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L’Aics mette il “Turbo”per sostenere i pastori beduini nella Valle del Giordano

Al via il Progetto denominato Turbo: oltre un milione e mezzo di euro per aumentare il reddito delle famiglie, come quella di Allan


La Valle del Giordano,nei territori palestinesi, è un’area remota e brulla, attraversata da montagne maestose arrotondate dai venti. Ma alla bellezza della natura non corrisponde una vita serena per i suoi abitanti, la minoranza palestinese dei pastori beduini, la cui esistenza è resa difficile dalle difficoltà di accesso ai pascoli e dalla mancanza di infrastrutture. Nel governatorato di Tubas, nel nord della Cisgiordania, l’Agenzia per la Cooperazione allo sviluppo italiana ha deciso di intervenire finanziando con 1.575.000 il progetto ‘Turbo’ (Tubas rural business opportunities and social innovation).

Lanciato a marzo scorso, il piano – della durata di 36 mesi – si avvale della collaborazione di associazioni locali e internazionali, con l’obiettivo di migliorare la resilienza delle 19 comunità di quest’area, per un totale di oltre 1.200 persone. E per farlo realizza due macro attività: da un lato, si interviene sui funzionari locali, per rafforzare la capacità di monitoraggio del territorio così da individuare le reali esigenze della popolazione.

Gli interventi dell’esercito israeliano, che in questa zona compie addestramenti militari, ad esempio riducono le terre disponibili al pascolo, incidendo così negativamente sul reddito delle famiglie. “Fino agli anni Settanta vivevano qui almeno 600 famiglie. Ora siamo appena 16. La gente se n’è andata, i giovani non hanno prospettive”, spiega Allan, uno dei capi famiglia che ci accoglie nella sua tenda, semplice ma in cui non manca tè e caffè per i suoi ospiti.

Allan vive in una delle 19 comunità, coinvolte dal progetto Turbo. È nell’ambito socio-economico che quindi si articola la seconda parte del piano: prima di tutto, promuovendo la pastorizia, vera spina dorsale dell’economia di questa popolazione, a partire dalla riabilitazione di un centro per la produzione di mangime alternativo. “L’obiettivo è abbattere i costi che le famiglie devono sostenere per procurarselo, date le difficoltà d’accesso ai pascoli, che col tempo ha provocato una riduzione dei capi di bestiame e quindi l’impoverimento delle famiglie – spiega un responsabile del progetto- Noi invece intendiamo rilanciare la produzione a partire dal recupero degli scarti agricoli disponibili in loco (come resti di palme da dattero, ortaggi e così via). E sappiamo che l’esperimento funziona: in 12 mesi, lo stesso progetto realizzato a Gerico ha permesso di ottenere 150 tonnellate di foraggio alternativo, di cui circa il 40% di tipo Tmr (Total mixed ration), altamente nutritivo. Questo ha ridotto di un quarto le spese per alimentare gli animali. Attraverso l’attuale centro foraggio di Tubas, gestito da una cooperativa di 45 pastori, puntiamo a raggiungere almeno le 100 tonnellate all’anno”. Animali nutriti meglio permetteranno un incremento latte e formaggi, la cui lavorazione è una specialità delle donne beduine.

Il sostegno all’imprenditoria femminile è un altro obiettivo del Turbo: le donne, nei contesti poveri e di conflitto, si trovano spesso escluse dalla formazione e quindi dalla possibilità di trovare un lavoro. I fondi dell’Aics verranno così impiegati per incoraggiare dieci nuove imprese femminili: “Un’associazione locale, il Business Women Forum, proprio in questi giorni sta realizzando un’analisi per definire gli ambiti più interessanti in cui realizzare le start up, che potranno essere sia individuali che collettive- spiega ancora il responsabile del progetto- Sappiamo che una prima proposta riguarda un gruppo di 4 donne che si dedicherà a fare pane e dolci in una zona in cui non esiste una panetteria”. Nel campo che visitiamo, oltre alle tende colorate e a un casotto in legno che funge da doccia e latrina per la comunità, non si vedono strutture che somiglino a negozi, scuole o cliniche mediche. Per questo il progetto Turbo prevede anche la costruzione o il ripristino delle strade, di 25 cisterne per l’acqua (potabile, e per l’irrigazione), di alcuni vivai per le sementi da impiegare nelle serre, nonché l’installazione di pannelli fotovoltaici per rispondere al fabbisogno energetico.
“Purtroppo i beduini non hanno i permessi per costruire nulla”, prosegue Allan, “quindi per qualsiasi servizio bisogna raggiungere i villaggi vicini o la città di Tubas”.
“ In queste condizioni è difficile pensare di rimanere”, conclude un altro operatore locale. “Noi viviamo in un contesto caratterizzato da continue violazioni dei nostri diritti. I progetti come ‘Turbo’ però, che agiscono in più ambiti coinvolgendo anche donne e giovani, vanno finalmente nella direzione giusta: supportare in modo sostenibile e integrato lo sviluppo dei nostri territori” .

DATI DEL PROGETTO

BENEFICIARI – 1.215

ENTI FINANZIATORI AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
PARTNERS LOCALI

  • Governatorato di Tubas
  • Business Woman Forum – BWF

PARTNERS INTERNAZIONALI

  • Legacoop Emilia-Romagna
  • Cooperativa di Comunità Melpignano
  • Cooperativa LattEmilia
  • Provincia Autonoma di Bolzano PAB

DATA INIZIO PROGETTO Marzo 2017 – DURATA 36 mesi

OBIETTIVI E ATTIVITÀ

L’obiettivo generale è il rafforzamento della capacità di resilienza di comunità rurali nella Valle del Giordano in Cisgiordania attraverso azioni di collegamento tra aiuto umanitario, riabilitazione e sviluppo.
L’obiettivo specifico è favorire la permanenza sul territorio di realtà agricole economiche in 19 comunità del Governatorato di Tubas -rafforzandone protezione, ambiente imprenditoriale e catena del valore per uno sviluppo inclusivo.
Le attività prevedono:

  • Sviluppo di un meccanismo di early warning (allerta rapida) nelle comunità, per documentare e riportare le violazioni dei diritti umani;
  • Formazione del personale del Governatorato di Tubas per monitorare e rispondere alle violazioni dei diritti umani, redazione di Piani di Risposta di Protezione (PRP) per ogni comunità e creazione di un Dipartimento nel Governatorato per aggiornare i PRP;
  • Formazione di funzionari pubblici sul “Community-based Protection Approach” (CPA);
  • Mappatura dei bisogni per costruire specifici meccanismi di protezione sociale per l’Area C
  • Riabilitazione centro di produzione foraggi;
  • Formazione per la gestione e il mantenimento di servizi e fattori di produzione;
  • Scambio di buone pratiche con realtà italiane;
  • Analisi delle filiere e selezione dei progetti migliori;
  • Supporto allo start up di 10 nuove imprese sociali femminili;
  • Supporto alla creazione di 5 cooperative di comunità pilota per la gestione di servizi;
  • Marketing e promozione sul territorio delle esperienze e prodotti;
  • Supporto al Governatorato per la pianificazione allo sviluppo inclusivo e creazione di meccanismi di accountability tra Governatorato e società civile;
  • Formazione funzionari pubblici su principi di buon governo.
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