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Raff, il festival che porta il cinema africano a Roma

A luglio si è tenuta la quinta edizione del RomAfrica Film Festival (Raff), rassegna dedicata al continente africano: una finestra aperta sull’Africa, sui suoi sogni, le sue ambizioni e le sue contraddizioni

Non è stato semplicemente un successo di pubblico. È stato soprattutto un palcoscenico aperto sull’Africa, sulle sue aspirazioni, i suoi sogni, le sue contraddizioni. Questo è stato il RomAfrica Film Festival (Raff), la rassegna dedicata al cinema africano che lo scorso luglio ha celebrato la sua quinta edizione. 

“È stata di fatto una dimostrazione di come la qualità del cinema africano possa far sì che questi film non restino al ‘chiuso’ di festival e rassegne ma raggiungano il grande pubblico, consentendo di raccontare un continente dinamico e in grande trasformazione” hanno sottolineato i promotori di un’iniziativa che gode, tra gli altri, del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. 

 

 

Se lo scorso anno il filo conduttore della kermesse era stato l’energia, quest’anno gli organizzatori hanno improntato un programma in cui è stata la donna africana a essere protagonista, con film intensi come Sofia, di Meryem Benm’Barek, che racconta la storia di un matrimonio riparatore fatto per interesse, e il sudafricano Farewell Ella Bella, della regista Lwazi Mvusi, dove il viaggio di una ragazza verso Johannesburg diventa un viaggio di riscoperta del proprio io. O come Rafiki, di Wanuri Kahiu, che ha chiuso il festival, dove tema centrale è stato l’amore tra due ragazze in Kenya, all’interno di un contesto sociale ostile. Come ha scritto su ‘Africa e Affari’ Antonio Flamini, direttore artistico del Raff, in uno speciale dedicato all’industria cinematografica africana, superata la fase legata alla decolonizzazione, il cinema africano ha iniziato a raccontare le grandi sfide, la grande vitalità e anche le enormi contraddizioni di questo continente, descrivendone la sua anima multiforme, fino anche a recuperarne le storie precedenti alle colonizzazioni.

La manifestazione è stata arricchita da tavole rotonde – una organizzata dal Collettivo N e dedicata al ruolo del cinema nel raccontare i cambiamenti della società, e una organizzata dal gruppo Bianco, Nero e a Colori dedicata alla multiculturalità femminile – e da momenti importanti come la consegna degli Italian Black Movie Awards, sabato 13 luglio, e del Premio Next Generations, il 14 luglio.

 

 

Il Raff può contribuire alla scoperta di una realtà che nel tempo si è affermata anche a livello industriale, con esempi significativi come quello di Nollywood, diventato uno dei principali settori economici della Nigeria. Oggi, con la rivoluzione digitale, in Paesi dove fare un film richiedeva sforzi enormi, tutto è diventato più facile, accessibile e realizzabile con mezzi molto più economici, avvicinando moltissimi giovani a questa arte, e l’Africa è un continente fatto di giovani. 

Si sono, quindi, moltiplicate le iniziative e sono cresciuti nel mondo i festival e le rassegne che contribuiscono in modo fondamentale a far conoscere questa cinematografia.

“Nei festival i film africani cominciano a essere più presenti e a ottenere riconoscimenti” ha detto Mohamed Ibrahim intervenendo durante il Raff dove, in qualità di distributore del film egiziano Hepta, era uno degli ospiti. “Una presenza – ha aggiunto – resa forte da registi che stanno crescendo e da produzioni di sempre maggiore qualità”. 

Questo crescente interesse per il cinema africano – scrive ancora Flamini – è dimostrato da due momenti di incontro realizzati l’uno alla Berlinale, già da due anni, con l’Africahub, l’altro al Festival di Cannes, con la presenza da quest’anno del Pavillon Afriques. Il primo spazio, collegato all’Efm (European Film Market), offre una serie di eventi con presentazioni e conferenze per consentire a distributori, acquirenti, registi e altri professionisti del settore di concentrarsi sull’Africa subsahariana e non perdere gli ultimi sviluppi innovativi all’interno dell’industria cinematografica africana insieme alle sue tendenze, potenzialità e visioni. Il secondo polo, posizionato all’interno della sezione Mercato dei film del Festival di Cannes, è dedicato al business del cinema in Africa e all’interno della diaspora, uno spazio promozionale esclusivo in cui le parti interessate dell’industria cinematografica si incontrano, discutono e commerciano, approfittando dell’atmosfera unica del festival. 

 

 

Se i film africani si affermano nei festival più importanti del mondo, purtroppo ancora faticano a trovare un loro spazio nelle sale cinematografiche, soprattutto italiane. Un passo ulteriore che richiede probabilmente distributori coraggiosi e che, in Italia, potrebbe trarre vantaggio da festival di successo come il Raff e iniziative analoghe che si tengono da molti anni a Milano e a Verona. 

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