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Ketrin Ghiva e Berta Tonito, madri in attesa di fronte alla Casa Mãe Espera di Rotanda
Ketrin Ghiva ,Berta Tonito madri in attesa di fronte alla Casa Mãe Espera di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

MOZAMBICO
In Mozambico con le donne per le donne: la Casa Mãe Espera di Rotanda

Grazie al sostegno di Aics, l'onlus WeWorld e l’organizzazione locale LeMusica hanno potuto ricostruire una nuova casa per otto "madri in attesa", distrutta nel 2019 dal passaggio del ciclone Idai

Il 2019 è stato un anno difficile per il Mozambico. I cicloni Idai e Kenneth, avvenuti a distanza di poco più di un mese l’uno dall’altro, hanno distrutto infrastrutture e raccolti, mettendo a dura prova le già precarie strutture sociali ed economiche del Paese, con gravi ripercussioni sulle condizioni di vita della popolazione. Numerose azioni sono state messe in campo dall’Aics e dai suoi partner per rispondere tempestivamente all’impatto devastante dei cicloni e soddisfare i bisogni umanitari della popolazione.  Oltre alle iniziative di prima emergenza, per far fronte agli effetti di medio-lungo termine dei cicloni, lAgenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) ha avviato un’importante iniziativa di emergenza nelle province più colpite dai cicloni, con un focus sui settori della sicurezza alimentare, acqua e igiene (Wash) e salute. Nell’ambito di questa iniziativa, WeWorld-GVC implementa le attività nella provincia di Manica (distretti di Guro, Tambara e Sussudenga) attraverso iun progetto dal titolo “Rafforzamento della resilienza comunitaria con equità di genere nella provincia di Manica”.

Rotanda è una comunità remota del Mozambico, nel distretto di Sussundenga, ai piedi della catena montuosa di Chimanimani che segna una frontiera naturale con il vicino Zimbabwe. Ci si arriva solo attraverso una strada sterrata a circa due ore di auto da Sussundenga, primo centro abitato con un ospedale. Nel 2019 Rotanda, come tante altre località del Mozambico, è stata colpita dal ciclone Idai che ha portato distruzione specialmente nelle province di Sofala e Manica.

Euguenia Augusto Alfanete, infermiera e ostetrica del Centro di salute della Comunità ricorda quei momenti: “Era il 14 marzo, sapevamo dell’arrivo del ciclone, ma è successo prima del previsto. Fulmini, tuoni e un vento mai visto prima. I tetti delle case divelti, tutto distrutto. Io ero qui, al reparto di maternità del Centro di Salute, quando abbiamo deciso di far entrare tutte le persone che erano fuori, così da dare loro riparo.”

Eugenia Alfanete, infermiera ostetrica, Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas

Eugenia Alfanete, infermiera e ostetrica nel Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

Felicio Domingo Gaulo, direttore del Centro di salute, ricorda che “siamo rimasti quasi tre settimane senza comunicazioni e le strade erano impraticabili. Eravamo isolati, non c’era corrente, non si riusciva a parlare al telefono. I locali del Centro di salute hanno subito diversi danni, soprattutto la vecchia Casa Mãe Espera, il tetto è letteralmente volato via.”

Felicio Domingo Gaulo, direttore del Centro di Salute di Rotanda

Felicio Domingo Gaulo, direttore del Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

 

Vecchia Casa Mãe Espera oramai in disuso, Centro di Salute di Rotanda

Vecchia Casa Mãe Espera oramai in disuso, Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

Le Casa Mãe Espera (Casa della madre in attesa) sono delle strutture edificate nelle vicinanze del Centro di Salute della Comunità per ospitare le donne in attesa di partorire, donne soggette a rischio ostetrico o donne con difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Rappresentano dei luoghi sicuri soprattutto per quelle donne che vivono lontano, a diverse ore di cammino e che quindi per partorire dovrebbero fare un viaggio a piedi, o in bicicletta o in moto o nello chapa (pulmini locali solitamente sovraccarichi di persone) e che quindi, probabilmente, pur di non affrontare un viaggio lunghissimo al nono mese di gravidanza, partorirebbero nei loro villaggi, spesso con conseguenze drammatiche. Grazie al sostegno di Aics, WeWorld e l’organizzazione locale LeMusica hanno potuto costruire una nuova Casa Mãe Espera a Rotanda, capace di ospitare otto donne.

Casa Mãe Espera, madri in attesa. Centro di Salute di Rotanda

Casa Mãe Espera, madri in attesa. Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

“La vecchia Casa Mãe Espera era piccola, c’erano solo tre letti ed era sempre piena. I materassi erano tutti rotti” commenta Veronica Mupsetua, una delle infermiere e aggiunge “non immaginavo che un giorno avremmo avuto una struttura con letti confortevoli e zanzariere, capace di accogliere una futura mamma in attesa del suo bambino. Ha aiutato molto, diminuendo la distanza che separa le donne delle comunità remote ai Centri di Salute.”

Veronica Mupsetua, infermiera ostetrica di fronte alla Casa Mãe Espera di Rotanda

Veronica Mupsetua, infermiera e ostetrica, di fronte alla Casa Mãe Espera di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

Le Case Mãe Espera fanno parte di un programma più ampio del ministero della Salute del Mozambico, per ridurre la mortalità infantile. Alle donne vengono garantite le cure, i nascituri vengono subito visitati e registrati sotto il servizio di salute così da facilitare le vaccinazioni nei mesi successivi, il controllo del peso e tutti i controlli di routine.

Nelle comunità rurali del Mozambico, infatti, è ancora diffusa una resistenza culturale: si partorisce in casa, con la medicina tradizionale, con rischi altissimi. Si rischia di morire per un’emorragia post-parto facilmente arginabile nei Centro di Salute.

Madri in attesa di visita alla “maternidade” del Centro di Salute di Rotanda

Madri in attesa di visita alla “maternidade” del Centro di Salute di Rotanda. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

“Con questo progetto” spiega Piero Meda, rappresentante di WeWorld in Mozambico ”abbiamo deciso di concentrarci nel distretto di Sussundenga perché era il distretto che aveva meno  Case Mãe Espera a livello Provinciale. Pensiamo solo che Rotanda con la nuova casa raggiunge un bacino di 15.000 persone, risponde a più di otto comunità dell’area e assiste mediamente 55 parti al mese. Grazie ad AIcs, abbiamo già costruito una Case Mãe Espera e riabilitato due, mentre stiamo costruendo ed equipaggiando altre sei nuove case. Inoltre, stiamo lavorando per far capire l’importanza di andare ad un Centro di salute e di affidarsi al sistema sanitario nazionale.

Eugenia si è trasferita a Rotanda per lavorare nella maternità del Centro di salute. Ha lasciato la propria famiglia per dedicarsi alle donne di questa comunità: donna che lavora per le donne. Ci racconta che lavora tutti i giorni, “non ho propriamente un orario di lavoro. La mia casa è di fronte al Centro e a volte ci sono donne, pazienti, che arrivano molto tardi, fuori dall’orario di apertura, bussano alla porta e noi rispondiamo sempre!”.

Eugenia Alfanete, Veronica Mupsetua, infermiere e ostetriche

Eugenia Alfanete, Veronica Mupsetua, infermiere e ostetriche. Crediti: Ilaria Quintas, 2022

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