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Myanmar, il progetto Dafne per la sicurezza alimentare in Rakhine State

Il progetto “DAFNE - Donne, Ambiente e Foreste Comunitarie per la Sicurezza Alimentare in Rakhine"  promuove il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione delle risorse naturali attraverso l'istituzione di “foreste comunitarie”.  

di Giulia Mussoni

L’intervento avviene in una delle aree più travagliate del Myanmar contemporaneo, il Rakhine State, che ha fatto parlare ripetutamente di sé per il triste esodo dei musulmani Rohingya. Oggi, l’ambiente rappresenta un’ulteriore sfida cui il Rakhine deve far fronte. Il progetto punta a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale supportando la creazione di attività generatrici di reddito e al contempo ad aumentare la consapevolezza ambientale tra i giovani mediante campagne educative e di sensibilizzazione. Parallelamente, ogni attività è stata concepita per favorire l’emancipazione e la leadership femminile.

Lavorazione del bambù. Foto di Giulia Mussoni

Il cuore del progetto è la cittadina costiera di Kyeintali e i villaggi coinvolti fanno parte delle contee di Thandwe e Gwa, le cui aree includono una varietà di ecosistemi di immenso valore ambientale e culturale. I villaggi sono di due tipi: costieri, quindi circondati da foreste di mangrovie, dove le attività principali sono la pesca e la raccolta di noci di cocco, e collinari, nascosti da foreste decidue e sempreverdi, dove si coltivano il riso e l’arachide.
Le foreste rappresentano una delle risorse più importanti per il sostentamento della popolazione locale, che vive di agricoltura di sussistenza. Le foreste offrono infatti materiale da costruzione, tra cui legname e bambù, e prodotti alimentari, ma il sovra-sfruttamento e l’assenza di un piano di gestione del territorio, uniti alla crescita demografica incontrollata, stanno determinando un rapido degrado delle risorse naturali e, di conseguenza, l’aumento del rischio di povertà.

Foresta di mangrovie nel sud Rakhine. Foto di Giulia Mussoni

Solo un’adeguata gestione ambientale, che preveda la protezione di suolo e acque, può garantire alla popolazione locale sviluppo, opportunità economiche a lungo termine e sicurezza alimentare.
Da qui l’idea di DAFNE: il progetto, infatti, ha contribuito a migliorare la gestione del territorio supportando 13 foreste comunitarie che ricoprono un totale di 2.000 acri (800Ha). L’attività coinvolge circa 2.000 persone e garantisce alle comunità locali l’usufrutto trentennale e rinnovabile di una determinata area di foresta. Qui, oltre a piantare alberi da taglio, i beneficiari hanno la possibilità di coltivare specie agricole importanti per l’economia locale, come banano, mango, papaya e jackfruit.

Lavoro in foresta. Foto di Chiara Luxardo

Gli abitanti dei villaggi coinvolti hanno mostrato consapevolezza verso il valore delle foreste comunitarie e i vantaggi che queste apportano al territorio, sia per quanto riguarda la salvaguardia ambientale che per i benefici economici: “Tradizionalmente le foreste di mangrovie fornivano una barriera naturale contro i violenti tifoni monsonici – racconta U Tin Nyunt, abitante del villaggio di Kyeintali – purtroppo l’assenza di regole ha portato a tagli indiscriminati e la foresta rischiava di scomparire. Ora, però, siamo fortunati ad avere ricevuto in gestione oltre 200 acri di mangrovie che, delimitate da pilastri e recinti, nel tempo avranno modo di crescere e diventare forti.”

Rakhine, costa sud. Foto di Giulia Mussoni

In Rakhine, le donne giocano un ruolo fondamentale per il sostentamento della famiglia: si occupano infatti della raccolta, lavorazione e vendita di prodotti locali. Ciò nonostante, sono ancora relegate ai margini della società, con limitate opportunità di sviluppo socioeconomico. Il progetto, pertanto, ha voluto valorizzare il loro ruolo supportando la creazione di 26 microimprese a maggioranza femminile (401 membri di cui 253 donne), che si occupano di attività economiche basate sull’uso sostenibile delle risorse forestali, come la produzione di peperoncino essiccato, la lavorazione del cocco e la creazione di prodotti artigianali di bambù.
“Grazie ai training ricevuti – afferma Daw Tin Tin Htwe, del villaggio di Soe Bon, coinvolta nell’attività di lavorazione del bambù – ho imparato nuove tecniche per la lavorazione del bambù che cresce nelle nostre foreste comunitarie. Siamo tutti molto appassionati della nuova attività e lavoriamo insieme per creare prodotti artigianali e scambiare idee. Vendiamo i prodotti al mercato locale e nelle zone turistiche del circondario. Prima non conoscevo le tecniche di conservazione da utilizzare per migliorare la qualità del bambù: vorrei ringraziare la Cooperazione Italiana per il supporto ricevuto, e Oikos per la passione con cui il programma cresce ogni giorno.”

*Assistente Capo Progetto, ONG Istituto Oikos – Myanmar

 

Corsi di tutela ambientale alle scuole. Foto di Chiara Luxardo

 

SCHEDA PROGETTO

AID e titolo del progetto AID 10581: “DAFNE – Donne, ambiente e foreste comunitarie per la sicurezza alimentare a Rakhine”
Area geografica: Sud Rakhine, Contee di Thandwe e Gwa
Esecutore Istituto OIKOS
Durata 2015 – 2019
Budget 1.052.970,00
Numero dei beneficiari • n. 72 scuole (con un totale di circa 6.000 studenti) raggiunte dalla campagna di sensibilizzazione ambientale;
• n. 557 insegnanti formati su tematiche ambientali;
• n. 2.000 persone coinvolte nella creazione e gestione delle foreste comunitarie;
• n. 401 membri di microimprese di cui 253 donne.

Settori di intervento Gestione forestale, educazione ambientale, educazione alimentare, sviluppo economico.
Obiettivo generale e attività Migliorare la sicurezza alimentare, promuovere lo sviluppo rurale e la gestione sostenibile delle foreste comunitarie nel Rakhine meridionale. Attività:
• Campagna di educazione ambientale e azioni di supporto alle scuole locali;
• Recupero e valorizzazione delle tradizioni alimentari;
• Promozione della gastronomia e cultura del Rakhine;
• Potenziamento delle comunità;
• Diversificazione dell’economia rurale;
• Rafforzamento delle autorità locali e delle associazioni comunitarie;
• Rafforzamento delle capacità tecniche per la gestione delle foreste comunitarie esistenti;
• Costituzione di 7 nuove foreste comunitarie.

Risultati ad oggi • Realizzazione di orti scolastici, orti idroponici o piantumazione di alberi da frutto in 59 scuole il primo anno, 39 nel secondo, 60 nel terzo;
• Interventi di igiene e salute in 30 scuole (costruzione e riparazione di latrine, pozzi, sistemi di raccolta di acqua piovana);
• 26 micro-imprese formate;
• 13 foreste comunitarie finora costituite per un totale di circa 2,000 acri.

 

Donne beneficiarie di DAFNE. Foto di Chiara Luxardo

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