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La Cooperazione ai tempi del Coronavirus

Come si riorganizza il “sistema Italia”. Dall’emergenza, oltre l’emergenza. Le considerazioni del direttore dell’Aics, Luca Maestripieri, e  della viceministra Emanuela Del Re

In campo. Perché in un mondo che si scopre vulnerabile ad un virus che non conosce confini, la Cooperazione internazionale non entra in “quarantena”. Ma si riorganizza, serra le fila. Nell’emergenza, oltre l’emergenza. E fa  sistema. Un impegno che vede in totale sintonia, operativa e di visione, l’Aics e il ministero degli Esteri. A significarlo è la lettera indirizzata a tutti gli operatori Aics dalla viceministra Emanuela Del Re:

“Carissimi, siamo tutti fortemente impegnati per superare questa crisi mai sperimentata prima nel mondo. Lo è il Governo cui spetta la responsabilità di adottare le misure più appropriate per il contenimento del contagio e per ridurne gli effetti economici e sociali, e lo sono tutti i cittadini cui spetta la responsabilità di rispettare con scrupolo tali misure. In tutto ciò non possiamo e non dobbiamo considerarci soli. Proprio ora che ci sentiamo vulnerabili dal punto di vista medico, sociale, economico, dobbiamo guardare al mondo come a un unico luogo condiviso.

E’ lodevole che voi proseguiate la vostra preziosa attività nonostante l’apprensione per le condizioni dei vostri congiunti e amici in Italia. Si tratta di una scelta nobile e generosa da parte di chi lavora lontano da casa in contesti spesso difficili, in un momento in cui l’emergenza colpisce duramente il nostro Paese. Ciò contribuisce una volta di più a testimoniare l’empatia dell’Italia nei confronti del mondo, nella piena consapevolezza che questa terribile guerra contro il virus va affrontata con un approccio globale, in diversi luoghi, su diversi fronti ma con la medesima efficacia. Ci attendono mesi complicati che comporteranno verosimilmente anche una ridefinizione delle iniziative e dell’intera programmazione dell’attività della Cooperazione allo sviluppo, alla luce dell’emergenza in corso, con priorità nuove, ma sempre con gli stessi grandi valori che ci ispirano. Al di là degli eventuali futuri cambiamenti che saranno modulati in base all’evolversi delle circostanze, la scelta attuale dell’Agenzia di non interrompere il lavoro in atto né a Roma né sul terreno, è veramente encomiabile, specie avendo riguardo verso chi opera in Paesi lontani e fragili.

Proprio per questo – aggiunge la viceministra – desidero manifestare la mia comprensione delle necessità e delle aspettative del personale dell’Agenzia, soprattutto quello impegnato all’estero, cui mi sento personalmente vicina. La Farnesina non mancherà di offrire costante supporto operativo e diplomatico, sia attraverso la rete delle ambasciate e dei consolati, sia attraverso le strutture centrali. Occorre avere piena fiducia nelle indicazioni che la sede Aics di Roma ha diramato e che continuerà ad aggiornare in costante coordinamento con la Farnesina e con me, lavorando strettamente anche con tutti gli attori del Sistema italiano della Cooperazione, che è una grande e bella comunità. A questo proposito vorrei condividere un concetto in cui credo profondamente. Le persone acquisiscono un senso nella comunità. Un principio, quello del valore della vita comunitaria, che gli italiani applicano con convinzione da sempre, meglio di altri. Tante le strategie che possiamo mettere in pratica con gesti individuali e con politiche mirate per allargare questa comunità che ci appartiene. Ma non da soli, insieme al mondo, perché proprio a noi il mondo che ci ama lo chiede…”.

Un impegno che rientra nella visione solidale e inclusiva che caratterizza la cooperazione italiana nel mondo. A tal proposito, il 26 marzo la viceministra, ha partecipato ad una teleconferenza presieduta dal Sottosegretario generale delle Nazioni Unite e coordinatore per gli aiuti d’emergenza, Lowcock, insieme al Direttore emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità, Ryan. La teleconferenza aveva lo scopo di illustrare ai principali paesi donatori il nuovo piano di risposta umanitaria globale (Ghrp) delle Nazioni Unite per l’emergenza Covid-19.
Del Re ha lodato l’iniziativa del piano auspicando che si realizzi una sempre maggiore integrazione degli sforzi tra attori Onu e ha assicurato che l’Italia non farà mancare il proprio contributo, malgrado la situazione critica che vive. “Condividiamo gli obiettivi strategici e gli scopi del Ghrp, la sua focalizzazione sui gruppi vulnerabili, in particolare gli anziani e ne sosteniamo l’enfasi sul coinvolgimento delle comunità locali e gli attori locali e nazionali”, ha detto. La viceministra ha altresì sottolineato le difficoltà che le organizzazioni umanitarie stanno incontrando nelle loro attività sul terreno, a fronte dell’emergenza Covid-19.

 

Riflessioni, rapporti, missioni, progetti. L’azione dell’Aics e della Farnesina sono il portato di un impegno costante maturato sul campo, in missioni, conferenze, incontri bilaterali e multilaterali, in progetti realizzati e in quelli messi in cantiere. Un impegno che l’emergenza sanitaria rimodula ma non interrompe. Tutt’altro.

