Amazzonia senza Fuoco: 25 anni di impegno ambientale della Cooperazione Italiana per salvaguardare il polmone del mondo
Il Programma Amazzonia senza Fuoco (PASF) finanziato dalla Cooperazione Italiana dal 1999 attraverso diversi meccanismi di sostegno, é una iniziativa emblematica che é stata realizzata in Brasile, Bolivia ed Ecuador rappresentando un punto di riferimento sul tema della prevenzione degli incendi forestali nella regione amazzonica.
Gli incendi forestali (o boschivi) sono un problema ambientale che negli ultimi decenni si é visto aumentare sempre piú a livello mondiale, con un impatto negativo significativo sulla biodiversità, ecosistemi, infrastrutture e vite umane. Il fuoco é un elemento che ha convissuto con l’uomo negli ultimi millenni e che dipendendo dal suo uso ha permesso di evolversi e migliorare le proprie condizioni di vita, ma che con un uso inappropriato può rappresentare un pericolo per la natura nel suo complesso e per gli esseri umani. Le cause degli incendi possono essere molteplici, ma in generale la gran parte sono di origine antropica e dipendendo della regione del mondo dove si sviluppano possono essere attribuibili a cause volontarie di piromania, vandalismo, mal uso in agricoltura, come anche involontarie in una piccola percentuale dovute a fenomeni naturali estremi o incidenti.
Nel 1999 la Cooperazione Italiana, attraverso un finanziamento diretto non rimborsabile, inizia una collaborazione di cooperazione bilaterale con il Governo del Brasile per aiutare a fronteggiare la problematica degli incendi forestali amazzonici in 4 stati federali del paese (Acre, Amazonas, Pará e Mato Grosso). Inizialmente la collaborazione prevede una serie di corsi di formazione a beneficio del Ministero dell’Ambiente brasiliano, dei suoi enti specializzati (IBAMA e PrevFogo) e di alcune comunità locali, che poi si sono consolidati con altre fasi successive di sostegno italiano che hanno previsto un espandersi degli spazi formativi proposti ed una implementazione di azioni concrete a beneficio dei piccoli e medi agricoltori e/o allevatori. L’approccio del progetto è stato fin da subito di tipo preventivo, ben coscienti che investire nella prevenzione è sempre molto più efficiente che intervenire nella cura e repressione degli effetti.
In Brasile la collaborazione tecnica, inizialmente corta e puntuale, della Cooperazione Italiana ha permesso strutturare una metodologia incentrata sulla prevenzione degli incendi che con il corso degli anni si è andata consolidando ed affinando sempre più, migliorando le pratiche agricole alternative adattandole al contesto amazzonico. Sono stati formati più di 400 funzionari a livello nazionale e locale, su tematiche riguardanti l’uso di pratiche agricole più sostenibili e che prevedevano un uso sempre più ridotto del fuoco, la principale causa degli incendi forestali nel paese. Il supporto italiano in Brasile ha permesso quindi, attraverso 4 fasi diverse di finanziamento, di poter aiutare il paese per circa 10 anni (fino al 2009) generando un modello di azione preventiva che ha portato a una riduzione massima di -94% degli incendi nelle aree di intervento, rispetto alla situazione iniziale.
L’esperienza della Cooperazione Italiana in Brasile é stata molto positiva, come sottolineato da Carlos Minc, allora Ministro dell’Ambiente: “È stato emblematico che nei comuni assegnati al protocollo si sia registrata una riduzione degli incendi pari al 75% con tassi del 93% nella regione dell’Alta Floresta nello Stato del Mato Grosso.”
A partire dal 2009, i risultati e gli impatti generati nella riduzione significativa degli incendi nell’Amazzonia brasiliana oggetto dell’intervento, hanno generato molto interesse in altri paesi della regione la cui problematica anche era molto preoccupante, come Bolivia, Perù ed Ecuador.
