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Pakistan, una nuova amica della scuola: “Radio, my best friend”

Ecco come un progetto di Aics in Pakistan è diventato un’opportunità educativa per le bambine che vivono nelle aree emarginate del Paese.

C’era una volta Alberto Manzi, celeberrimo maestro della più grande scuola d’Italia, con il programma della Rai per combattere l’analfabetismo “Non è mai troppo tardi”. Erano gli Anni Sessanta e, oltre agli adulti, anche tanti bambini si radunavano attorno al televisore per imparare tramite la tv.

Dopo oltre mezzo secolo, così accade ancor oggi con la radio, che mostra un potere educativo in grado di attrarre anche le nuove generazioni. Succede in Pakistan con Radio, My Best Friend, progetto di educazione a distanza tramite la radio, finanziato da tre anni dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

Realizzato dall’ Unesco, il progetto di Aics coinvolge 18 distretti isolati ed emarginati dove viene trasmesso il programma radiofonico. Numerosi i partner locali, che si occupano di mobilitare comunità, genitori e gruppi di giovani per sostenere l’apprendimento dei bambini a casa, attraverso la radio. Durante il primo anno il progetto ha raggiunto l’obiettivo di riportare a scuola, almeno in maniera virtuale, circa 4.000 bambine.

Con l’emergenza sanitaria pubblica infatti la chiusura delle scuole ha colpito studenti, insegnanti e famiglie con gravi conseguenze educative e sociali. Gli studenti che vivono in aree isolate e remote hanno ancor più probabilità di essere colpiti negativamente dalla pandemia, tanto che molti di loro rischiano di non essere più in grado di tornare a scuola: e questo è particolarmente vero per le studentesse. Per affrontare questa problematica il progetto si rivolge dunque in particolar modo alle bambine delle comunità più emarginate inserendosi nel contesto delle competenze federali e provinciali, particolarmente attive in epoca di pandemia. Si tratta di un’alternativa ai programmi televisivi in aree d’intervento marginalizzate, alcune delle quali sprovviste di connessione.

In questo contesto Aics ha individuato l‘Unesco, come ente esecutore. “Certamente i programmi radiofonici hanno dimostrato di essere una possibile soluzione per la trasmissione di messaggi educativi a beneficio delle ragazze, delle famiglie e dei docenti” spiega Patrica Mc Phillips, responsabile dell’agenzia delle Nazioni Unite in Pakistan. “Il sostegno psico-sociale, il raccordo tra famiglia-comunità-scuola, la sensibilizzazione agli aspetti ambientali e sociali, così come riportare a scuola le alunne in modo continuativo e duraturo, sono tutti obiettivi che possono realizzarsi attraverso questo canale di comunicazione” aggiunge Mc Phillips.

Con “Radio, My Best Friend” in onda dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 11, le bambine dalla prima alla terza elementare possono ascoltare le lezioni basate sul curriculum scolastico nazionale approvato dal governo. I testi, elaborati da insegnanti professionisti, sono poi raccontati in maniera divertente e interattiva dai quattro conduttori che danno vita a caratteristici personaggi: Gul e Alì (studenti), Amina (l’insegnante), lo zio Yasir (l’anziano della famiglia) e Mithu, il pappagallo parlante. La trasmissione propone attività didattiche strutturate, consigli su salute e igiene, ma anche canzoni, storie e intrattenimento puntando anche alla sensibilizzazione e prevenzione di Covid-19 e alla divulgazione del patrimonio culturale tangibile e immateriale del Pakistan.

“Con il successo delle trasmissioni e l’interesse delle bambine per il progetto nel paese si sta creando un proficuo partenariato tra Aics, Unesco, Unicef (attiva anch’essa nella comunicazione), il ministero pakistano dell’Istruzione e, a breve, anche la Delegazione Europea che ha chiesto di farne parte” sostiene la titolare della sede Aics di Islamabad, Emanuela Benini, che spiega: “La radio nel suo ruolo storico di raccordo locale e globale, intergenerazionale, collettivo e individuale si rivela un canale strategico in un Paese dove gran parte del territorio è accessibile solo via radio”.

Il concetto di “Radio come scuola e di vita” è stato dunque condiviso da tutti ha affermato Benini ricordando, forse con nostalgia, la sua infanzia davanti alla TV ad ascoltare, rapita, le lezioni del maestro Manzi. “Ma soprattutto la cosa bella è che l’idea di questo progetto, che è stata nostra, è stata pienamente compresa ed adottata, anche con rapidità, da tutti i partner con lo stesso spirito di apertura che ha suscitato l’interesse del ministero della Pubblica istruzione del Pakistan e radio Power99, che aveva già un programma simile per la scuola. Con questo progetto dunque – conclude Benini – l’Italia ha consolidato l’idea che la radio possiede un potenziale educativo che può e deve servire il mondo della scuola. Non solo, in più ha rafforzato anche l’immagine di un’Italia sempre più amata in un paese, il Pakistan, dove l’Aics ha investito molto in cultura”.

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