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Asia Centrale, la sfida della cooperazione EU su Acqua e Clima

L’Asia Centrale è una delle regioni più esposte all’aumento di temperature medie e stress idrico. La Cooperazione Europea punta a mitigare questa situazione esplosiva.

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Il presidente del Consiglio europeo uscente, Donald Tusk, si è recato a fine maggio 2019 in un tour in tre paesi dell’Asia Centrale (AC), Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan, per rafforzare il partenariato tra l’UE e la regione. Uno dei focus chiave è stato il tema della crisi ambientale globale. «Il cambiamento climatico sta diventando una questione fondamentale per l’Asia Centrale», ha dichiarato Tusk, durante un incontro a Dushanhabe, la capitale del Tagikistan, dove ha presentato una nuova visione delle relazioni di cooperazione per una lotta al cambiamento climatico congiunta. «Questa non è solo una delle maggiori preoccupazioni per il vostro paese, ma per la regione e il mondo intero. L’UE rimane impegnata nella lotta al cambiamento climatico», ha detto il presidente del Consiglio di fronte al presidente tajiko Emomali Rahmon.

L’Asia Centrale è una delle regioni più esposte all’aumento di temperature medie e al conseguente stress idrico. Ghiacciai come il Tuyuksu, in Kazakhstan o il Fedchenko, il più grande al mondo fuori dalle regioni polari, nel Pamir tagiko, si sono ritirati di oltre un chilometro in cinquant’anni. Con l’aumento della variabilità dei flussi d’acqua a causa dello scioglimento dei ghiacciai, si verificheranno sempre più frequenti interruzioni nella generazione di energia negli impianti idroelettrici a monte. E se più acqua viene trattenuta nei paesi a monte, le risorse per l’irrigazione nei paesi a valle diminuiranno. Il rischio? Senza meccanismi di scambio idrico e di gestione integrata per l’adattamento al cambio climatico l’acqua potrebbe diventare un’arma e intensificare le tensioni lungo le frontiere della fertile Valle del Fergana, dove il mosaico etnico delle enclavi non segue le frontiere degli stati, per altro ben frastagliate, e le persone competono per terra e acqua, rivendicando l’accesso in base a diritti naturali, precedenti storici e principi di equità percepiti. I cambiamenti climatici sono destinati ad incrementare l’incertezza dell’approvvigionamento idrico, che potrebbe lasciare improduttive le terre e destabilizzare l’allevamento del bestiame, rendendo insostenibili sia i mezzi di sussistenza nomadi che quelli sedentari.

Per queste ragioni l’Europa ha lanciato nell’agosto 2016 il Regional Coordination and Support for the EU-Central Asia Enhanced Regional Cooperation on Environment, Climate Change and Water (WECOOP2), un programma finalizzato a rafforzare il dialogo e lo sviluppo sostenibile tra i partner dell’Asia centrale e a facilitare la loro cooperazione con l’UE in materia di ambiente e cambiamenti climatici. Uno sforzo ribadito dalla nuova strategia geopolitica dell’unione nell’AC rilanciata nel maggio 2019 dalla commissione e dall’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri.

WECOOP2 concentra gli sforzi sul miglioramento e sulla razionalizzazione delle politiche e sull’espansione delle capacità dei ministeri nazionali e delle agenzie governative attive in queste aree. L’obiettivo generale del progetto è promuovere e rafforzare la cooperazione regionale rafforzata in materia di ambiente, cambiamenti climatici e acqua, sia tra l’UE e l’Asia centrale che in Asia centrale, includendo il gruppo di lavoro sull’ambiente e il cambiamento climatico (WGECC) presieduto dal Ministero italiano dell’ambiente, della terra e del mare.

Durante il 2019 si sono tenute numerose conferenze per sostenere la riforma del settore idrico in tutti i paesi membri, con la più recente confermata per il 12 luglio 2019 in Tajikistan. Al centro la gestione multilaterale delle risorse, fondamentale nell’area, dopo le tensioni nate dalla costruzione della diga Rogun in Tajikistan, che potrebbe influenzare la capacità del fiume Amu Darya e i prelievi idrici in Uzbekistan e Turkmenistan.

A livello di cooperazione multilaterale L’UE, sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente italiano, ha lanciato nel 2009 Roma, la Piattaforma per la cooperazione ambientale e idrica in Asia Centrale. L’obiettivo di questo gruppo di lavoro UE-CA sull’ambiente e il cambiamento climatico (WGECC) è identificare le priorità di cooperazione regionale UE-CA in materia di ambiente e cambiamenti climatici, rafforzare il dialogo politico e la cooperazione, sia a livello regionale che tra UE e CA. 4 L’ultimo incontro, svoltosi a gennaio a Tashkent, ha ribadito l’impegno a rafforzare la cooperazione UE-CA, l’adesione di entrambe le parti agli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’importanza dell’UE di lavorare sull’adattamento climatico nella regione. «Sono lieto di vedere rafforzata la cooperazione tra l’UE e i paesi dell’Asia centrale. Bisogna portare avanti gli sforzi congiunti per affrontare insieme le sfide regionali comuni che vanno dalla gestione delle risorse idriche sostenibili e transfrontaliere all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, dal miglioramento della governance ambientale alla transizione verso un’economia circolare. A tal fine, l’UE è pronta a condividere le sue esperienze e tecnologie» ha dichiarato durante l’evento l’ambasciatore Peter Burian, Rappresentante speciale dell’UE per l’Asia Centrale.

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