Un impegno che accomuna l’intero sistema della Cooperazione internazionale. In questa ottica, si è riunito la scorsa settimana il tavolo tecnico sull’emergenza Covid-19 costituito tra i soggetti esecutori rappresentati nel Cncs e l’Aics.

Una riunione operativa, nella quale sono state prese una serie di misure che rispondono alle prime problematiche gestionali dei progetti co-finanziati da Aics.

In una comunicazione a firma del direttore dell’Agenzia Luca Maestripieri si chiarisce che i soggetti esecutori (Osc, enti territoriali, enti pubblici di ricerca, università, imprese) possono richiedere una proroga con la sola e unica motivazione “emergenza Covid-19”, specificando il periodo di estensione temporale, non superiore a quattro mesi, necessario a far fronte all’emergenza. Il termine massimo di 4 mesi di proroga si sostituisce a quello indicato nella precedente comunicazione dell’Aics datata 11 marzo.

Il periodo di proroga autorizzato non è computato nel calcolo dei mesi di proroga eventualmente previsti contrattualmente e inizierà a decorrere dallo scadere del termine originario dell’annualità in corso. La congruità del termine richiesto sarà valutata caso per caso, a seconda anche del Paese di implementazione.

Potranno inoltre essere richieste proroghe degli adempimenti amministrativi purché motivati dall’emergenza Covid-19 e limitatamente ad uno spazio temporale coerente con l’impatto dell’emergenza. Per esempio si potranno richiedere 4 mesi di proroga dell’annualità e 2 mesi per la trasmissione del rapporto semestrale.

I soggetti esecutori possono anche sottoporre una richiesta di variante non onerosa, conseguente alle suddette richieste di proroga e motivata in stretta connessione con esse e con l’emergenza in atto. Le varianti potranno riguardare l’ammissibilità di spese in deroga a quanto previsto dalle procedure a patto che si presenti adeguata documentazione a giustificazione della richiesta e circostanziata al periodo dell’emergenza (a titolo esemplificativo e non esaustivo, rimborso spese di volo già effettuate e non rimborsate dalle compagnie aeree; riconoscimento di spese per la remunerazione di personale tutto, già contrattualizzato e che per l’emergenza in corso opera in modalità di lavoro agile, specificando la tipologia di attività che sta svolgendo etc.), oppure l’introduzione di nuove linee di spesa, volte ad arginare l’emergenza nel contesto dell’iniziativa (per esempio, acquisti di appositi dispositivi).

Per quanto riguarda i soli progetti di aiuto umanitario, al fine di accelerare la procedura di verifica della rendicontazione (di cui agli artt. 4 e 6 del Disciplinare d’Incarico – Modello A8) e garantire al contempo il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza relative all’emergenza Covid-19 presso le Sedi estere Aics, le organizzazioni potranno trasmettere la documentazione relativa a rendiconti per via telematica (utilizzando l’applicazione “We transfer”), previo invio, a mezzo Pec, di una dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale della Osc con cui si impegna a consegnare i relativi originali in un momento successivo da concordare con la sede Aics.

L’Agenzia si impegna nella comunicazione del direttore a valutare con sollecitudine e ampia disponibilità le richieste di proroga, variante non onerosa e modifica del documento di progetto.

Restano fuori una serie di esigenze sottoposte della Osc che auspicabilmente verranno prese in considerazione nelle prossime settimane. Il lavoro del tavolo tecnico dovrebbe procedere per affrontare i punti non trattatati tra cui quelli legati alla sostenibilità economica e finanziaria dei progetti e più in generale delle organizzazioni.

Anche procedendo a proroghe e varianti le organizzazioni si troveranno in forte difficoltà perché dovranno continuare a pagare gli stipendi dello staff in Italia e all’estero. Sarà quindi decisivo il ruolo dei donatori nel garantire la liquidità in modo tempestivo magari anche accettando rendiconti parziali che consentano alle Osc di ridurre al minimo le anticipazioni e il credito.

Decisivo il fattore tempo. Come rimarca la nota conclusiva della riunione, “urge davvero mettere in campo strumenti straordinari e una serie di norme di flessibilità che potrebbero essere preziose per evitare ripercussioni irreversibili sulle organizzazioni della società civile impegnate nella cooperazione internazionale. Su questo le Ong hanno già richiesto la massima attenzione sia al livello tecnico che a quello politico sottoponendo anche una serie di richieste specifiche alla Vice ministra Del Re e alle forze politiche in vista dell’iter parlamentare del decreto Cura Italia”.

La macchina è in moto.  “Non possiamo dimenticare, in questi giorni in particolare – rimarca una nota del Maeci – che la solidarietà è sempre stato un cardine della politica estera italiana. Le grandi iniziative di amicizia e vicinanza che stiamo vedendo in questi giorni lo dimostrano. Siamo un grande Paese e siamo fieri di questo”.

La Cooperazione è in campo.

 

 

 

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