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Il lavoro dell’Aics a sostegno dell’agricoltura sostenibile per affrontare la crisi in Libano

Un progetto in collaborazione tra Aics e Unido sfrutta le potenzialità del timo libanese per sviluppare piccole e medie imprese agricole

Un celebre cuoco libanese affermava che un arbusto di timo avrebbe potuto tranquillamente sostituire il cedro come simbolo del Paese.  Visitando lo stand del progetto Mazeej –  all’interno dell’ultima edizione di Horeca, Fiera dell’ospitalità e della ristorazione a Beirut, – e vedendo la grande attenzione per il timo dei tanti visitatori, sembra davvero difficile non condividere la sua opinione.

Lo zaatar, timo in arabo, è un ingrediente centrale della storia e della cultura gastronomica, e non solo, del Libano. Spontaneo o coltivato quello raccolto in questo piccolo Paese incastrato tra mare e montagna è considerato il più prelibato ed è esportato in tutto il Medio Oriente.

Lo sviluppo della produzione, della lavorazione e della commercializzazione di questa spezia sono al centro della quarta fase del progetto dal titolo Creatività e creazione di lavoro nel settore agro-industriale libanese, finanziato per 3,2 milioni di euro dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e realizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido) in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura e quello dell’industria. L’obiettivo dell’iniziativa, avviata nel 2017, è di creare posti di lavoro e opportunità economiche nel settore agroalimentare libanese lavorando sul potenziale di competitività e sull’accesso a nuovi mercati dei prodotti agroalimentari.

La raccolta del timo o zaatar.

La raccolta del timo o zaatar. Foto UNIDO Lebanon

Le attività del progetto si sono concentrate sull’aiuto alle micro, piccole e medie imprese e alle cooperative agricole per migliorarne le capacità produttive e, di conseguenza, la qualità della vita delle comunità; in particolare delle donne nelle zone rurali. Nelle tre fasi precedenti il programma ha sostenuto l’ammodernamento di 82 piccole e medie imprese e 25 cooperative, coinvolgendo oltre 5000 persone.

Oggi, nell’attuale congiuntura libanese, caratterizzata anche da una profonda crisi economica, sempre maggiore è la necessità di lavorare per sostenere l’occupazione e la crescita economica inclusiva soprattutto nei settori produttivi. Questo vale in particolare per l’industria agroalimentare, che ha un alto potenziale per stimolare la creazione di posti di lavoro, opportunità economiche e crescita soprattutto per i più vulnerabili nelle aree rurali.

L’iniziativa Mazeej è il fulcro della quarta fase del programma, e mira a potenziare le capacità di 26 produttori di zaatar nelle regioni rurali, trasformando l’agricoltura tradizionale in un processo di produzione sostenibile su larga scala. Mazeej non punta solo a migliorare il tenore di vita degli agricoltori e delle loro famiglie, ma anche a garantire la sostenibilità dell’ecosistema zaatar in Libano. Lo zaatar libanese (Origanum Syriacum) e le diverse miscele in cui viene usato, sono molto richiesti sia sul mercato interno sia su quello estero.

Confezioni di zaatar

Confezioni di zaatar. UNIDO Lebanon

Oltre a questo ottimo posizionamento sul mercato, diversi altri elementi hanno condotto alla scelta di intervenire a sostegno della filiera produttiva e commerciale dello zaatar. Prima di tutto si tratta di un prodotto profondamente radicato nella tradizione agricola libanese e con ottime prospettive di ampliare la penetrazione sui mercati della regione mediorientale. Oltre a questo, ha un forte potenziale di impatto sul reddito delle famiglie rurali perché chiunque può dedicarsi alla raccolta di specie selvatiche e la coltivazione può essere ottenuta con piccoli costi di investimento ed è diffuso in tutto il Paese, in particolare nelle aree rurali di Akkar e del Monte Libano. Infine, può offrire entrate costanti durante lunghi periodi dell’anno, visto che quello selvatico, secondo la legge libanese, può essere raccolto da giugno a ottobre, mentre quello coltivato può arrivare a garantire tre raccolti ogni anno.

Il timo, una piccola pianta da sempre fondamentale nella cucina mediorientale e da secoli usato nelle preparazioni officinali, oggi coltivato con cura e rispetto dell’ambiente può diventare anche un attore significativo per il benessere economico di molti agricoltori del Paese dei Cedri.

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