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70 anni e non sentirli, la scuola italiana di Addis Abeba studia già per il futuro

Istruzione e formazione professionale sono il primo pilastro del Piano Mattei, al centro del vertice Italia-Africa. Ne parla Marina Venturella, preside in Etiopia

Istruzione e formazione professionale, decisivi per “qualsiasi investimento che generi lavoro e porti ricchezza”. È questo il primo pilastro del Piano Mattei, l’iniziativa al centro a fine gennaio a Roma del vertice Italia-Africa. E ad acquisire competenze si comincia nei banchi di scuola: non a caso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito di recente come “una delle emozioni più belle” la sua visita dell’aprile scorso nella scuola statale di Addis Abeba “Galileo Galilei”, la più grande tra quelle italiane all’estero. Oltre 900 studenti, dai tre ai 19 anni, in grande maggioranza etiopi. Che ai curriculum tradizionali, in italiano e in amarico, in materie umanistiche, classiche, tecniche o scientifiche, ne aggiungeranno a settembre due nuovi: informatica e telecomunicazioni.

A riferire dei nuovi impegni è la preside dell’istituto, Marina Venturella, 54 anni, arrivata ad Addis Abeba da Palermo, dove ha insegnato per anni in un quartiere difficile, a Borgo Nuovo. Nei giorni del vertice e del Piano Mattei ricorda in un’intervista l’accordo bilaterale siglato nella capitale etiope dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara: l’obiettivo, messo nero su bianco a dicembre, è rafforzare la formazione tecnica e gli istituti tecnici superiori.

“Ci piacerebbe”, sottolinea Venturella, “che gli studi nella scuola italiana permettano di aprire orizzonti e possibilità, con nuove idee e competenze da mettere al servizio della crescita sociale del Paese dove vivono”. Nel 2024 il Galileo Galilei festeggerà i 70 anni. “Dalla sua fondazione nel 1954, che era seguita alla Seconda guerra mondiale e alla fine del colonialismo mussoliniano, la scuola è cambiata molto” sottolinea Venturella. “In principio c’era anzitutto il legame con la comunità italiana che viveva qui, nella prospettiva di dare continuità alle radici linguistiche e culturali dei figli degli italiani residenti; poi l’utenza è mutata e oggi gli studenti sono giovanissimi etiopi in otto casi su dieci, a volte figli di coppe italiane ed etiopi: l’istituto punta allora non solo a mantenere i rapporti con le radici ma si inserisce nel sistema della formazione italiana nel mondo”.

Basta guardare la mappa del complesso, in via Belay Zeleke, nel centro di Addis Abeba: l’una accanto all’altra ci sono la scuola dell’infanzia e l’Istituto italiano di cultura, con gli alunni invitati a iniziative e incontri, come ad esempio la Settimana italiana del cinema.

E il nuovo indirizzo di studi, su informatica e telecomunicazioni? “È stato caldeggiato da Meloni, quando è stata qui” sottolinea la preside. “A dicembre poi il ministro Valditara ha stretto un accordo bilaterale con la controparte etiope in particolare per la formazione tecnica e gli istituti tecnici superiori: credo che il governo italiano abbia intenzione di focalizzarsi sulle opportunità di specializzazione da creare sul posto”.

Anche i professori e gli alunni del “Galileo Galilei” guardano al futuro. Da qualche tempo quelli dell’indirizzo “Costruzione, ambiente e territorio” stanno sperimentando nel compound scolastico e nelle sue vicinanze tecnologie innovative per il rilevamento topografico, un’attività che in Etiopia è da sviluppare. “Siamo stati appena contattati da un museo per un possibile accordo sull’alternanza scuola-lavoro per gli studenti” riferisce Venturella: “Ci chiedono di contribuire alla mappatura di alcune zone di valore archeologico, in aree di difficile accesso”.

E gli sbocchi professionali? “Teniamo molto all’orientamento in uscita, perché non vogliamo che i risultati si disperdano” risponde Venturella. “I diplomati dello scorso anno del liceo in Scienze umane hanno proseguito per l’università iscrivendosi tutti, con l’eccezione di un solo studente, in atenei italiani ed europei, statunitensi o canadesi”. L’augurio è che sia una buona notizia per l’Etiopia, senza perdere di vista il “diritto a non dover emigrare”: per chi parte, per chi resta e per chi torna.

Un tema, questo dello sviluppo necessario e delle opportunità da creare in loco, che è stato al centro del vertice Italia-Africa, al Senato. “Parto dal pilastro istruzione e formazione professionale, che è decisivo perché qualsiasi investimento, per portare ricchezza, ha bisogno di generare lavoro, e quel lavoro necessita di una adeguata istruzione e di una adeguata formazione” ha detto Meloni, aprendo i lavori al senato. “Per costruire ponti, ferrovie, impianti fotovoltaici, strade, scuole, ospedali, occorrono competenze e occorre la formazione ai fini di quella competenza”. Durante il Vertice si è accennato ad alcuni dei progetti pilota”. “Penso ad esempio al Marocco, dove puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili” ha detto il presidente del Consiglio. “Ma abbiamo anche in programma di rafforzare i legami tra il sistema scolastico italiano e quelli delle nazioni africane: penso alla riqualificazione infrastrutturale delle scuole, come faremo già nel 2024 in Tunisia, alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e agli scambi di studenti e insegnanti tra le nostre nazioni”.

Un impegno che potrebbe coinvolgere anche la regione del Corno d’Africa e l’Etiopia, un Paese con il quale l’Italia ha legami particolari. “Festeggiamo i 70 anni della nostra scuola anche con i corsi extracurriculari, appena partiti, ben 30, curati da docenti super-motivati: si va dalla ceramica alle arti pittoriche al teatro, spesso in rete con istituti in Italia o italiani nel mondo”.

Biografia
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
www.vincenzogiardina.org
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