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SUDAN
Khadija, Islam, Amira e le altre. Le imprenditrici del Sudan che “sorreggono il cielo”

Una panoramica sulla centralità della tematica di genere nei progetti di Aics in Sudan, dall'empowerment femminile alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili.

Se le donne abbassassero le braccia il cielo cadrebbe… dice un proverbio Africano.
La tematica di genere percorre trasversalmente tutti i settori di intervento della sede dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) di Khartoum: lotta alla povertà, agricoltura e sicurezza alimentare, salute, tutela dei diritti dei gruppi vulnerabili, educazione, migrazione. I dati sono allarmanti: secondo uno studio realizzato dal Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni (Unfpa) nel 2021, “Voices form Sudan”, su una popolazione di circa 41 milioni di persone, l’87% delle donne di età compresa tra i 15 e 49 anni subisce la pratica delle mutilazioni genitali, con picchi del 97.7% in stati come il Darfur e il Kordofan, il 38% delle bambine viene precocemente dato in matrimonio prima della maggiore età e il 34% di esse è vittima di abusi domestici. Il rapporto riporta parole dure di giovani donne, come Man nel Sennar, che afferma come una donna “non circoncisa è considerata una Ghalfa, un demone”.

Le profonde disuguaglianze tra le donne e gli uomini costituiscono un grave ostacolo alla crescita economica e all’eliminazione della povertà, e nello stesso tempo sono causa di profonda ingiustizia sociale, indispensabile per il raggiungimento di una condizione in grado di favorire la pace e alla stabilità politica. Aics Khartoum è in prima linea nel sostenere le donne, vero e proprio filo conduttore dei nostri programmi in Sudan, coerentemente con quanto previsto dal quinto obiettivo sostenibile dell’Agenda 2030 che prevede: “Concretizzare la parità dei sessi e l’emancipazione delle donne e delle ragazze darebbe un contributo fondamentale al progresso di tutti gli Obiettivi e dei traguardi. Il raggiungimento del pieno sviluppo del potenziale umano e dello sviluppo sostenibile non potrà realizzarsi se ancora metà della popolazione mondiale è privata di diritti e opportunità. Donne e ragazze devono poter godere della parità di accesso ad un’educazione di qualità, alle risorse economiche e alla partecipazione politica nonché delle pari opportunità con uomini e ragazzi per quanto riguarda il lavoro e le responsabilità dirigenziali e decisionali”.

Crediti Aics Khartoum

Per questo Aics Khartoum è impegnata nel favorire una effettiva partecipazione delle donne al lavoro dignitoso e alla creazione di reddito. Khadija Khamis Juma ci racconta la sua storia, con un tono di voce che lascia trasparire un carattere deciso e intraprendente “Sono un’imprenditrice, gestisco un piccolo ristorante che prepara piatti della tradizione locale. Qui a Port Sudan ho avviato la mia attività economica grazie alla formazione che ho seguito presso la ‘Women Development Association’, con il finanziamento dell’ Aics. Negli ultimi anni il ristorante è cresciuto molto, il servizio è migliorato e sono riuscita a guadagnare a sufficienza per poter ripagare il prestito iniziale che mi è stato assegnato dal programma Tadmeen della Cooperazione Italiana. Sono così riuscita a diventare totalmente indipendente. Altre donne hanno seguito il mio esempio e hanno potuto beneficiare di questa opportunità”.

Islam ci sorride e ci racconta come – grazie ad Aics – ha potuto frequentare un corso su come realizzare forni solari. “Il prezzo della legna è alto e poi trasportarla è pesante e ho difficoltà… ma grazie al “shams” (sole in arabo) non mi devo più fare tutta la strada per andare a comprare la legna. Qui il sole non manca mai! e riesco a preparare un pasto per i miei figli” Ci svela un segreto ridendo… “vorrei avere una cucina a gas per cucinare… “malesh” (pazienza) Chissà forse un domani”. Ci saluta allontanandosi perché a quest’ora il sole è alto e scalda bene.

Anche Amira, una giovane donna della campagna di Kassala, ci racconta la sua storia, i suoi occhi color dell’ebano sembrano guardare ad una linea d’orizzonte che ci oltrepassa, in questa terra millenaria dove tutto appare immobile, ma solo se ci si limita all’apparenza delle cose e non si colgono, invece, i segni di un cambiamento di cui le donne vogliono diventare protagoniste assolute- “Grazie al supporto della cooperazione italiana abbiamo istituito 10 fondi agricoli, in cui lavorano 30 donne che producono foraggio per gli animali, verdura e frutta, marmellata di karkadè”, riferisce Amira. “Alcune di noi vendono direttamente e trasformano il prodotto fresco in prodotto disidratato, affinché possa essere utilizzato per le stagioni aride e più calde. Io e le mie compagne siamo molto contente per questa opportunità di lavoro, perché possiamo portare a casa più cibo e più soldi. Da quando lavoriamo, tutti ci portano più rispetto e sentiamo di essere delle vere lavoratrici”.

