In Colombia, con il sostegno di Aics, i riciclatori guadagnano preservando l’ambiente

Colombiani e venezuelani hanno trovato nel riciclo un modo per sostenere finanziariamente le loro famiglie e per contribuire alla sostenibilità delle loro comunità a Barranquilla e Santa Marta, sulla costa della Colombia, grazie anche al finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).

La categoria dei riciclatori è però spesso costretta ad affrontare situazioni di sfruttamento lavorativo: succede spesso che le aziende che acquistano i materiali non paghino, o impieghino mesi per farlo. Con il sostegno di Aics, dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), e de il suo partner, Pastoral Social, ai riciclatori vengono fornite competenze trasversali e un orientamento su quali siano i diritti e gli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro in maniera più consapevole e in condizioni più dignitose.

Riciclatori come Anleidys, Victor e Nairis trasformano cartone, vetro, alluminio e ferro in oggetti decorativi per la casa, il giardino e il patio. I ricavi ottenuti grazie a queste attività consentono ai loro di guadagnare una maggiore autonomia lavorativa e di supplire alle spese domestiche, quali il vitto e l’alloggio. Il contributo dei riciclatori venezuelani in Colombia appare spesso invisibile alla società, a causa della poca conoscenza del corretto smaltimento e sul ruolo fondamentale del riciclo. Per queste ragioni, i riciclatori si sono a tutti gli effetti degli attivisti ambientali.

Con il supporto del Cesvi, un team promuove giornate dedicate alla piantumazione di alberi, alla pulizia degli spazi pubblici e alla sensibilizzazione sull’importanza del riciclo. In una campagna informativa realizzata grazie al sostegno di Cesvi e Acnur gli attivisti sono andati casa per casa armati di opuscoli informativi per spiegare alla gente come separare i rifiuti riciclabili da quelli non riciclabili, in modo che tutti facciano la propria parte per l’ambiente e per il benessere della comunità.

AICS lancia in Kenya un’iniziativa da 1 milione di euro contro la siccità

Nella mattinata del 30 novembre l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e la Contea di West Pokot, in Kenya, hanno dato ufficialmente il via all’iniziativa "Ripristino ambientale nel bacino fluviale del fiume Wei Wei nella torre d’acqua di Cherangani". La cerimonia di lancio si è svolta nel villaggio di Tamkal alla presenza di Giovanni Grandi, titolare della sede Aics di Nairobi, e Robert Komolle, vice governatore della Contea di West Pokot.

Le aree aride e semi aride del Kenya sono profondamente colpite dalla siccità e dagli effetti del cambiamento climatico. La Cooperazione italiana in collaborazione con le autorità nazionali e l’Autorità di sviluppo della Kerio Valley (Kvda) è storicamente impegnata in programmi volti a promuovere l’agricoltura sostenibile e l’irrigazione nell’area semi arida di Sigor: tra il 1986 e il 2019, circa 700 ettari di perimetri irrigui sono stati realizzati attraverso tre diverse iniziative di cooperazione, sia a credito che a dono.

Con un finanziamento di 1 milione di euro, questa nuova iniziativa intende intervenire per il ripristino ambientale delle aree più degradate che si estendono tra il Monte Korellach e il fiume WeiWei attraverso l’introduzione di tecniche di conservazione dei terreni e delle acque, incluse pratiche agricole rigenerative. L’iniziativa è realizzata attraverso Ars Progetti, società di consulenza italiana specializzata nel settore dell’agricoltura, con il supporto del governo della Contea di West Pokot.

Le attività previste includono l’introduzione di strutture di controllo dell’erosione dei suoli, la riabilitazione di calanchi (solchi di erosione), l’introduzione di terrazzamenti e pratiche per la riforestazione. A queste si accompagnano il supporto alle comunità rurali residenti nell’area tramite la promozione di attività generatrici di reddito e il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile.

Come ha affermato Giovanni Grandi, titolare di Aics Nairobi, “questa iniziativa rappresenta un passo avanti nella cooperazione tra Italia e Kenya verso la sostenibilità e la resilienza contro il cambiamento climatico. Con oltre 30 anni di esperienza e iniziative nel settore del ripristino ambientale a West Pokot, siamo sicuri che questo contributo migliorerà la situazione socio-economica nella Contea’’.

Da parte sua Robert Komolle, vice Ggvernatore della Contea di West Pokot, ha accolto con entusiasmo la nuova iniziativa, ricordando il rapporto di lunga data con l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e sottolineando che “il governo della Contea di West Pokot continuerà a sostenere gli sforzi di sviluppo della Torre d’Acqua di Cherangani, fondamentali per un futuro sicuro e migliore per le comunità residenti nei pressi del fiume Wei Wei”.

