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Guyana, illustrazione di Brian Elstak per il quotidiano De Correspondent

Una mostra celebra la rivolta della Guyana. E lo schiavo che cercò la pace

Fu la prima nel continente americano. Ora è ricostruita agli Archivi nazionali dell’Aja attraverso lettere originali. Tutte online

La prima rivolta organizzata di schiavi sul continente americano ebbe anche la sua proposta di pace. A inviarla con una lettera al governatore che teneva in pugno Berbice, ex colonia olandese, oggi Guyana, fu un capo ribelle nato in Africa occidentale e venduto bambino. Si chiamava Cuffy, da “Kofi”, che voleva dire “nato di venerdì”, e fu schiavo nelle piantagioni di caffè, zucchero e cotone.

La rivolta scoppiò il 23 febbraio 1763. Nella colonia circa 350 europei tenevano 4.000 neri in condizioni di schiavitù considerate atroci anche secondo gli standard del tempo. Quel giorno una settantina di schiavi, sia uomini che donne, si ribellarono sopraffacendo i loro oppressori e riunendo attorno a sé alla fine circa 3.000 persone.

Tempo dopo, nella lettera, Cuffy scrisse a “sua eccellenza” Wolfert Simon van Hoogenheim sottolineando che “non voleva la guerra” e che avrebbe mantenuto il governo “su metà di Berbice e i neri risaliti a monte dei fiumi”, mentre gli altri sulle navi sarebbero rimasti schiavi.
La vicenda si concluse alcuni mesi dopo, nell’estate del 1674, quando 600 soldati olandesi sbarcarono e ripresero il controllo della colonia. I morti tra i rivoltosi furono 1.800, compreso il loro capo, che si suicidò. Come ricorda la storica Karin Amatmoekrim, citata dal quotidiano inglese The Guardian, il 23 febbraio, il giorno dell’inizio la rivolta, è oggi festa nazionale della Guyana indipendente. Cuffy, che aveva origini akan, è omaggiato come un eroe. Una storia di rivolta e libertà, la sua, documentata ora da una mostra con lettere originali, fotografie, mappe e ricostruzioni, tutta online. A organizzarla gli Archivi nazionali dell’Aja, con un titolo evocativo: The Rebellion and Freedom Exhibition.

 

Biografia
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
www.vincenzogiardina.org
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