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Myanmar: sviluppo rurale e dignità delle donne, le sfide italiane nel remoto Chin State

Il Chin State è una delle regioni più isolate del Myanmar. È un lembo di terra di 36.000 Km² e cinquecentomila abitanti chiuso fra le montagne della Birmania centro-occidentale, al confine col Mizoram indiano e il Bangladesh a ovest, con le regioni birmane di Magwe e Sagaing a est e con lo Stato Rakhine a sud.

Il Chin State incarna uno dei volti meno noti del Paese: qui si parla la lingua Chin, il 90% della popolazione è cristiana (dato l’afflusso dei missionari della Chiesa Battista dalla fine del 1800) e, a dispetto delle latitudini tropicali, fa quasi sempre freddo.

A poco meno di 2000 metri sul livello del mare, i Chin hanno addomesticato le montagne su cui sono abbarbicate le loro case di legno e bambù, e da generazioni vivono di agricoltura e caccia, che pure non bastano a soddisfare i fabbisogni della popolazione.

Lo stato delle infrastrutture non facilita lo sviluppo di fonti di reddito alternative: sono soltanto quattro le strade percorribili da veicoli; nord e sud dello Stato restano scollegati al di là di percorsi fluviali e piste in terra battuta; la metà dei villaggi è al buio.

Oltre cinquant’anni di regime militare, sommati alla difficile orografia di questo territorio, hanno fatto del Chin State una delle zone più arretrate del Paese, in cui tre quarti della popolazione vive sotto la soglia di povertà.

Proprio il Chin State è fra le aree prioritarie dell’intervento della Cooperazione Italiana in Myanmar, che realizza progetti mirati e specifici proprio dove si riscontrano i massimi livelli di sottosviluppo e la carenza di altre fonti di supporto internazionale.

Qui la Cooperazione Italiana interviene lungo tre direttrici: riguardano le infrastrutture, la luce e, più che mai, le donne.

 

NEP-IT: elettricità sostenibile per illuminare i villaggi più remoti

In Myanmar, due terzi della popolazione non ha accesso alla rete elettrica nazionale e l’84% delle unità abitative nelle aree rurali è senza la corrente: il consumo elettrico pro-capite del Paese è tra i più bassi al mondo.

Il Chin State è identificato fra le aree rurali del Paese destinate a rimanere in gran parte escluse dalla rete elettrica nazionale per i prossimi dieci anni o più: ad oggi, infatti, questa serve appena 11 villaggi su circa 1.300, e solo la metà del totale ricava l’energia elettrica da piccoli pannelli solari e altri sistemi alternativi.

Il NEP-IT, quale contributo italiano al Progetto di Elettrificazione Nazionale (NEP) realizzato dal Governo del Myanmar col supporto della Banca Mondiale, concorrerà a estendere le forniture elettriche indipendenti dalla rete elettrica nazionale, cosiddette off-grid, a circa 280 villaggi (pari a 96.500 unità abitative, secondo le stime del Dipartimento di Sviluppo Rurale) attraverso l’erogazione di sistemi solari ad uso abitativo (Solar Home System, SHS) e per l’illuminazione pubblica, e sistemi mini-grid ad uso di villaggi e cosiddetti village tract, ossia unità risultanti dall’aggregazione di più villaggi.

Il via libera al progetto è arrivato ad agosto, quando il Parlamento birmano (Hluttaw) ha approvato il credito d’aiuto italiano di 30 milioni di Euro quale contributo alla componente off-grid del NEP, complementare a un dono di 1,05 milioni di Euro alla Banca Mondiale per l’assistenza tecnica alle istituzioni birmane durante il processo di implementazione del Progetto.

In linea col Piano di Elettrificazione Nazionale adottato dal Governo, passare dall’attuale 40% al 70% di copertura della rete elettrica entro il 2025 è il primo traguardo cui il NEP concorre per conseguire l’accesso universale all’elettricità entro il 2030 (UN SDG7).

 

NCDDP: Costruire “le strade” per uscire dall’isolamento e dalla povertà

Parte integrante del paesaggio del Chin State sono i road worker: le comunità itineranti che “fanno la strada” sotto i loro cappelli di bambù e si spostano via via che un nuovo tratto prende forma.