Il titolare di Sede di Aics Nairobi Giovanni Grandi e S.E. Robert Komolle, Deputy Governor of West Pokot County durante l’evento di lancio dell’iniziativa “Ripristino ambientale nel bacino fluviale del fiume Wei Wei nella torre d’acqua di Cherangani” finanziata da Aics © Martina Bolognesi
Il Titolare di Sede di Aics Nairobi Giovanni Grandi e l’On. Litole Lucky Jemutai, West Pokot County Executive Committee Member for Water, Environment, Natural Resources And Climate Change con alcuni membri della comunità di Sigor. © Martina Bolognesi
Uno dei calanchi causati dall’erosione dell’acqua a Sigor, West Pokot. © Martina Bolognesi

Oltremare podcast – Accordo per la biodiversità, una sfida chiave per la cooperazione

Lo scorso dicembre, durante la Cop15 sulla biodiversità che si è svolta in Canada, 190 Paesi hanno adottato il “Quadro Globale per la biodiversità Kunming-Montreal”, il primo accordo globale di ampio respiro per garantire la stabilità dei servizi ecosistemici fondamentali per la sicurezza umana, lo sviluppo economico, la tutela della natura e la lotta contro il cambiamento climatico. Il mondo si impegna così a proteggere almeno il 30% delle terre, degli oceani, delle zone costiere e delle acque della Terra, per fermare e invertire la perdita di biodiversità.

Come racconta nella nuova puntata di Oltremare podcast il giornalista, geografo ed esperto di temi ambientali Emanuele Bompan, l’accordo comprende quattro obiettivi e 23 target da raggiungere entro il 2030, il taglio di 500 miliardi di dollari annuali di sussidi governativi dannosi per la natura, il dimezzamento degli sprechi alimentari, la concessione di maggiori diritti alle comunità indigene per la tutela della natura. E ancora: la riduzione del rischio dei fertilizzanti, lo stop all’inquinamento da plastica e la mobilitazione di risorse pubbliche e private per almeno 200 miliardi l’anno entro sette anni. Secondo l’analisi di Bompan, grazie alla firma di questo quadro globale la Cooperazione italiana dovrà allocare almeno 600 milioni al 2030, per progetti di cooperazione legati alla biodiversità nei Paesi prioritari.

Seppur con qualche punto da migliorare, si tratta di un risultato storico il giornalista. “Questo accordo dovrà essere il trampolino di lancio per l’azione dei governi, delle imprese e della società verso la transizione verso un mondo positivo per la natura, a sostegno dell’azione per il clima e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”.

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A San Salvador il primo Comitato esecutivo di una nuova iniziativa AICS su migrazioni e ambiente

Martedì 9 maggio si è tenuto a San Salvador presso il locale ministro degli Esteri, nella Sala dedicata al pittore Salvadoregno Camilo Minero, il primo Comitato esecutivo dell’iniziativa “Migrazione e Ambiente: strategia governativa per la prevenzione della migrazione irregolare mediante la creazione di opportunità di sviluppo territoriale e delle persone” finanziata dalla Cooperazione italiana.

L’iniziativa, con una dotazione di 2,5 milioni di euro e una durata di 36 mesi, ha l’obiettivo di prevenire la migrazione irregolare tramite la generazione di opportunità che favoriscano l’affermarsi e lo sviluppo delle persone nelle loro comunità d’origine. L’Iniziativa sarà realizzata dal ministero degli Esteri de El Salvador attraverso il Vice ministero per la Diaspora e la Mobilità umana, il ministero dell’Ambiente (Marn) e la Commissione nazionale per la piccola e la micro impresa (Conamype).

La sessione di lavoro è stata aperta dalla Vice ministra per la Diaspora e la Mobilità umana, Cindy Portales, seguita dall’intervento del titolare della sede Aics di San Salvador, Pietro Pipi, che ha portato i saluti dell’ambasciatore e ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per la nostra cooperazione in particolare per quanto riguarda la promozione di un ambiente favorevole e di opportunità per i giovani e le donne come attori principali dello sviluppo delle proprie comunità attraverso l’uso sostenibile delle risorse naturali ed i servizi ecosistemici. Priorità al centro della strategia della Cooperazione italiana nella regione.

Al Comitato hanno partecipato inoltre, Isabel Contreras, del Marn, Karla de Palma, direttrice della Agenzia di El Salvador per la Cooperazione internazionale (Esco), Paul Steiner, direttore generale di Conamype e Oscar Figueroa, direttore della Segreteria tecnica per il Finanziamento esterno del ministero degli Esteri (Setefe).

Il Comitato esecutivo è il principale meccanismo di governo dell’iniziativa al quale partecipano i ministri e i dirigenti pubblici o loro delegati con potere decisionale, delle autorità locali responsabili dell’esecuzione dell’iniziativa e il titolare della sede Aics di San Salvador. Tale Comitato ha la funzione di indirizzo generale e di analizzare, valutare, approvare o osservare le decisioni chiave relative all’esecuzione del progetto.

Nell’ambito di questo primo Comitato esecutivo, è stato ufficializzato il piano operativo per la prima annualità del progetto, approvati gli organismi di governo e i termini di riferimento per la contrattazione del Coordinatore generale dell’iniziativa. Nel mese di giugno è previsto il lancio pubblico a livello nazionale dell’iniziativa e l’avvio della campagna di sensibilizzazione della popolazione sui rischi ed ostacoli che si presentano nei processi migratori irregolari, così come sulle alternative per una migrazione ordinata e sicura, una delle prime attività del progetto.