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Sviluppo+, un nuovo strumento per coinvolgere le imprese nella cooperazione

Dopo i Bandi profit fa il suo esordio il nuovo strumento del Fondo rotativo per la cooperazione allo sviluppo. Con una dotazione di 70 milioni di euro finanzierà iniziative imprenditoriali nei Paesi partner

Finora il coinvolgimento diretto delle imprese nella Cooperazione allo sviluppo era stato reso possibile attraverso il Bando profit. Adesso, nella progressiva implementazione della legge che ha riformato il settore, si è aggiunto un altro tassello: Sviluppo+. L’obiettivo è quello di finanziare imprese che investono nello sviluppo dei Paesi partner della cooperazione internazionale italiana generando un impatto positivo sul piano della sostenibilità ambientale e sociale.

Sviluppo+ è stato presentato di recente ed è il nuovo strumento del Fondo Rotativo per la Cooperazione allo sviluppo (Frcs) lanciato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), in coordinamento con il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), con il supporto operativo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Il Fondo parte da una dotazione di 70 milioni di euro che saranno impiegati per concedere finanziamenti a medio e lungo termine a imprese italiane, europee o localizzate nei Paesi in via di sviluppo che abbiano una sede, anche secondaria, in Italia.

“Mentre il Bando profit è un grant, un dono e un contributo a fondo perduto, ed è stato finora l’unico strumento operativo pensato per le imprese attive nella cooperazione, Sviluppo+ è uno strumento in più ed è uno strumento diverso perché non è un contributo né un grant ma è un prestito” spiega Grazia Sgarra, responsabile per i partenariati e la finanza per lo sviluppo di Aics “Il valore aggiunto di Sviluppo+ – aggiunge Sgarra – è la possibilità di essere impiegato in Paesi che sono partner della cooperazione ma che il più delle volte non sono nemmeno presi in considerazione da banche e altri istituti di finanziamento. Di fatto in questo modo rendiamo possibili operazioni e iniziative imprenditoriali in contesti difficili e fuori dai radar tradizionali”. Avendo come priorità le piccole e medie imprese e i Paesi prioritari della cooperazione le risorse di questo strumento “danno l’opportunità di accedere a liquidità per investimenti in Paesi ad alto rischio dove altri soggetti finanziari di mercato non investirebbero”.

I finanziamenti sono finalizzati a sostenere il rafforzamento patrimoniale di società, anche di nuova costituzione, aventi sede nei Paesi partner. Le risorse – si legge in una nota di Cdp – favoriranno il potenziamento del tessuto imprenditoriale locale, promuovendo iniziative capaci di stimolare processi virtuosi di crescita sostenibile e di contribuire alla creazione di nuova occupazione, nel rispetto delle normative locali e delle convenzioni internazionali sul lavoro.

Il nuovo strumento sarà in grado di rispondere alle diverse esigenze, potendo mettere a disposizione finanziamenti di taglio compreso fra 250 mila e 10 milioni di euro e con durate comprese tra tre e 15 anni. Verrà data priorità alle richieste delle piccole e medie imprese (Pmi) e alle iniziative prevalentemente localizzate in Paesi partner per il sistema di Cooperazione italiana, a cui viene complessivamente riservata una quota pari al 50% della dotazione finanziaria complessiva.

“Attraverso Sviluppo+, Cdp rafforzerà il suo contributo alle aziende che operano nei Paesi partner della Cooperazione, operando in coordinamento con il sistema della Cooperazione allo sviluppo italiano e generando un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale e sociale” ha detto Paolo Lombardo, direttore della Cooperazione internazionale allo sviluppo di Cdp. “Finanziare il rafforzamento patrimoniale di imprese promuovendo il coinvolgimento di aziende italiane ed europee è fondamentale per favorire un modello di partenariato virtuoso e in grado di garantire uno sviluppo locale duraturo, con benefici rilevanti anche sul fronte dell’occupazione” ha aggiunto Lombardo.

“Con i Bandi profit, in questi anni è stato profuso tanto impegno in un territorio nuovo che, appunto, ha visto per la prima volta il coinvolgimento delle imprese nella cooperazione” ha detto ancora Grazia Sgarra. “I risultati sono stati importanti, c’è grande soddisfazione e allo stesso tempo attenzione ai suggerimenti che stiamo raccogliendo e che serviranno a migliorare i futuri bandi, un’attesa che abbiamo colto a vari livelli e le imprese adesso avranno uno strumento in più per poter operare in contesti anche difficili nell’alveo di quelli che sono standard e obiettivi della cooperazione allo sviluppo”.

Biografia
Gianfranco Belgrano
Nato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari e dell’agenzia di stampa InfoAfrica, per i quali si sposta spesso nel continente africano. Ha studiato Storia e Lingua dei Paesi arabi e vissuto per alcuni anni tra Tunisia, Siria e Inghilterra prima di trasferirsi a Roma. Ha lavorato o collaborato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, lasciata nel 2013 per fondare con alcuni amici e colleghi il gruppo editoriale Internationalia.
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