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Dopo la pandemia, ripartire dal turismo eco e sostenibile

Molteplici i focus su cui lavorare: dal rispetto delle tradizioni locali alla salvaguardia della biodiversità

Il settore turistico è in ginocchio. Il coronavirus sta colpendo in particolare quei paesi che non potendo garantire misure di sicurezza sanitaria, anche se hanno riaperto le frontiere, hanno visto un crollo dei viaggiatori. Dal Laos alla Bolivia, dal Kenya al Perù, secondo l’Unwto, organizzazione Onu del turismo, oltre 55 milioni di posti di lavoro sono a rischio (e tanti sono già stati persi). C’è una grave crisi di liquidità per gli operatori di settore. Le restrizioni ai viaggi hanno portato a un calo del 97% negli arrivi di turisti internazionali in aprile. Tra gennaio e aprile 2020, gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti del 44%, mentre le perdite a fine giugno si assestavano circa mille miliardi di euro, ovvero 1,5% del prodotto lordo globale.

«Il massiccio calo del numero di turisti minaccia posti di lavoro ed economie. È quindi fondamentale che il riavvio del turismo sia una priorità e gestito in modo responsabile, proteggendo i più vulnerabili e con la salute e la sicurezza come una delle principali preoccupazioni del settore», ha dichiarato a inizio luglio il segretario generale dell’Unwto, Zurab Pololikashvili. «Chiediamo nuovamente un forte sostegno pubblico al settore al fine di proteggere posti di lavoro e imprese».

Lago Ratcheprapha, Khoa Sok National Park, Thailandia

Però il turismo non sempre ha avuto un peso positivo sull’economia e benessere sociale di una comunità, specie in tanti paesi in via di sviluppo dove regolamenti e controlli sono laschi. Per il mondo delle associazioni di turismo come International Tourism Association of Professionals o la Adventure Travel Trade Association, e Unwto, la ripartenza del turismo deve essere un’occasione per ripensare gli impatti più negativi del viaggiare a scopo ricreativo. Secondo Filippo Grasso, esperto di turismo e professore di Analisi di Mercato nel corso di laurea di Scienze del Turismo dell’Università di Messina, «è indubbio che la crisi epidemiologica ha colpito ampi strati delle società umane a livello globale ,ma ci offre l’opportunità per ridisegnare il turismo con maggiore attenzione a sostenibilità, autenticità, riscoperta del locale».

Uno dei primi obiettivi di fare turismo sostenibile è quello della tutela della biodiversità. «Sebbene abbiamo apportato miglioramenti migliorati alla creazione di aree protette, abbiamo ancora oltre metà del pianeta che ha misure insufficienti di protezione degli habitat e abbiamo bisogno di importanti investimenti in aree che aiutino le comunità rurali e altri a trovare davvero un equilibrio sostenibile per lo sviluppo del Turismo», spiega Kelly Bricker, professoressa della University of Utah e rappresentante del Global Sustainable Tourism Council, la commissione Unwto per il turismo sostenibile. «Ci sono però tendenze interessanti che erano già in corso prima della crisi coronavirus. Oggi stiamo iniziando a osservare l’impatto del turismo in maniera sistemica, a scala regionale, invece che per una singola destinazione o per un singolo hotel», continua Bricker. «Come risposta serve un approccio integrato e collettivo, come quello adottato da destinazioni come le Azzorre, Dubrovnik in Croazia o Jackson Hole negli Stati Uniti». I focus sono molteplici: dall’impatto sulla biodiversità vegetale e animale di infrastrutture e attività, alle energie rinnovabili, dall’economia circolare (con il bando di rifiuti in plastica) al rispetto delle tradizioni. Tanta attenzione al turismo di comunità che ha una migliore redistribuzione della ricchezza, spesso concentrata nelle mani dei conglomerati turistici.

Myanmar

Se il lockdown ci ha fatto riscoprire tante destinazioni nella propria provincia di residenza, quando si tornerà a viaggiare si dovranno scegliere mete meno note, evitando i luoghi turistici di massa favorendo destinazioni secondarie, soprattutto naturali. Decongestionare è la parola chiave degli esperti. «Vi è una crescente preoccupazione per la salute e il benessere mentale e molti operatori sanitari raccomandano di uscire e fare lunghe passeggiate. La natura ha queste qualità e far riscoprire un modo di viaggiare sano, in armonia con la natura, a contatto con gli animali (non negli zoo, ovviamente, ndr) può essere un modo di viaggiare più sano per le persone», continua Bricker. La bici potrebbe essere un nuovo mezzo anche in destinazioni in Paesi di sviluppo, dove spesso mancano infrastrutture, ma proprio per questo dedicare percorsi “bike-only” può avere un impatto importante in comunità svantaggiate ad emissioni zero. Si ridurranno i voli, cercando di aumentare la durata della permanenza, evitando le vacanze mordi e fuggi dell’era low-cost e cercando di fare viaggi importanti e di lunga durata. Alla ricerca di esperienze più significative, sostenibili, e in contatto con realtà culturali e ambientali del posto.

 

Biografia
Emanuele Bompan
Giornalista ambientale e geografo. Si occupa di economia circolare, cambiamenti climatici, green-economy, politica americana. E’ Direttore della rivista Materia Rinnovabile, collabora con testate come La Stampa, Nuova Ecologia e Oltremare. Ha scritto l’Atlante geopolitico dell’Acqua (2019),Water Grabbing – le guerre nascoste per l’acqua nel XXI secolo (2018) “Che cosa è l’economia circolare” (2017). Ha vinto per quattro volte l’European Journalism Center  IDR Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship, una volta la Google DNI Initiative ed è stato nominato Giornalista per la Terra nel 2015.

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