa, qui a Zinder. Mi augurerei che nessuna donna soffrisse quello che soffro io. Vorrei che alle donne fosse data la possibilità di restare nel loro paese a trovare un lavoro”. Maimouna si esprime cosi’, nel corso di un seminario che dal 13 al 17 ottobre 2020 ha riunito a Zinder una quarantina di partecipanti, tra cui conduttori e conduttrici di radio comunitarie locali, per rafforzare le capacità di professionisti dell’informazione sulla copertura mediatica della migrazione femminile e della tratta degli esseri umani, in particolar modo dei minori, nella regione di Zinder.

Tavola rotonda in una radio comunitaria di Zinder ©  Unesco Dakar

Come ha ricordato nel suo discorso di apertura il presidente del consiglio regionale di Zinder, Moutari Ousmane, se è vero che Niger fa rima con Agadez, principale crocevia migratorio del Paese, “la scelta di questa regione è giustificata poiché Zinder è riconosciuta come una zona di importanti flussi migratori di cui una parte significativa è composta da donne e bambini, originari principalmente del dipartimento di Kantché, che emigrano soprattutto in Algeria”. Un fenomeno che, secondo lui, si affianca a quello della tratta degli esseri umani in particolare di donne e bambini.

Secondo l’Oim, al pari di altri dipartimenti della regione, quello di Kantché “si caratterizza per un contesto socio-economico repulsivo. A parte l’agricoltura pluviale, le opportunità di lavoro rimangono molto limitate e poco attraenti. Ora, la continua parcellizzazione delle terre che gli agricoltori sfruttano con l’uso di tecniche agricole obsolete contribuisce a rendere scarsi i rendimenti dei terreni. A questo si sovrappone una pressione demografica tra le più alte del paese (168 abitanti per chilometro quadro). Di fronte a questi ostacoli, la migrazione sembra essere una delle soluzioni colte dalle popolazioni per soddisfare i loro bisogni di sopravvivenza”. Una pratica del resto antica nella regione di Zinder, con flussi migratori composti da soli uomini diretti verso la Nigeria. Ma l’insicurezza generata dal gruppo terrorista Boko Haram e dalle bande armate, associata alle attività poco redditizie per i migranti, hanno riorientato i flussi verso il Nord Africa, in particolar modo l’Algeria, Paese noto per “la sua legislazione migratoria molto severa, che costringe i nigerini irregolari a mendicare o a svolgere altre attività informali (prostituzione), contribuendo così  ad alimentare la migrazione di donne e minori dal Niger”.

Lavoro di gruppo  © Unesco Dakar

Il seminario è stato organizzato dalla sezione nigerina dell’Associazione delle professioniste africane per la comunicazione (Apac-Niger), associando rappresentanti locali, dell’Oim, della Cellula d’analisi delle politiche pubbliche e di valutazione dell’azione governativa (Capeg), del Progetto per la gestione delle sfide migratorie (Progem), della polizia nazionale, della Direzione Regionale della salute delle organizzazioni femminili. Non è la prima volta che l’Unesco, assieme ai suoi partner, sostengono le radio comunitarie della regione di Zinder su questa tematica. “La collaborazione è iniziata nel 2019 con una prima formazione durante la quale avevamo ripercorso la storia delle migrazioni nella zona e discusso del modo di coprire la tematica attraverso la radio comunitaria”, sostiene Amina Niandou, Presidente di Apac-Niger. “In zone rurali come quelle che prevalgono nella regione di Zinder, la radio comunitaria rimane il mezzo di comunicazione più adatto per sensibilizzare e informare i cittadini su tutto cio’ che caratterizza questi flussi migratori. Non si tratta di fermare il fenomeno, ma di fare in modo che le donne, gli uomini, giovani e meno giovani della regione, accedano ad un’informazione di qualità per consentire loro di fare scelte consapevoli quando si tratta di migrare verso l’Algeria o la Libia”.

