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L’impegno dell’Aics al World Water Forum, un Blue Deal per la cooperazione idrica

Diplomazia blu, cooperazione allo sviluppo, nuove risorse finanziare per la sfida della sicurezza idrica. Da Dakar riparte lo sforzo internazionale per un’azione efficace sulla gestione della risorsa più importante per la vita

Acqua sempre più al centro della diplomazia internazionale e del multilateralismo. Questo il messaggio che arriva alla conclusione dei lavori del nono World Water Forum di Dakar e ampiamente condiviso tra i partecipanti dentro il convention center di Diamniadio. È tempo di un Blue Deal, un accordo globale per l’acqua, ha affermato il segretario esecutivo del World Water Forum (Wwf), Abdoulaye Sène, alla conclusione dei lavori. Sala strapiena e applausi senza fine hanno celebrato la buona riuscita del forum mondiale sull’acqua. L’evento, organizzato dal World Water Council – un think tank internazionale nato in Francia nel 1996 – mette insieme da anni agenzie di cooperazione, Ong, organismi delle Nazioni Unite, centri di ricerca e settore privato, per cercare soluzioni concrete ai problemi idrici.

L’ingresso del World Water Forum di Dakar. Foto di Emanuele Bompan

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha partecipato con uno stand dedicato. “Abbiamo partecipato al Wwf perché pensiamo che il tema dell’acqua possa essere una delle priorità della Cooperazione italiana del prossimo futuro”, ha detto Emilio Ciarlo, responsabile relazioni istituzionali dell’Aics. “L’acqua è da sempre un elemento importante per lo sviluppo, che tocca tutti i Goals dell’Agenda 2030. Noi abbiamo progetti per circa 300 milioni di euro in tutto il mondo e in tutti i settori che riguardano l’acqua, per questo ci pareva indispensabile partecipare a una manifestazione così importante come il World Water Forum di Dakar”, ha continuato Ciarlo. “Abbiamo intenzione anche di continuare questo percorso, anzi di creare una presenza sempre più strutturata del Paese, del Sistema Italia e della Cooperazione italiana nel mondo dell’acqua, un tema sempre più interessante e sempre più delicato politicamente”.

Il tema di quest’anno è stato quello della pace blu e della gestione dei bacini idrici e acquiferi transfrontalieri che in assenza di accordi e piani di cooperazione possono portare a tensioni geopolitiche o veri e propri scontri. Attenzione tutta sul continente africano, presentissimo nella cinque giorni senegalese che ha celebrato la buona organizzazione e l’impegno del paese ospitante nel dare voce soprattutto alle sfide del continente. “Questo nono World Water Forum ci offre l’opportunità di dare l’allarme sulla gravità della situazione della sicurezza idrica affinché le questioni legate all’acqua rimangano al centro della comunità internazionale”, ha dichiarato durante l’apertura dei lavori il presidente senegalese Macky Sall. “Parliamo della vita e della salute di miliardi di persone. Ma anche della preservazione della pace e sicurezza globale”.

Il primo Blue Deal

Nel documento di chiusura dei lavori del World Water Forum si parla di Blue Deal per una governance inclusiva dell’acqua. I pilastri dell’accordo sono la cooperazione e condivisione di informazioni, la necessità di risorse pubbliche adeguate – con un riferimento sull’attuazione del programma d’azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, in particolare per le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie – e l’attenzione alla resilienza e alla sicurezza dei sistemi idrici a fronte dei cambiamenti climatici.

Tra i vari punti del Blue Deal si elenca “l’adozione di piani di gestione integrata e sostenibile per preservare le risorse idriche e gli ecosistemi, resilienti al cambiamento climatico e alla pressione demografica”; “il rafforzamento della protezione delle zone umide, la conservazione dei sistemi idrici tradizionali, il riciclaggio e il riutilizzo delle acque reflue trattate”; “lo sviluppo della cooperazione bilaterale e multilaterale, anche a livello subregionale, regionale e internazionale”, così come il potenziamento “delle organizzazioni di bacino e sostenere i loro sforzi per una gestione inclusiva, sostenibile e integrata delle risorse idriche”. Nel testo si ribadisce il ruolo degli investimenti congiunti pubblico privati, fondamentali secondo gli organizzatori per migliorare e rafforzare la sicurezza idrica.

