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Bambini ucraini fuggono dall'aggressione russa. Przemyśl, Polonia. 27 febbraio 2022. © Mirek Pruchnicki

Dall’Ucraina al Congo, online il mappamondo contro tutte le guerre

A disegnarlo gli operatori di cooperazione, professionisti-volontari della solidarietà. Un tesoro del sistema Italia da interconnettere sempre di più

“In tanti sono fuggiti dalle zone tagliate dal fronte, dall’est e dal Donbass” dice Anna Bertazzoli, come tracciando sullo schermo un percorso di mille e più chilometri, che supera Kiev e il fiume Dnepr. Dietro di lei, in videocollegamento, mani che si stringono l’una con l’altra, una gialla e l’altra blu: sono i colori della bandiera dell’Ucraina.

Bertazzoli è stata volontaria in Colombia, ha insegnato italiano a persone migranti a Brescia, ha rendicontato progetti per lo sviluppo in Mali o in Ghana. Lo ha fatto con ong come Coopi e Vis o collaborando con realtà come la Comunità di Sant’Egidio. Da qualche mese è invece “project coordinator” di Razom z Ukrainoiu, “insieme con l’Ucraina”, un’iniziativa promossa dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). L’impegno, coordinato dalla federazione cristiana Focsiv insieme con le ong Arcs, Ibo Italia, Missione Calcutta e Condivisione fra i popoli, è garantire assistenza con beni e servizi di prima necessità alle persone sfollate nelle aree di Ivano-Frankivsk, Chernivtsy e Odessa.

“Le testimonianze che arrivano dal fronte sono drammatiche”, riferisce Bertazzoli, “e la situazione è preoccupante anche qui, in questa una regione occidentale tra il mar Nero e il confine con la Romania, dove pure aumentano i casi di arruolamento di giovani con modalità aggressive”.

Secondo don Ivan Stefurak, responsabile dell’arcidiocesi di Ivano-Frankivsk e referente locale di Razom z Ukrainoiu, ogni persona ha la sua storia e il suo dolore. A un anno dall’offensiva russa del 24 febbraio 2022 spetta invece alle Nazioni Unite dare il quadro d’insieme: le persone bisognose di aiuto in Ucraina sono oltre 11 milioni, quelle accolte all’estero con provvedimenti di protezione temporanea più di quattro milioni, mentre solo per il 2023 le necessità di finanziamento di progetti umanitari superano i cinque miliardi di euro.

L’iniziativa sostenuta da Aics, con la distribuzione di cibo, medicine e vestiti – “oggi raggiungiamo 12mila persone”, calcola Bertazzoli – è una goccia nel mare. E però anche il segno di una presenza, italiana, di solidarietà. Puntini da “interconnettere” e capaci di “fare sistema” secondo l’ambasciatrice Teresa Castaldo, a capo in Farnesina della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs). Parole, le sue, pronunciate nella sede dell’agenzia di stampa Dire in occasione della presentazione del sito Focsiv volontarinelmondo.it: una mappa digitale che informa su circa 600 progetti di rilievo sociale in 75 Paesi più l’Italia, realizzati grazie al lavoro, alla professionalità e al talento di 6.378 operatori, tra i quali i giovani del Servizio civile universale.

È anche a loro che si rivolge in videocollegamento suor Natalina Isella. Missionaria di origini lombarde, vive dal 1976 nella Repubblica democratica del Congo; per la precisione a Bukavu, nella regione orientale del Kivu, la stessa dove il 22 febbraio di due anni fa furono assassinati in un agguato l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, l’autista del Programma alimentare mondiale (Pam) Mustapha Milambo e il carabiniere Vittorio Iacovacci. È una storia, questa di suor Isella, di guerra e di pace allo stesso tempo. Il conflitto è quello che nell’est del Congo si combatte con decine di gruppi ribelli, che uccidono, dividono famiglie e alimentano esclusione sociale; la pace è quella di Ek’Abana, che in lingua mashi vuol dire “Casa delle bambine”. “Accogliamo le piccole allontanate dalle loro famiglie, spesso accusate di stregoneria e marginalizzate, considerate un peso economico o una sciagura” spiega suor Isella. “Da noi ritrovano serenità, imparano il perdono e magari un mestiere che le aiuti nella vita”. La missionaria collabora con il Movimento per la lotta alla fame nel mondo, una organizzazione nata a Lodi 58 anni fa e ora attiva in otto Paesi. Il suo, nel Kivu, è anche un punto di osservazione sulle dinamiche dell’economia internazionale: mentre centinaia di migliaia di persone fuggono di fronte all’avanzata dei ribelli, il calo dell’export di cereali e la speculazione finanziaria legata al conflitto in Ucraina stanno aggravando carovita e nuove povertà in Africa.

Prenderne atto vuol dire collegare i punti sulla mappa del mondo. Lo sottolinea Emilio Ciarlo, responsabile Comunicazione e relazioni istituzionali di Aics. “Lavoriamo al di sotto delle nostre capacità di connessione”, avverte parlando degli impegni della cooperazione, “e questo è un aspetto da correggere”. Con l’ambasciatrice Castaldo, Ciarlo si sofferma sulla piattaforma Open Aid e su altre iniziative sotto il segno della trasparenza e della comunicazione pubblica dei progetti. Ma l’orizzonte qual è? “La creazione”, sottolinea il dirigente, allargando la prospettiva all’Europa e al mondo, “di una banca dati che metta insieme gli archivi dati dei principali organismi internazionali, consultabili simultaneamente e in modo standardizzato”.

Nell’immediato c’è l’emergenza. In Congo è l’offensiva dei ribelli del Mouvement du 23 mars giunta ormai alle porte di Goma, la città principale del Nord Kivu. In Ucraina sono i bombardamenti e lo stallo dei negoziati di pace. Ad affrontarla, l’emergenza, provano anche le organizzazioni della società italiana. Quattordici i progetti finanziati da Aics già dal luglio scorso, affidati anche ad Amici dei bambini, Avsi, Cesvi, Albero della vita, Terre des hommes, Helpcode, Intersos, Medici con l’Africa Cuamm, Medici per i diritti umani, Soleterre, Vis e WeWorld-Gvc. L’impegno, sempre, si legge sul sito dell’Agenzia, è “al fianco delle persone più vulnerabili”.

 

Biografia
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
www.vincenzogiardina.org
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