Niandou – Apac Niger e il presidente del Consiglio Nazionale di Zinder durante la cerimonia di apertura al seminario Ottobre 2020 © Unesco Dakar

Finora sono state coinvolte 25 radio comunitarie che hanno prodotto 62 programmi radiofonici tra il 2019 e il 2020. “Si tratta in genere di reportage, micro-interviste, dibattiti in studio attraverso i quali i giornalisti hanno messo in risalto vari aspetti della migrazione nella regione di Zinder che discutiamo dall’inizio del loro percorso formativo, ivi compreso in questo seminario durante il quale abbiamo fatto un bilancio della prima tornata di programmi prodotti e diffusi nel 2019”, sostiene Albert Chaibou, formatore e reporter tra i più noti in Niger per la sua copertura della migrazione (è stato anche a Lampedusa). “Oggi, per via della crisi del Covid-19, la situazione è cambiata. In questo secondo seminario, abbiamo discusso dell’impatto di questa crisi sulla migrazione a Zinder, tra cui il problema del calo delle rimesse delle donne rimaste bloccate in Algeria per via della chiusura delle frontiere, oppure viceversa di quelle che per lo stesso motivo non riescono più a raggiungere il Nord Africa”. Su richiesta dei giornalisti, questo secondo seminario è stato anche un’occasione per formarli sulle tecniche di mixaggio e di montaggio di programmi radiofonici. Per Hamidou Yacouba, “l’appoggio di Apac-Niger e dei suoi partner è fondamentale per produrre programmi di questo genere”. Sono state organizzate delle sedute di ascolto con l’obiettivo di “valutare le produzioni e di misurare le competenze acquisite per il bene delle nostre comunità”, ha sottolineato Amina NIiandou.

Nel 2021 è previsto un terzo seminario, per la produzione di nuovi programmi radiofonici, con l’obiettivo di associare alle radio comunitarie della regione di Zinder due radio dall’Algeria. Dei reportage sono infatti previsti ad Algeri e Tamanrasset, e poi diffusi sia in Algeria che nelle radio comunitarie della parte nigerina (con traduzione dei servizi dal francese e dall’arabo all’hausa, la lingua più diffusa in questa regione). In seguito ai numerosi problemi tecnici e materiali riscontrati da alcune radio comunitarie, su 25 radio inizialmente coinvolte, 14 sono rimaste associate al progetto: Malawa, Gamakaye, Zumunci Fm, Tsirkau Fm, Tarka Fm, Dougouza Fm, Aissami, Muryar Gaffati, Gagaraou, Albichir, Boulama Fm, Alkawali, Martaba et la radio associative Alternative FM, rispettivamente nei dipartimenti di Belbédji, Damagaram Takaya, Gouré, Kantché, Magaria, Mirriah, Takeita, Tanout e la città di Zinder.

 

Scheda progetto

La collaborazione con le radio comunitarie della regione di Zinder s’inserisce nel quadro del progetto dell’Unesco e dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo svilluppo (Aics): «Empowering Young People in Africa through Media and Communication”, finanziato dall’Aics attraverso il “Fondo Africa” del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, istituito nel 2016 a favore di interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con Paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratorie. Implementato dall’Unesco in otto Paesi dell’Africa dell’Ovest e Centrale (Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea-Conakry, Mali, Niger, Nigeria e Senegal), il progetto – coordinato dall’Ufficio Regionale dellUnesco per l’Africa dell’Ovest (Sahel) – mira a rafforzare le capacità di giovani giornalisti (e influencer) – uomini e donne – nella copertura mediatica della tematica migratoria, e favorire cosi’ l’accesso dei giovani nei paesi target ad un’informazione di qualità sulla migrazione, legale e irregolare, sia nella sotto-regione che verso l’Europa. Il progetto contribuisce altresi’ all’implementazione di due priorità globali dell’Unesco (la parità di genere e l’Africa), nonché dell’obiettivo di sviluppo sostenibilile 16.10 per “garantire l’accesso del pubblico all’informazione e proteggere le libertà fondamentali, conformemente alla legislazione nazionale e agli accordi internazionali”.
Dal suo lancio nel 2019, l’Unesco ha coinvolto più di 1.300 tra giornalisti e influencer (artisti), coinvolgendo oltre 1.300 media della stampa scritta e online, radio e Tv, ministeri delle Comunicazioni, della Gioventù, della Cultura, degli Affari Esteri, della Giustizia e dei Diritti Umani; autorità locali, scuole di giornalismo, ricercatori, Ong e organizzazioni della società civile (comprese le organizzazioni giovanili), organizzazioni culturali, organizzazioni internazionali (Ecowas), agenzie sorelle (Oim, Unhcr, UN-Women, Unics) e attori del settore privato. In poco meno di due anni di attività, sono stati prodotti più di 700 contenuti editoriali, 25 canzoni e 10 video artistici.

You don't have permission to register