L’insufficienza delle infrastrutture e dei collegamenti stradali, in Myanmar, lascia circa due terzi della popolazione rurale isolata durante parte o tutto l’anno: all’indagine della Asian Development Bank, su circa 64.000 villaggi, vi sarebbero solo 75.000 km di strade percorribili senza interferenze stagionali.

In aggiunta, non tutte le comunità rurali possono accedervi agevolmente, anzi: il Rural Access Index (RAI), l’indicatore internazionale che misura la proporzione di popolazione rurale che vive entro i 2 km dalle strade percorribili, ne taglierebbe fuori il 64%.

I numeri diventano eccezionalmente bassi in Chin State, dove il RAI si attesta all’11%: la maggior parte dei Chin, infatti, deve compiere un primo viaggio solo per raggiungere la strada più vicina.

Isolamento e povertà scorrono di pari passo: la mancanza di collegamenti si ripercuote negativamente sull’accesso a servizi di base come sanità e istruzione, limita i mercati di sbocco per i prodotti dell’agricoltura e riduce all’osso opportunità di impiego alternative e scambi.

Per mitigare l’impatto negativo dell’isolamento, la seconda direttrice dell’intervento italiano in questa regione del Myanmar è l’“Italian contribution to the National Community Driven Development Project (NCDDP) – AID 10244”: un credito d’aiuto di 20 milioni di Euro quale contributo italiano al progetto della Banca Mondiale per l’implementazione di piccole infrastrutture di base interamente gestite dalle comunità locali di cinque municipalità o township.

Sono le comunità a identificare gli investimenti infrastrutturali più urgenti e lavorano al fianco delle autorità locali di competenza per pianificare e attuare in modo efficace le priorità di sviluppo, col coinvolgimento diretto delle donne e dei più vulnerabili.

 

 

GEWE-IT: la micro-imprenditoria per restituire diritti e dignità alle donne

In Myanmar, i diritti delle donne e la loro partecipazione alla vita politica ed economica sono fortemente penalizzati da oltre mezzo secolo di regime militare e una cultura patriarcale imbevuta di stereotipi di genere.

Fra tutte, le più deboli sono le donne delle periferie rurali: ancora più isolate, più povere, discriminate dalle norme di un diritto consuetudinario che le relega al di sotto della controparte maschile: istruzione, impiego, ricorso alla giustizia, leadership, perfino in campo ereditario alla donna non sono riconosciuti i diritti di cui l’uomo, invece, risulterebbe naturale depositario.

Il Progetto “GEWE-IT: Uguaglianza di genere e sostegno alla micro imprenditoria femminile nello Stato del Chin e aree limitrofe – AID 11450” nasce per offrire formazione e competenze professionali alle donne delle periferie rurali più svantaggiate e fornire loro piccoli finanziamenti per l’avvio di attività economiche.

Nel Chin State, infatti, la maggior parte delle donne vive di lavori stagionali remunerati fino alla metà di quelli di un uomo, traendone salari al limite della sussistenza. Il GEWE-IT vuole favorire nuove professionalità e piccole attività imprenditoriali tutte al femminile, suscettibili di sviluppare nuove formule di reddito regolamentate e continuative.

Al contempo, il GEWE-IT punta a migliorare la capacità tecnica e l’efficienza delle istituzioni a livello centrale e locale, e sostiene gli organismi comunitari (Village Tract Council) per incrementare la partecipazione decisionale femminile e migliorare la consapevolezza delle comunità sulle tematiche di genere.

Le attività del Progetto si allineano al National Strategic Plan for the Advancement of Women (NSPAW), un documento che il Governo del Myanmar ha prodotto nel 2013 per tracciare una strategia operativa mirata al conseguimento di pieni diritti e opportunità per le donne.

Nel 1997 il Myanmar ha ratificato la Convenzione ONU sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione delle Donne (CEDAW) e ha fatto propri i principi guida della Quarta Conferenza Mondiale sulla Donna (Beijing Declaration and Platform for Action, 1995). Tuttavia, un impegno continuativo resta cruciale per il conseguimento delle pari opportunità, per l’affermazione delle donne quali cittadine titolari di pieni diritti e protagoniste attive di una società sostenibile e prospera.

Informazioni sull'autore

Communication Officer – Sede AICS di Yangon

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