Crediti Aics Khartoum

Khadija, Islam ed Amira sono tre esempi di come la cooperazione italiana in Sudan sostiene l’empowerment femminile. Tra le iniziative finanziate da Aics vi è il programma realizzato da Un Women, volto a sostenere il coinvolgimento delle nelle catene di valore dei settori della pesca e dell’agrobusiness. L’intervento è incentrato su tre pilastri: il rafforzamento del ruolo delle donne nelle catene del valore della pesca e dell’agrobusiness attraverso l’innovazione tecnologica e lo sviluppo delle capacità; il miglioramento dell’accesso delle donne alle diverse fasi delle filiere produttive tramite la promozione della leadership femminile e un migliore accesso ai servizi finanziari; il rafforzamento delle cooperative di donne e il depotenziamento delle norme sociali a livello comunitario che scoraggiano la partecipazione delle donne alle attività produttive. Un’altra importante iniziativa che Aics realizza direttamente su fondi della cooperazione delegata dell’Ue è il programma We Rise! volto a creare condizioni finanziarie e di mercato più inclusive per sostenere la produttività e favorire l’accesso delle donne al settore economico formale e facilitare l’accesso al credito da parte delle persone vulnerabili ed escluse, migliorare le loro competenze imprenditoriali e sostenere lo sviluppo delle loro attività imprenditoriali.

Aics è fortemente impegnata nella realizzazione di programmi sanitari che hanno le donne come beneficiarie e protagoniste, soprattutto nell’ambito della salute materno-infantile ed in particolare nella lotta alla malnutrizione, fenomeno molto presente in Sudan e che colpisce pesantemente le donne in stato di gravidanza e i bambini sotto i cinque anni d’età. Secondo gli ultimi dati aggiornati, vi sono 2,7 milioni di bambini sotto i cinque anni (16%) che soffrono di malnutrizione (wasting Mam e Sam, rapporto peso/altezza squilibrato. Se assistito con terapie adeguate e immediate, la sua ripresa è possibile.)2 e 2.8 milioni ,di bambini sotto i cinque anni (37%) che soffrono di malnutrizione cronica (stunting, rapporto altezza/età squilibrato. La malnutrizione cronica è il risultato della carenza di nutrienti di base nei primi 1.000 giorni di vita del bambino, cioè dal suo concepimento fino al secondo anno di età. Lo sviluppo fisico e cognitivo di questo bambino denutrito cronicamente risultano fortemente danneggiati: non solo la resistenza alle malattie è inferiore rispetto al normale, ma è anche compromessa la sua capacità di apprendimento scolastico e quindi di produttività nel lungo termine con gravi ripercussioni sulle generazioni a venire )3, ben superiore al livello soglia stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Who/Oms) pari a 30%. La prevenzione dei tumori femminili più diffusi, alla cervice dell’utero e mammella rappresenta un’altra attività che caratterizza l’azione di Aics a favore delle donne nell’ambito del settore salute.

Mariam, una anziana ostetrica di Wadi Halfa, nello Stato di Kassala, ha partecipato ai corsi di formazione organizzata dalla cooperazione italiana, si sente molto fiera di aver appreso tante importanti nozioni che potrà mettere in pratica nel suo lavoro quotidiano, ma soprattutto è fiera di aver appreso come insegnare alle sue più giovani colleghe i rudimenti della professione e di come trasferire loro quelle competenze che potranno salvare la vita a tante partorienti e aiuteranno tanti bambini a venire al mondo con meno rischi di brutte conseguenze. Ci spiega con voce da cui traspare sicurezza ed esperienza: “Abbiamo recentemente introdotto la somministrazione di acido folico, seguito da compresse di ferro, per evitare il rischio di anemia materna nonché un inadeguato sviluppo del bambino. Nei momenti precedenti la nascita monitoriamo attentamente il battito del cuore del feto. Vogliamo essere sicuri di individuare la possibilità di una nascita naturale sicura o, al contrario, la necessità di un parto cesareo per una situazione anomala (“mostaared”, termine arabo usato a livello locale)”.

Crediti Aics Khartoum

A Port Sudan, si è appena inaugurato il blocco operatorio di ostetricia presso il teaching hospital, realizzato da Aispo con finanziamenti italiani che ospita cinque postazioni pre e post operatori, re sale operatorie, otto postazioni parto, quattro letti da parto, dieci culle, un’incubatrice, un warmer e sei postazioni di terapia intensiva. Nadia, infermiera presso l’ospedale ci parla con enfasi di questo intervento “L’ospedale ci permetterà di fare nascere i bambini in un ambiente protetto, pulito e confortevole per le madri e i nuovi nati. Prima, le donne erano ammassate in una stanza, al caldo (più di 50 gradi in estate) e con mosche ovunque. Per non parlare della sedia da parto. Le donne – grazie a questo intervento – hanno acquistato il diritto di partorire in un ambiente sano”.

Anche a Kassala Aics porta avanti iniziative importanti per la salute delle donne: “La maternità del Saudi Hospital era fatiscente, con problemi sia elettrici che idraulici gravi e rischiosi per la sicurezza sia degli operatori sanitari che delle donne beneficiarie dei servizi” ci spiega la responsabile del programma di cooperazione delegata Sdn13, ormai prossimo alla fase di chiusura. “Ritenendo necessario e urgente intervenire sulla struttura, sono stati eseguiti diversi e profondi interventi di riabilitazione nello specifico dei reparti di degenza, sale parto, blocchi operatori, neonatologia e nido. Anche i servizi di sterilizzazione e di accettazione sono stati completamente ristrutturati. È stato anche migliorato il flusso delle donne a partire dall’ingresso alla struttura fino alla dimissione. L’intervento a tutto tondo dell’ospedale è stato accolto molto positivamente sia dalle controparti locali che dalle comunità. Si è registrato un aumento del numero dei parti pari al 15 %.”
In Sudan, la strada per garantire l’uguaglianza e la parità di genere è stata intrapresa ma è ancora lunga, A Khartoum augura a tutte le donne sudanesi un buon 8 marzo e le incoraggia affinché non smettano mai di sperare, ma che abbiano sempre la forza e il coraggio di continuare a “sorreggere il cielo”.

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