L’esempio del fiume Senegal

Indicato come modello esemplare di gestione cooperativa, il fiume Senegal, bacino transfrontaliero che attraversa – oltre la nazione omonima – Mauritania, Mali e Guinea, è stato al centro di tanti incontri, ricevendo anche il prestigioso premio Hassan II World Water Grand Prize offerto dal Marocco. A ottenere il plauso è la Organisation for the Development of the Senegal River (Omvs), l’organizzazione che monitora e regola il bacino del Senegal che fornisce acqua per l’agricoltura ai paesi rivieraschi e ospita varie dighe lungo il suo corso. Per molti esperti intervenuti al Forum Omvs è un esempio scolastico di buona gestione e diplomazia idrica che dura da tantissimi anni, nonostante le passate tensioni tra Senegal e Mauritania.

Un successo che vede presente anche l’Italia con il progetto Wefe-Senegal,  che vede la collaborazione di Aics e del Joint Reserch Center di Ispra con l’Omvs per lavorare sul nexus, ovvero la relazione tra acqua, agricoltura ed energia nei territori bagnati dal Senegal. “Questo è un esempio di successo di diplomazia dell’acqua”, ha spiegato il direttore di Aics Dakar, Marco Falcone, durante uno dei tanti incontri che hanno animato lo stand dell’agenzia al World Water Forum. “Sosteniamo la ricerca scientifica sul campo per fornire all’Omvs informazioni tecniche necessarie per una gestione sostenibile dell’acqua e lavoriamo anche sull’agricoltura, su sementi che richiedono poca acqua e riducono il prelievo idrico. In questo modo favoriamo una gestione coordinata per evitare attriti e conflittualità legate all’acqua” aggiunge Falcone. Un progetto in un fiume chiave del continente africano, che con i suoi 1086 chilometri di lunghezza è uno dei più importanti dell’Africa occidentale. “Dal 2020 monitoriamo la qualità dell’acqua per creare un sistema di referenza su cui basare futuri monitoraggi e conseguenti azioni basate su di esse”, ha affermato l’agronomo tropicalista Pierluigi Agnelli di Aics Dakar, sottolineando che “il sistema di gestione e di informazione delle acque del Senegal è un riferimento per tutto il continente”.

Per l’Africa la priorità è Wash

Non poteva mancare in Africa un nutrito numero di eventi sul tema Wash (Water Sanitation, Hygiene) per il quale è stato realizzato un apposito spazio esterno per incontri con la società civile e i giornalisti. Il tema dell’accesso all’acqua e ai servizi sanitari è di pari importanza di quello della cooperazione nella gestione delle acque transfrontaliere ha dichiarato il segretario del World Water Forum, Abdoulaye Sène. “Donne e ragazze trascorrono più di 200 milioni di ore al giorno a prendere l’acqua dai pozzi. Duecento milioni di persone sono costrette a consumare acqua inquinata e l’80% dell’acqua viene scaricata nell’ambiente senza alcun trattamento, mettendo la salute e le vite di 4,5 miliardi di persone a rischio”, ha lamentato il presidente senegalese Macky Sall. Per cercare di ovviare alla mancanza di infrastrutture si è siglato un panel di alto livello per gli investimenti idrici pubblico-privati in Africa e numerose iniziative sono state lanciate nel tentativo di accelerare sul gap sanitario.

Nuovo appuntamento a New York per il meeting intermedio presso le Nazioni Unite e poi nel 2024 confermata Bali, Indonesia, come prossima fermata di un forum, che di anno in anno si fa sempre più importante. Il tema scelto è l’acqua per la prosperità. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu si avvicinano e la centralità della sicurezza idrica è innegabile.

 

Biografia
Emanuele Bompan
Giornalista ambientale e geografo. Si occupa di economia circolare, cambiamenti climatici, green-economy, politica americana. E’ Direttore della rivista Materia Rinnovabile, collabora con testate come La Stampa, Nuova Ecologia e Oltremare. Ha scritto l’Atlante geopolitico dell’Acqua (2019),Water Grabbing – le guerre nascoste per l’acqua nel XXI secolo (2018) “Che cosa è l’economia circolare” (2017). Ha vinto per quattro volte l’European Journalism Center IDR Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship, una volta la Google DNI Initiative ed è stato nominato Giornalista per la Terra nel 2015.

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