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Sistemi di produzione tradizionali e biodiversità: il tesoro che va in scena a Terra Madre

Aics e Slow Food rilanciano la loro solida collaborazione nell'ambito dell'iniziativa. Tanti i progetti, con un occhi particolare al Senegal

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e Slow Food (Terra Madre) contano su una solida e duratura collaborazione che, negli anni, ha dato vita a molteplici interventi, in Italia, nel continente africano, in sud America e in Europa e che ha coinvolto giovani, donne, studenti, contadini. Progetti pensati e messi in opera dalla collaborazione tra la società civile: ong, associazioni, rappresentanti della diaspora, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità con i suoi presidi nel mondo e Aics. I punti di contatto tra Slow Food e l’agenzia vanno però ben oltre le iniziative congiunte e comprendono l’impegno di Aics verso uno sviluppo mirato alla salvaguardia della biodiversità, il cibo, il paesaggio, le tradizioni, la cultura locale e le popolazioni autoctone.

© Audy Valera

L’edizione 2021 di Terra Madre è stata l’occasione per riflettere su queste tematiche ed ha visto la partecipazione degli uffici tecnici Aics e della sua sede estera di Dakar, capitale del Senegal. Nel corso dell’evento ognuno dei partecipanti ha portato la propria esperienza e prospettiva nell’ottica di un arricchimento della riflessione e delle istanze rappresentate dalla kermesse di Slow Food.

Nell’ambito del progetto: “Building capacity: corso internazionale avanzato applicativo sul programma Fao –  Giahs (Globally Important Agricultural Heritage Systems)“, co-finanziato da Aics in collaborazione con il Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze, è stato organizzato un ciclo di tre webinar allo scopo di illustrare obiettivi e potenzialità del Programma Giahs, incentrato sulla conservazione della cultura, della diversità bioculturale e dei sistemi di produzione tradizionali per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio, ed evidenziare convergenze e sinergie con le attività di Slow Food.

© Audy Valera

Il primo incontro, dal titolo “Il programma FAO per il patrimonio agricolo mondiale”, che ha  visto la partecipazione dell’ufficio Sviluppo Rurale, ha evidenziato la strategia dell’Aics nel settore sviluppo rurale in relazione all’approccio Giahs. Durante l’intervento e’ stato messo in evidenza come, nell’ambito dello sviluppo rurale la Cooperazione italiana, da numerosi anni, ha fatto interventi valorizzando il territorio, il sapere tradizionale, il cibo di qualità, i piccoli agricoltori, la promozione del ruolo delle donne e dei piu’ vulnerabili. Nell’intervento sono stati presentati i dettagli di diverse iniziative, tra cui i programmi sui datteri della Libia, sul caffè del Centro America e sulla frutta (mele e cachi) del Pakistan. Il programma Café y Caffè e’ descritto come un’iniziativa di cooperazione il cui obiettivo principale è stato quello di aumentare la qualità del caffè gourmet in America Centrale e migliorare le condizioni di vita dei produttori. Si tratta di un progetto che ha permesso a sei Paesi produttori di caffè (Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Repubblica Dominicana) di attuare una produzione sostenibile e di alta qualità e di creare una rete regionale per favorire lo scambio e la condivisione di esperienze tra tutti gli attori della filiera del caffè (produttori, autorità locali, istituzioni centroamericane, torrefattori, università, ecc. ) nonche’ per promuovere la vendita del prodotto e la valorizzazione del territorio, dando alle donne l’opportunita’ di giocare un ruolo chiave nel progetto stesso.
Infine, durante l’intervento, sono stati sottolineati la definizione e i principi del programma Giahs : Valorizzazione del territorio, Qualità del cibo, Protezione dell’ambiente, Patrimonio tradizionale, Biodiversità, Resilienza. Tutti questi principi sono interconnessi tra loro e possono dare un forte contributo al raggiungimento dei temi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, e, allo stesso tempo, questi stessi principi si ritrovano nelle iniziative Aics del settore di sviluppo rurale. L’approccio di questi progetti, come illustrato, è coerente con il programma Giahs rispetto ai principi citati con iniziative che mirano a tutelare e conservare ed allo stesso modo a sviluppare attraverso una conservazione dinamica del territorio.

© Audy Valera

Il secondo incontro, con focus sui sistemi agroforestali e la sostenibilità in Africa, cui ha preso parte l’ufficio Aics Sviluppo Umano, è stata l’occasione per sottolineare l’importanza dei sistemi agroforestali per la resilienza e la conservazione delle conoscenze tradizionali al fine di garantire un futuro sostenibile per le popolazioni rurali, in special modo quelle situate nelle aree remote maggiormente suscettibili all’abbandono e alla migrazione verso aree urbane.

© Audy Valera

Alla diversità del patrimonio bioculturale, con focus in Centro e Sud America, è stato dedicato il terzo e ultimo webinar. L’intervento dell’ufficio Opportunità e sviluppo economico, ha inteso richiamare l’attenzione sui criteri generali di intervento dell’Aics nel settore del patrimonio e delle attività culturali, ampiamente intesi. In particolare sono state citate le Convenzioni Unesco del 1972, sul patrimonio culturale mondiale, del 2003 sul patrimonio culturale immateriale e del 2005, per la protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali. Il rispetto e l’adesione ai principi collegati a queste convenzioni informa i progetti che l’Agenzia finanzia nell’ambito del settore del turismo sostenibile, anche nelle aree caratterizzate da biodiversità dell’America Latina. Sono stati citati due esempi, entrambi realizzati in Bolivia. Uno sostiene lo sviluppo di servizi turistici gestiti dalle comunità locali lungo il Cammino andino del Qhapaq Ñan, l’altro ha realizzato un manuale di gestione per il turismo sostenibile nelle aree naturali protette, adottato dalla rete Nazionale dei Parchi Naturali nazionale (Sernap). Il rispetto della biodiversità, espresso, tutelato e promosso dalle comunità che risiedono nei luoghi in cui tale diversità è stata generata sono, infatti, condizioni imprescindibili per la creazione di uno sviluppo duraturo e sostenibile, basato sullo sviluppo di servizi collegati all’identità culturale storicamente sedimentata.

La sede estera di Dakar, nell’ambito del progetto Pacersen Bis, che vede Slow Food in prima linea sostegno alla riduzione della migrazione attraverso la creazione di Naatangués e Waar Wi (in lingua wolof), fattorie agricole comunitarie e individuali nelle regioni ad alto potenziale migratorio, ha tenuto il forum “Ndiaxass Culinari”, un interessante momento di riflessione e scambio su cucina locale, alimentazione tradizionale e nuove influenze. Un viaggio attraverso i sogni e le ambizioni dei beneficiari e una serie di ricette che grazie all’ispirazione di giovani chef che hanno deciso di investire nel paese, hanno presentato prodotti locali con creatività e gusto.

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