Cooperazione allo sviluppo e clima rappresentano un binomio di lunga data che risale alla nota Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992 su Ambiente e sviluppo. Fu in quell’evento internazionale che si posero le basi politiche dello sviluppo sostenibile e si dette avvio alle due Convenzioni giuridicamente vincolanti: la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e la Convenzione sulla diversità biologica (UNCBD). Entrambe, furono ratificate dall’Italia nel 1994. In quello stesso anno, fu aperta alla firma dei Paesi membri delle Nazioni Unite, la Convenzione contro la desertificazione (UNCCD), ratificata dall’Italia nel 1997.
Nel 2023 la Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici è arrivata alla sua 28esima edizione (COP28) e si è svolta in un contesto climatico globale ulteriormente mutato che ha visto, nei decenni passati, un continuo incremento della concentrazione dei principali gas a effetto serra: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossidi di azoto (N2O) e solfuri (SF6).
La quantità di CO2 in atmosfera registrata presso i famosi laboratori di Mauna Loa nelle Hawaii è cresciuta del 33,8% dal 1959, e di circa il 51% rispetto all’inizio della Rivoluzione Industriale. A seguito dell’incremento del consumo dei combustibili fossili, un’accelerazione delle emissioni di CO2 si è avuta a partire dal 1970 – anno della prima Giornata della Terra – quando in atmosfera erano già state immesse oltre 4.000 milioni di tonnellate di carbonio, per arrivare a 9.500 milioni nel 2015, anno dell’Accordo di Parigi sul clima.
L’innalzamento medio delle temperature globali del Pianeta è correlato all’aumento della concentrazione dei gas a effetto serra. All’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera è corrisposto infatti un aumento della temperatura superficiale media globale di 1,1 °C rispetto ai livelli del 1850-1900, aumento realizzatosi soprattutto nell’ultimo decennio.
L’Accordo di Parigi definito alla COP21, entrato in vigore il 4 novembre 2016, ha l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura media del Pianeta a un livello ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, perseguendo ogni sforzo per limitare tale crescita entro 1,5°C.
Stante questi limiti, le misure di abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra (misure di mitigazione) dovrebbero essere così aggressive da dimezzarle entro il 2050, senza però la sicurezza di non superare la soglia dei +2°C.
Il Sesto Rapporto IPCC di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6) del 2023 ha messo in evidenza l’urgenza di attuare queste misure di mitigazione, considerando che nel 2019 le emissioni di gas a effetto serra erano il 12% più elevate di quelle del 2010 e che per rimanere al di sotto della soglia di temperatura di 2°C queste si dovranno ridurre del 21%, a partire dal 2019 ed entro il 2030, e del 43% se si vuole rimanere entro la più bassa soglia di temperatura di 1,5°C.
AZIONI IN RISPOSTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Le iniziative di cooperazione allo sviluppo portate avanti dall’Agenzia sono coerenti con le azioni per il clima a livello globale e si inquadrano entro il mandato delle tre Convenzioni di Rio. Per questo sono indicizzate attraverso particolari parametri (Rio markers) che ne tracciano i relativi flussi finanziari.
La cooperazione internazionale e la gestione degli ecosistemi mirano a realizzare uno sviluppo resiliente al clima. In particolare, le opzioni di mitigazione e adattamento si articolano, all’interno dell’Ufficio V, negli ambiti delle energie rinnovabili e della gestione sostenibile foreste, allargandosi ai mari e agli oceani sino alle risorse idriche e allo sviluppo urbano. Coerentemente con le indicazioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) le azioni per il clima realizzate dall’Agenzia concorrono a mantenere il riscaldamento globale entro +1,5°C, quale soglia di fattibilità delle misure di adattamento, e a realizzare il più alto livello di sinergia con le misure di mitigazione, volte a ridurre la quantità di emissioni entro il 2030.
Le azioni per il clima e le misure di adattamento e mitigazione realizzate nelle iniziative di cooperazione dell’Agenzia sono orientate a soddisfare gli impegni assunti dai Paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi, in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; impegni inscritti e registrati nei cosiddetti Contributi nazionali determinati.
Come precisa l’IPCC, l’obiettivo a livello globale è quello di arrivare a una riduzione di circa il 50% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.