A partire dal 2012 (e fino al 2018 attraverso 3 fasi distinte di supporto italiano), la Cooperazione Italiana ha finanziato il Programma Amazzonia senza Fuoco in Bolivia in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e Acqua (MMAyA), priorizzando 5 departamenti: Pando, Santa Cruz, Beni, La Paz e Cochabamba. In Bolivia si è potuto contare con il supporto anche della Banco di Sviluppo del Latinoamerica (CAF) che poi ha assicurato negli anni a seguire il suo finanziamento e la sua collaborazione tecnica anche in Ecuador. Nelle tre fasi realizzate in Bolivia, il PASF ha permesso rafforzare il quadro normativo e legislativo nazionale, le capacità dei tecnici del ministero e dei governi locali beneficiari, istituzionalizzare il processo che si è accompagnato con la contrattazione degli esperti che sono stati formati dentro della unità tecnica di gestione del programma, una volta terminato lo stesso. Grazie alla metodologia delle unità dimostrative (parcelle di terreno dove si eseguivano azioni sperimentali di prevenzione degli incendi applicate alla produzione agricola e dell’allevamento), si sono potute realizzare 179 UD, formando più di 19.500 persone (32% donne) appartenenti a 440 comunità locali. Inoltre si è rafforzata la capacità di monitoraggio del sistema di informazione delle foreste boliviane, grazie al perfezionamento degli algoritmi di interpretazione delle immagini satellitari; a questo vale la pena aggiungere che nei 48 municipi beneficiari si sono consolidate le direzioni e unità tecniche dedicate alla gestione del rischio ed i municipi hanno rafforzato i rispettivi piani economici per assicurarne la sostenibilità finanziaria.
Il contributo italiano in Bolivia che ha permesso svolgere le tre fasi di implementazione è durato dal 2012 ad inizio 2018, con una co-partecipazione economica della CAF e del MMAyA generando un interessante esperienza di cooperazione tri-laterale, di certo un valore aggiunto rispetto alla esperienza precedente del Brasile che si basava su un accordo bi-laterale tra il Governo italiano e quello brasiliano. Il contributo economico totale che è stato utilizzato per la esecuzione del PASF in Bolivia nei quasi 6 anni, corrisponde a circa 100 ore (10-12 giorni) di uso di aeronavi per il combattimento e lo spegnimento degli incendi, registrando una riduzione di -96% degli incendi nelle aree di intervento, rispetto alla situazione iniziale, per questo motivo l’approccio incentrato sulla prevenzione ha generato molto interesse anche in altri paesi della regione.
Nel 2015, durante la piena esecuzione del PASF in Bolivia, è stato firmato l’accordo bilaterale tra il Governo d’Italia e quello dell’Ecuador per iniziare il Programma Amazzonia senza Fuoco anche in Ecuador, iniziato nel corso del 2016 con una prima aspettativa di esecuzione di 3 anni. In Ecuador, a differenza del Brasile e della Bolivia, la vulnerabilità e l’incidenza degli incendi forestali colpisce soprattutto le regioni delle Ande (paramo) e della Costa, mentre nella zona amazzonica la problematica è ancora relativamente poco rilevante. In questo caso quindi, si pianificarono azioni concentrate in 4 province (analoghe delle regioni italiane) della Sierra e Costa (Pichincha, Imbabura e El Oro y Loja rispettivamente) distribuite due al nord e due al sud del paese in base alla priorità dei dati ufficiali sulla vulnerabilità degli incendi forestali. Nonostante non si sia lavorato nella Amazzonia ecuadoriana, il nome del Programma è rimasto sempre il medesimo, in quanto l’approccio basato su azioni di prevenzione era stato ereditato dalla esperienze precedenti e per mantenere la visione di una programma che coinvolgesse i paesi della cuenca amazzonica. Nel caso del PASF in Ecuador, la esecuzione del programma non era affidata ad una unità di gestione esterna, ma attraverso un fondo a dono (budget support) e l’esecutore diretto è stato il Ministero dell’Ambiente (MAE). Questo cambio, non privo di rischi di vario genere, fu dovuto al fatto che in Ecuador il MAE era riconosciuto per avere giá nel 2015 una forte istituzionalità, aspetto che nel caso di Brasile e Bolivia era risultato un punto critico per assicurare la sostenibilità futura.
Nella prima fase del PASF in Ecuador, gli attori che hanno contribuito alla esecuzione positiva sono stati il MAE, la ABC (Agenzia Brasiliana di Cooperazione), la CAF e il FIAS (Fondo di Investimento Ambientale Sostenibile dell’Ecuador), quest’ultimo entrato in gioco negli ultimi 3 anni di svolgimento in quanto nel MAE si erano rallentati significativamente i procedimenti burocratici, anche dovuto al fatto dei frequenti cambi dei ministri dell’Ambiente. Questa struttura quadripartita, ha permesso ampliare ancor più il sistema di cooperazione che da trilaterale è diventato quadri-laterale, con risultati molto positivi.
La prima fase del PASF, terminata dopo una estensione durata fino al 2022, ha permesso anche posizionare il tema ed il problema degli incendi forestali nel paese a livello locale, nazionale e internazionale, permettendo di canalizzare fondi di altra provenienza e di altre cooperazioni per rafforzare le azioni previste e generarne altre ampliando il numero di beneficiari. Tra le principali attività realizzate si possono risaltare i corsi di formazione per brigadisti forestali comunitari con la consegna di strumentazione e equipaggiamento di prima protezione; rafforzare il quadro normativo nazionale, contribuendo alla stesura del COA-Codice Organico Ambientale con la inclusione di un capitolo specifico sul MIF-manejo integral del fuego (gestione integrale del fuoco); rafforzare il tema della prevenzione degli incendi nei processi di educazione ambientale nelle scuole ed università delle province beneficiarie; coinvolgere l’accademia e le università con maggiore vocazione forestale per rafforzare le linee di ricerca sul tema degli incendi negli ecosistemi del paramo della costa ecuadoriana.
A partire dal 2022, grazie al Fondo Italo-Ecuatoriano per lo Sviluppo Sostenibile- FIEDS (il FIEDS è il fondo che gestisce la riconversione del debito tra Ecuador ed Italia), il PASF ha potuto beneficiare di un secondo finanziamento, questa volta dato con un altro meccanismo di fondi italiani, per la implementazione di una seconda fase che è attualmente in corso e che durerà fino al 2025.
Questa seconda fase del PASF in Ecuador (2022-2025), sta permettendo beneficiare altre 4 province del paese (Guayas, Manabì, Azuay e Chimborazo) selezionate in base alla incidenza degli incendi forestali, dando continuità e monitorando quanto realizzato precedentemente nelle altre quattro province. In questa nuova fase, il Programma sta proponendo una nuova visione e strategia basata sul “manejo integral del fuego“, un nuovo paradigma che prevede tra le altre cose l’uso del fuoco anche per azioni di prevenzione e di gestione delle foreste, registrando una riduzione di circa -85% degli incendi nelle aree di intervento, rispetto alla situazione iniziale.
Allo stato attuale, anche a seguito dei violenti incendi registrati del 2024 e che hanno coinvolto anche la capitale Quito, l’Ecuador ha ambizione di poter contare con un supporto italiano per la realizzazione di una terza ed ultima fase (come d’altronde già avvenuto in Brasile e Bolivia) che permetterebbe terminare il processo di istituzionalizzazione all’interno del MAATE (il nuovo denominato Ministero di Ambiente, Acqua e Transizione Ecologica), estendere la implementazione ad ulteriori province del paese e contribuire a far avanzare l’Ecuador per costruire un proprio programma sulla prevenzione degli incendi con fondi statali, cosa che permetterebbe dar sostenibilità a tutto il processo finora finanziato dall’Italia.
È importante sottolineare che l’esperienza del PASF, che nel 2024 compie 25 anni di implementazione continua, ha dato l’innesco qualche anno fa, dopo i grandi incendi registrati in Brasile e Bolivia nel 2019, al disegno e creazione di un programma regionale attualmente finanziato dalla Unione Europea negli otto paesi della regione amazzonica che è iniziato nel febbraio del 2023 con il coordinamento della AICS-Agenzia Italia per la Cooperazione allo Sviluppo. Il Programma, chiamato AMAZONIA+, si incentra su tre linee di azione principali: 1) prevenzione degli incendi forestali; 2) lotta contro la deforestazione; 3) mitigazione della degradazione forestale. La esperienza del PASF è stata fondamentale per AICS per guidare questa importante iniziativa regionale facente parte della Team Europe Initiative “Amazon Basin”, che conta con il supporto della FIIAPP spagnola e Expertise France e che sarà implementato per quattro anni fino a febbraio 2027.
Gli incendi forestali nella regione amazzonica purtroppo non diminuiranno nei prossimi anni, anzi, la maggior parte dei modelli e pronostici climatici prevedono un aumento fino al 2050 di quasi il 50% rispetto agli incendi attuali. Quindi perchè continuare a lavorare nella prevenzione e con un programma che si considera di successo? Perchè quello che si è potuto raggiungere in questi decenni con il PASF ha permesso iniziare un cammino importante in Brasile, Bolivia, Ecuador ed ora a livello degli 8 paesi amazzonici per poter cercare di arrivare più preparati, per poter aiutare a rispondere meglio e per cercare di limitare i danni e gli impatti che gli incendi forestali generano e continueranno a generare, anche a seguito di una serie di variabili climatiche e non che un programma di cooperazione, per quanto effetti positivi possa generare non potrà mai controllare.